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Carlyle Group - Valori

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AZIENDA AGRICOLA BARGERO<br />

VENNE FONDATA NEL 1960 dal medico antroposofo Aldo Bargero, che volle<br />

condurre l’azienda secondo i metodi della agricoltura biodinamica, che<br />

fa riferimento agli insegnamenti di Rudolf Steiner. Suo figlio, Martino Bargero,<br />

laureato in agraria, nell’84, insieme alla moglie Costanza Poggio converte<br />

la coltivazione da biodinamica a biologica. Inizialmente si occupano solo<br />

di allevare galline ovaiole: dalle prime 300 unità ora l’Azienda Agricola<br />

ne ospita 6000, allevate in libertà. «Siamo molto fortunati – spiega Costanza –<br />

perché questo terreno non ha mai conosciuto la concimazione chimica,<br />

è un terreno puro. Inoltre siamo circondati da un bosco che ci protegge<br />

dall’inquinamento della pianura padana». L’azienda si trova a Carbonate,<br />

in provincia di Como, a 35 km da Milano. Ricopre un’area di circa 10 ettari,<br />

di cui cinque vengono coltivati e lasciati a disposizione alle galline, e altri<br />

cinque sono di bosco. La coltivazione degli ortaggi è iniziata nei primi anni<br />

Novanta, la frutta e le verdure di Bargero vengono vendute<br />

a una quarantina di negozi della Lombardia (tra cui la catena<br />

di supermercati NaturaSì) e a una sessantina di gruppi<br />

d’acquisto. Ogni fine settimana è aperto lo spaccio, che<br />

vende anche generi alimentari del mercato equosolidale.<br />

| 36 | valori | ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 |<br />

principale azienda italiana di distribuzione di prodotti biologici. Il<br />

70 per cento delle azioni è detenuto dalla Libera associazione antroposofica<br />

Rudolf Steiner di Conegliano e destina la maggior parte<br />

dei propri utili al sostegno di attività sociali, nell’ambito dell’agricoltura<br />

biodinamica e della pedagogia. Nel nostro paese Ecor è solo<br />

una delle aziende più importanti in un settore in notevole espansione.<br />

L’Italia è il maggior produttore biologico in Europa.<br />

In febbraio al BioFach 2007 di Norimberga, la più importante<br />

fiera del settore, l’Italia era la nazione dell’anno. Erano presenti<br />

2.100 espositori, provenienti da 73 nazioni, ci sono stati 37.000 visitatori<br />

di oltre 100 paesi. L’Italia, dopo la Germania, era la nazione<br />

maggiormente rappresentata: c’erano 273 espositori italiani, tra<br />

produttori e rivenditori. Già negli anni settanta arance, limoni, riso,<br />

pasta e pomodori venivano prodotti in Italia e importanti nei<br />

primi negozi biologici che nascevano in Germania. La nuova edizione<br />

di “Tutto Bio 2007 Annuario del Biologico”, curato da Achille<br />

Mingozzi e Rosa Maria Bertino, pubblicato da Bio Bank by Egaf<br />

Edizioni, (vedi box) rivela dati molto interessanti sul mondo del<br />

biologico italiano.<br />

Nel 2005 il settore ha ripreso a crescere: le superfici coltivate dedicate<br />

alla coltivazione bio sono cresciute dell’11% raggiungendo ol-<br />

Agricoltori senza semi<br />

FONTE: RAPPORTO BIO BANK 2007<br />

I NUMERI DEL BIOLOGICO IN ITALIA PER IL 2004-2006<br />

| economiaetica |<br />

La rivoluzione verde era stata la speranza di un’era dell’abbondanza senza fame. A distanza di mezzo secolo non ha risolto i problemi di sottonutrizione, ma ha imposto un’agricoltura che consuma energia e acqua. E gli Ogm sembrano una fotocopia di quel modello.<br />

ERA ANCORA IN CORSO LA SECONDA GUERRA MONDIALE quando la<br />

Rockefeller Foundation impiantò in Messico un istituto<br />

per la ricerca nel settore agricolo; alle sue dipendenze la-<br />

Il logo del Festival<br />

audiovisivo<br />

della biodiverstità<br />

che si tiene<br />

dal 12 al 14 ottobre.<br />

Per informazioni<br />

consulare il sito<br />

www.croceviaterra.it<br />

di Paola Baiocchi<br />

vorava un giovane genetista americano, Norman<br />

Borlaug, che dopo anni di esperimenti<br />

selezionò un ibrido di grano chiamato Norin<br />

10. La rivoluzione verde era cominciata: si prospettava per<br />

la terra una nuova era dell’abbondanza, si ipotizzava la fine<br />

della fame nel mondo con l’aumento a dismisura della<br />

produttività dei campi, senza che ci fosse bisogno di nuove<br />

superfici coltivate. “Per aver dato pane ad un mondo affamato”<br />

Borlaug nel 1970 ricevette il Nobel per la pace.<br />

Ma il prezzo nascosto di questa rivoluzione non troppo<br />

verde si è cominciato a vedere presto: i nuovi ibridi ottenuti<br />

avevano pronta risposta all’uso di maggiori quantità<br />

di fertilizzanti e all’irrigazione; assicuravano raccolti<br />

più abbondanti, ma con un costo esponenzialmente più<br />

alto rispetto alle varietà tradizionali, perché bisognosi di<br />

“bombardamenti” di fertilizzanti, di erbicidi e di grandi<br />

quantità di acqua. Inoltre era inutile che i contadini conservassero<br />

il seme per l’anno successivo, perché l’ibrido<br />

perdeva di vivacità dalla seconda generazione. I contadini<br />

dovevano, quindi, allargare i cordoni della borsa per acquistare<br />

gli ibridi, la cui produzione e vendita era controllata<br />

da poche company. Che non sono molto aumentate<br />

di numero, ma ora sono molto più potenti; tra le più conosciute<br />

ci sono la tedesca Bayer, le americane Monsanto<br />

e DuPont, l’olandese East-West Seeds, la svizzera Sygenta,<br />

a cui ora si sta aggiungendo la cinese Yuan Longping High-Tech<br />

Agricolture. L’agricoltura tradizionale era stata<br />

sconvolta, ma con quali risultati? Il Rapporto Fao dell’ottobre<br />

2006, a dieci anni dal Vertice Mondiale dell’alimentazione<br />

che aveva promesso di dimezzare il numero delle<br />

persone sottonutrite entro il 2015, ha dovuto ammettere<br />

che sono 820 milioni le persone affamate nei paesi in via<br />

di sviluppo, più di quante non ce ne fossero nel 1996.<br />

La rivoluzione verde<br />

e la rivoluzione genetica<br />

Marcello Buiatti, professore ordinario di genetica all’università<br />

di Firenze e presidente dell’Associazione nazionale<br />

Ambiente e lavoro, spiega i meccanismi della rivoluzione<br />

verde: «Ha funzionato in Asia e in America Latina per un<br />

certo periodo; fino agli anni Ottanta ha effettivamente migliorato<br />

la situazione, il numero di persone che morivano<br />

di fame è diminuito, poi è di nuovo aumentato. Perché insieme<br />

ai semi veniva esportato un modello di agricoltura,<br />

che allora sembrava l’unico, con grande consumo di chimica<br />

e di energia. Questo modello ha depauperato i terreni<br />

e soprattutto i contadini, tanto è vero che non esiste al<br />

mondo un’agricoltura che sia in pareggio». Oltre ai danni<br />

per la salute e per l’ambiente derivati dall’uso invasivo dei<br />

pesticidi, questo tipo di coltivazione ha provocato la scomparsa<br />

delle “razze di campo”, importanti per la preservazione<br />

del patrimonio biologico, con la conseguente distruzione<br />

della diversità e delle agricolture locali.<br />

tre un milione di ettari, ridando all’Italia il primato europeo. Gli operatori<br />

sono quasi 50.000, con un incremento del 22% sull’anno precedente.<br />

Sul piano politico, da segnalare la nascita di Federbio, la Federazione<br />

finalmente unitaria del settore, il ritorno alla guida del<br />

ministero dell’Agricoltura di Paolo De Castro, docente di Economia<br />

e Politica Agraria presso l’Università di Bologna, da sempre attento<br />

ai temi del biologico, e due novità sfornate con l’ultima finanziaria:<br />

la dotazione di 10 milioni di euro all’anno, per tre anni, del Piano<br />

d’azione nazionale per il settore, e la deducibilità dei costi di certificazione<br />

per le aziende agricole. Il prodotto biologico confezionato<br />

più venduto in Italia è il latte Prima Natura Bio del gruppo Granarolo.<br />

La regione (vedi tabella sotto) che vanta più primati è l’Emilia-<br />

Romagna: è la prima per numero di mense scolastiche biologiche e<br />

per ristoranti; la seconda per agriturismi, aziende con vendita diretta<br />

e siti di e-commerce; terza per mercatini; la quarta per negozi di<br />

alimenti naturali e la quinta per gruppi d’acquisto solidali. E’ l’unica<br />

regione sempre presente tra le prime cinque nelle graduatorie<br />

censite da Bio Bank. In seconda posizione c’è la Lombardia, con sette<br />

presenze in graduatoria e con il primato per negozi, mercatini e<br />

gruppi d’acquisto. Terza la Toscana, che guida la classifica per agriturismi<br />

e aziende con vendita diretta. .<br />

Con i brevetti sulle sementi, l’accerchiamento alle biodiversità<br />

si fa sempre più stretto; a cui non sfuggono nemmeno<br />

le banche dei semi coordinate dal Cgiar, l’organismo<br />

mondiale che custodisce, migliora ridistribuisce le piante<br />

alimentari, senza le quali metà del mondo morirebbe di<br />

fame. Ora gli Stati Uniti e Italia, con il suo ministro degli<br />

esteri Massimo D’Alema, hanno deciso di tagliargli i finanziamenti,<br />

forse sperando che i ricercatori non potendo più<br />

conservare le sementi le affidino a qualche multinazionale.<br />

Ma potrebbero essere gli Ogm, con quella che si chiama<br />

rivoluzione genetica, la soluzione ai problemi di alimentazione<br />

della Terra e anche una risposta ai cambiamenti climatici?<br />

«Bisogna dirlo che gli Ogm sono un insuccesso – risponde<br />

Buiatti – sono una deviazione infruttuosa e costosa<br />

della ricerca. In 20 anni, e con l’enormità di investimenti<br />

che hanno assorbito, hanno prodotto solo la soia, il mais,<br />

la colza e un po’ di cotone. La produttività non è aumentata<br />

da quando sono stati introdotti e ormai ci sono un centinaio<br />

di milioni di ettari coltivati a Ogm. Gli Ogm – conclude<br />

Buiatti – servono come penetrazione del mercato, per<br />

annullare il Protocollo di Cartagena sulla biodiversità, dove<br />

si dice che si possono non importare prodotti che possono<br />

essere pericolosi per l’ambiente e per il vivere sociale».<br />

Festival audiovisivo<br />

sulla Biodiversità<br />

Video da tutto il mondo e dibattiti su biodiversità e sovranità<br />

alimentare a Roma il 12, 13 e 14 ottobre. Sono aperti<br />

AGRITURISMI: 839 nel 2006, contro i 772 del 2004 (+9%)<br />

PRIMA REGIONE Toscana (191 realtà), seguono E. Romagna (102), Umbria (63), Marche (58)<br />

AZIENDE CON VENDITA DIRETTA: 1.324 nel 2006, contro le 1.184 del 2004 (+12%)<br />

PRIMA REGIONE Toscana (207), Emilia Romagna (203), Piemonte (91), Veneto (88)<br />

GRUPPI D’ACQUISTO: 288 nel 2006 con un bell’exploit rispetto ai 146 del 2004 (+97%)<br />

PRIMA REGIONE Lombardia (81 Gas), Piemonte (42), Toscana (32), Veneto (28)<br />

MERCATINI: 193 nel 2006, contro i 174 del 2004 (+11%)<br />

PRIMA REGIONE Lombardia (38), Veneto (29), Emilia Romagna (23), Toscana<br />

MENSE SCOLASTICHE: 658 le mense rilevate nel 2006, contro le 608 del 2004 (+8%)<br />

PRIMA REGIONE Emilia Romagna (127), Lombardia (111), Toscana (80), Veneto (72)<br />

RISTORANTI: 177 nel 2006 (esclusi gli agriturismi con ristorante), contro i 182 del 2004 (- 3%)<br />

PRIMA REGIONE Emilia Romagna (32), Lombardia (30), Marche (24), Toscana (17)<br />

NEGOZI: rilevati 1.094 negozi specializzati, contro i 1.030 del 2004 (+ 6%)<br />

PRIMA REGIONE Lombardia (174 negozi), Veneto (146), Piemonte (140), Emilia Romagna (110)<br />

E-COMMERCE: 79 i siti rilevati nel 2006, contro gli 81 del 2004 (-3%)<br />

PRIMA REGIONE Puglia (14), Emilia Romagna (11), Lazio (7), Lombardia e Umbria (6)<br />

i termini per la consegna delle opere audiovisive in concorso<br />

al IV Festival internazionale audiovisivo della Biodiversità,<br />

organizzato dal Centro Internazionale Crocevia,<br />

nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato Italiano<br />

per la Sovranità Alimentare. Il festival si svolgerà presso<br />

il Villaggio Globale in collaborazione con l’Associazione<br />

ONG Italiane, la FAO, Biblioteche di Roma, il comitato<br />

di quartiere CinEst e la comunità di migranti che vive nel<br />

Municipio X. In programma, la proiezione di decine di video<br />

che documentano il valore della biodiversità e le esperienze<br />

di coloro che si impegnano per tutelarla. Oltre alle<br />

proiezioni, si svolgeranno dibattiti e conferenze sulle stesse<br />

tematiche; l’iniziativa comprenderà anche una sezione<br />

speciale, dedicata alle scuole, incontri con alcuni autori dei<br />

documentari e concerti. www.croceviaterra.it<br />

L’importanza di essere<br />

biodiverso<br />

Biodiversità: termine con cui si indicano sia tutte le specie<br />

presenti nell’ecosistema del globo terrestre sia le differenze<br />

che caratterizzano un singolo individuo all’interno di<br />

una stessa specie, sia la presenza, all’interno delle comunità<br />

biologiche che occupano un determinato habitat, delle<br />

varie specie che si adattano l’una all’altra, formando nicchie<br />

e associazioni. La diversità biologica, o biodiversità, è<br />

il risultato del processo evolutivo che ha generato attraverso<br />

la selezione naturale, nel corso dei millenni, la grande<br />

varietà delle specie viventi animali e vegetali. .<br />

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| ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 | valori | 37 |

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