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Carlyle Group - Valori

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| economiasolidale | Terra Futura |<br />

L’avanguardia<br />

dei beni comuni<br />

in forte crescita<br />

La quarta edizione della mostra convegno di Firenze è stata visitata da migliaia di persone che hanno affolato<br />

gli oltre 400 appuntamenti culturali organizzati da movimenti, istituzioni, associazioni e imprese.<br />

BILANCIO PIÙ CHE POSITIVO per la quarta edizione di Terra<br />

Futura, la mostra-convegno internazionale delle<br />

buone pratiche di sostenibilità ospitata dal 18 al 20<br />

maggio alla Fortezza da Basso, a Fi-<br />

di Alessia Vinci<br />

renze. Un successo coronato da un<br />

incremento complessivo del 25%<br />

rispetto allo scorso anno, sia per quanto riguardo gli appuntamenti<br />

in calendario che le realtà presenti in rassegna.<br />

83.000 i visitatori complessivi nelle tre giornate fra operatori<br />

economici, responsabili d’azienda, imprenditori, cittadini impiegati<br />

nel mondo del volontariato e del non profit, educatori, insegnanti,<br />

studenti, amministratori pubblici...<br />

a Terra Futura per comprendere come sia<br />

possibile agire in pratica per garantire un futuro<br />

alla terra e costruire un modello di sviluppo<br />

diverso, più equo e sostenibile nel rispetto<br />

dell’uomo e della natura.<br />

190 appuntamenti culturali con oltre<br />

1000 relatori coinvolti, e delle 500 aree espositive<br />

con più di 4000 enti rappresentati e<br />

dei 100 spazi di animazione e laboratori di<br />

“buone pratiche” per sperimentare nel concreto<br />

la sostenibilità. Numeri che oltre che<br />

descrivere la crescita dell’evento, dicono<br />

quanto sia alta la potenzialità espressa da<br />

questi mondi e la speranza che un altro<br />

mondo possibile è già in costruzione.<br />

Una dimensione complessiva e una formula<br />

che hanno suscitato grande interesse<br />

anche al di fuori dei confini nazionali, con numerosi operatori qualificati<br />

in visita a Firenze interessati a capire come esportare questo<br />

modello di mostra-convegno sulle buone pratiche anche in altri<br />

paesi d’Europa.<br />

Un orizzonte internazionale che, dopo la presentazione dell’edizione<br />

2007 di Terra Futura al World Social Forum di Nairobi, è stato<br />

rimarcato dalla presentazione a Terra Futura della bozza della Carta<br />

Europea della Finanza Etica, un grande passo verso la costituzione<br />

di una Banca Etica Europea.<br />

| 54 | valori | ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 |<br />

V49_TerraFutura.qxd 26-04-2007 19:24 Pagina I<br />

valori è un mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità<br />

Lavoro, sostenibilità, diritti >IX<br />

Abitare sostenibile >X<br />

Decrescita, figli felici di un pil minore >XII<br />

Coltivare nella biodiversità >XIV<br />

Produrre senza lasciare impronte >XVIII<br />

Sud e Nord insieme: un futuro più equo >XXI<br />

terra<br />

futura valori<br />

Flessibilità<br />

Precarietà<br />

fragilità.<br />

La sostenibilità<br />

sociale<br />

e ambientale<br />

passa dal lavoro.<br />

Ripensare<br />

il welfare<br />

nel mondo<br />

globalizzato<br />

Non dissipare<br />

è la prima<br />

buona<br />

pratica<br />

Anno 7 numero 49<br />

Maggio 2007<br />

Inserto gratuito di<br />

E l’Italia è emersa all’avanguardia anche per quanto riguarda il<br />

commercio equo: se il testo di legge prodotto congiuntamente da<br />

Transfair Italia, Fairtrade, Associazione Botteghe del Mondo e Agices<br />

(che a Firenze hanno fatto il punto sul percorso comune intrapreso)<br />

verrà approvato, il Bel Paese sarà il primo stato al mondo ad avere<br />

una legge sul cees.<br />

Ma è stato il lavoro il tema dominante di alcuni importanti convegni<br />

di quest’edizione; dopo anni all’insegna del rispetto dell’ambiente<br />

e dello slogan “consumare meno per produrre meno”, da Terra<br />

Futura arriva unanime un nuovo consenso: è proprio sul versante<br />

della produzione che bisogna tornare ad agire. Non si può parlare di<br />

sostenibilità, finché a tutti i cittadini del<br />

mondo non è garantito un lavoro che permetta<br />

loro di condurre una vita dignitosa.<br />

Il lavoro come “bene comune” dunque,<br />

così come lo è l’acqua, altro tema caldo: risorsa<br />

insostituibile per la vita della terra essa<br />

è perciò patrimonio dell’intera umanità.<br />

Sempre nel nome dell’equità si è scelto di riservare<br />

all’Africa un posto centrale all’interno<br />

dell’evento. Rilanciata a Terra Futura la<br />

campagna “L’Africa non è in vendita”, pro-<br />

Sopra, l’affolato prio alla vigilia di un imminente EPA (Ac-<br />

ingresso della cordo di Partenariato Economico) che L’UE<br />

Fortezza da Basso.<br />

A fianco, la copertina sta per siglare col continente nero: una scel-<br />

dell’inserto che ta per rimarcare un secco no ai “falsi parte-<br />

<strong>Valori</strong> ha dedicato<br />

alla manifestazione. nariati” che, dietro al principio di recipro-<br />

Firenze, 2007<br />

cità, nascondono nuove forme di dominazione<br />

economica.<br />

All’indomani di Terra Futura Ugo Biggeri, presidente della Fondazione<br />

Culturale Responsabilità Etica Onlus, facendo un primo sintetico<br />

bilancio di questa edizione dice «È arrivato il momento di cercare<br />

di fare delle alleanze tra i tanti settori della società civile presenti<br />

a Terra Futura, per chiedere con forza un cambiamento delle politiche<br />

e delle regole del sistema, in modo da garantire un futuro etico.<br />

Credo che la politica debba dare una risposta alla gente che in questi<br />

tre giorni a Terra Futura ha dimostrato di credere veramente nella<br />

sostenibilità e nei diritti». .<br />

Acquisti verdi<br />

Tante parole, molti<br />

fatti all’incontrario<br />

“F<br />

di Walter Ganapini<br />

| macroscopio |<br />

AR LAVORARE IL MERCATO PER L’AMBIENTE” recitava il VI° “Programma d’azione ambientale” della Commissione<br />

Europea, già a fine millennio scorso. Normativa e prassi comunitarie hanno molto progredito in tal senso,<br />

sviluppando ricche “liste positive” di buone pratiche, Carte, come quella di Arlborg, di essenziali “Linee-guida”,<br />

progetti orientati a validare modalità avanzate di certificazione di prodotto (a partire dall’INTEND della<br />

“Dichiarazione Ambientale di Prodotto” EPD, dove quest’ultimo, come sempre nella accezione di Bruxelles ,<br />

sta per “bene” e “servizio”), riflessioni attente sul nodo degli “Stili di vita” (in ciò affiancando la cruciale attività<br />

del Gruppo per la “Salvaguardia del Creato , diretto in ambito CEI da S.E. Bregantini – foto – , Vescovo di Locri<br />

e Platì , così efficace nella propria azione pastorale da esser divenuto uno dei più temuti interlocutori<br />

della economia criminale, non solo calabrese). Manuali di filosofia imprenditoriale avanzata nel senso<br />

della sostenibilità, a partire dalla definizione di “Politica Integrata di Prodotto”.<br />

Parte integrante di tale strumentazione è la sollecitazione ad orientare in direzione “environmentally<br />

friendly” quote crescenti di spesa pubblica, al fine di incentivare nel più trasparente dei modi il decollo di beni<br />

e servizi sostenibili, a parità di prestazione e a tendenziale parità di costo: sono i cosiddetti “Acquisti Verdi nella<br />

Pubblica Amministrazione”, gergalmente noti come “Green Public Procurement” ( GPP ). Dopo un avvio<br />

interessante, che vide CONSIP impegnarsi in tale direzione, anche durante il Ministero Tremonti, e il legislatore<br />

porre obiettivi importanti alla diffusione di tale pratica<br />

(30% di acquisti, sul totale della spesa pubblica, ambientalmente<br />

favorevoli), dobbiamo registrare come il nostro Paese abbia<br />

rallentato, vedendo prevalere la resistenza conservativa di un gran<br />

numero di “uffici acquisti” non solo comunali e provinciali,<br />

ma anche di importanti regioni. Per tutte, citiamo il caso della<br />

Emilia-Romagna: in questi mesi , quella Regione ha rinnovato<br />

il proprio parco automezzi , per un totale di quasi mille veicoli: ebbene , in tutto il mondo , occasioni simili<br />

vengono immediatamente colte per utilizzare il rinnovo delle flotte pubbliche come opportunità innovativa<br />

(a San Francisco , nelle settimane scorse , tutti i mezzi per raccolta e trasporto di rifiuti sono stati sostituiti con<br />

equivalenti elettrici alimentati da fonti rinnovabili). Bene, nella Emilia-Romagna dove si respira l’aria peggiore<br />

al mondo, non uno su quasi mille di quei mezzi è stato sostituito secondo la logica californiana. Ciò, per<br />

rimanere alla logistica “rifiuti”, quando una recentissima indagine dell’ARPA-Piemonte ha dimostrato come<br />

a Torino una quota significativa di inquinamento dell’aria venga proprio dai mezzi AMIAT per collettamento<br />

e trasporto di rifiuti. Ancora, un incontro del GPP-Net tenutosi a Cremona il mese scorso ha dimostrato come<br />

in Italia solo il 2,2 % dei Comuni si sia attrezzato con strumenti (capitolati, ecc) orientati alla filosofia GPP.<br />

E così, come nel caso delle Agende XXI Locali, l’Italia corre il rischio che pratiche diffuse in tutta Europa<br />

come di successo divengano minoritarissime, quasi eventi rituali che alimentano riunioni “di autocoscienza“<br />

di piccoli circuito di Amministratori sempre più frustrati. Come ha recentemente ricordato, nel corso<br />

del 1° Colloquio Internazionale sulla Sostenibilità organizzato dalla sede reggiana della Università di Modena<br />

e Reggio Emilia , Allan Johansson , ispiratore della Università della Produzione Pulita di Lund ( Svezia ), il nuovo<br />

modello per uscire dal Cambiamento Climatico impone una rivoluzione industriale fondata su circuiti virtuosi<br />

di piccole e medie imprese innovative, cittadini-consumatori evoluti, istituzioni trasparenti ed avanzate. .<br />

Emblematico il caso dell’Emilia<br />

Romagna: acquista mille veicoli<br />

nuovi e non pone alcun criterio<br />

“verde” che possa contribuire<br />

a ridurre l’impatto ambientale<br />

della sua mobilità<br />

| ANNO 7 N.50 | GIUGNO 2007 | valori | 55 |

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