per Poli chiudere il cerchio del discorso dicendo che èsenz’altro doveroso cercare di dare ai pazienti il megliodi quanto la scienza ed il progresso mettono a disposizione,ma che per darglielo ci vogliono gli operatori, eche senza infermiere che apre la sale, senza ferrista cheappronta il tavolo e senza chirurgo che opera, avere inmagazzino lenti normali o Premium non fa alcuna differenza.Le conclusioni di Poli al proposito sono difficilmentecontestabili: prima bisogna pagare gli stipendi, poi conquel che resta si fa quello che si può.Come osservazione personale, faccio rilevare che certamentequesto è un discorso che in altre Regioni non èapplicabile pari pari, ma credo che in ambito nazionalechi ha pochi affanni di bilancio in Sanità sia una ridottaminoranza rispetto a chi invece deve stare molto attento.A questo proposito, in modo appropriato il moderatoreha fatto rilevare che, se si invertisse il flusso dei fuoriregione, che invece di andare dalla Sicilia alla Lombardiafacessero il percorso inverso, probabilmente ad annasparesarebbe la Sanità lombarda.Messo questo primo tassello al mosaico, il dibattito siè spostato su come fare quindi a dare ai pazienti IOLdella migliore qualità, e sono stato chiamato direttamentein causa ad illustrare la proposta fatta all’Assessoratoda parte della Società Oftalmologica Siciliana.Non è il caso che mi dilunghi, ho portato alla conoscenzadei direttori generali quanto avevo già scritto nelprecedente numero.Seguendo questa traccia, praticamente subito tutti hannoconcordato su quanto da noi suggerito, e cioè chel’unica via di uscita sarebbe quella di richiedere al pazienteun copayment per avere l’impianto di lenti Premium.Altrettanto rapidamente, e concordemente, ipartecipanti al dibattito hanno sottolineato che questaè una misura che sarebbe arduo prendere a livello regionale,mentre provocherebbe meno contraccolpi socialise fosse presa a livello nazionale. Questo è stato dettodai manager, ma io mi permetto di osservare che se siinterpella il Ministro, questi dice che è un problemache va risolto localmente, mentre se si chiede a chi poii soldi li deve cacciare direttamente, questi (comprensibilmente,anche se non del tutto giustamente) primadi farlo vuole avere le spalle ben coperte.A questo punto è stata chiamata in causa la sala, che hafocalizzato il problema di come rendere più “digeribile”il concetto di copayment sia all’opinione pubblica, siaai pazienti, perché tutti ormai si sono abituati ad averetutto e subito pagando poco o niente. Secondo moltidei presenti sarebbe abbastanza difficile far accettare aipazienti che quello che è operato appena prima o dopodi lui ha un impianto diverso dal suo per il fatto di poterpagare. Nuovamente Poli a portato a conclusione il ragionamento,dicendo che il sistema del copayment puòessere accettato solo se l’ammontare della contribuzionepersonale è in qualche modo correlata al reddito goduto.E anche su questo punto il consenso è stato generale.Maniscalco, sempre affezionato al suo concetto che conun poco di inventiva questo è un problema non irresolubile,ha sottolineato che le lenti Premium non sonoper tutti, e quindi ha richiamato gli oculisti alle loro responsabilitàdi consigliarle solo a chi ne ha veramentebisogno. Secondo lui, e anche secondo altri partecipantial dibattito, in questo modo si ridurrebbe notevolmentela platea dei candidati a questo tipo di correzione, e diconseguenza le spese. Da parte sua il moderatore, concordando,ha espresso l’opinione che le lenti Premiumcostano molto di più delle standard anche perché sonopoco usate. Secondo lui, se la produzione potesse esserepianificata su più vasta scala, i costi si ridurrebbero.Un ultimo punto, che è emerso dalla discussione, è chesi potrebbe ipotizzare di costituire un “fondo spese”,sostenuto con il versamento dei copayement, dal qualeattingere risorse per poter impiantare queste lenti anchea chi non se le può permettere.In sintesi, come Presidente della SOSI ho avuto la soddisfazionedi vedere che le proposte fatte dalla nostrasocietà sembrano essere, almeno allo stato attuale dellecose, l’unica via percorribile per fare in modo che lalenti Premium non restino un “riservato dominio” dellestrutture private, ma possano essere rese disponibili anchein quelle pubbliche. Peraltro, è opinione diffusa cheil problema non potrà trovare soluzione a livello regionale,soprattutto in una Regione come la Sicilia che èsotto “amministrazione controllata”. Comunque, conil continuo lievitare dei costi della diagnostica e delleterapie, sino ad ora nessuno ha fatto altre proposte, chealmeno siano praticabili in tempi brevi, per poter continuarea curare i pazienti in modo appropriato. n12 oftalmologiadomani - N. 3 - Anno <strong>2011</strong>
Le ulcere cornealidi natura infettivadi Cristian Metrangolo, Luisa Caliendo, Giovanna Gabbriellini, Chiara Posarelli, Marco NardiOftalmologia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di PisaULCERA BATTERICAE’ la più frequente tra tutte, ma con prognosi migliore eper la quale si raggiunge una eradicazione completa nellastragrande maggioranza dei casi. I sintomi sono quelli classici:dolore, fotofobia, annebbiamento della visione ed edemapalpebrale. La terapia prevalentemente si basa su antibioticiper topica, e in alcuni casi per via generale, perla durata di una settimana circa.ULCERA VIRALEHerpes Simplex 1 ne è la causa principale; rappresentanole ulcere con prognosi peggiore. L’infezione non è eradicabilee presenta riattivazioni nell’arco della vita. Grande variabilitàdel quadro morfologico di presentazione delle lesioni.La terapia si basa prevalentemente su antivirali topici eper via generale con una somministrazione a lungo termine.ULCERA PROTOZOARIAAcanthamoeba species ne rappresenta la causa principalecon un incremento notevole delle infezioni negli ultimi decenni.Fattore di rischio principale è dato dall’utilizzo dilenti a contatto. La terapia è solo topica con una duratache può protrarsi fino a 12 mesi.introduZioneL’ulcera corneale consiste in una lesione della superficieoculare, che si estrinseca come una perdita di sostanza deltessuto corneale. Tra le ulcere corneali di origine infettivasi riscontrano più frequentemente quelle ad eziologia battericae virale, ma anche protozoaria e fungina (1).Fattori di protezione a livello della cornea per tali patologiesono rappresentati da un buon funzionamentodei meccanismi di difesa corneali aspecifici e specifici(1, 4).Tra i primi va menzionata come fattore principale l’integritàdella barriera epiteliale, che impedisce il passaggiodella maggior parte dei microorganismi (eccezion fattaper i virus erpetici, capaci di aderire alle cellule epiteliali,costituendone così un’eccezione); anche il film lacrimalegrazie alla presenza di lisozima, è un importante fattoredi protezione. La difesa dai danni ossidativi è affidataalla presenza del glutatione ridotto. Infine un ruolo predominantea livello dell’epitelio corneale è svolto dall’interferone,catena polipeptidica che, in parte vieneprodotta spontaneamente (interferone endogeno) creandocosì uno stato naturale di resistenza ai virus, edin parte viene sintetizzato in risposta ad un infezionevirale (2, 5).I meccanismi di difesa specifici sono affidati all’immunitàcellulo-umorale e sono fondamentali nel difenderela cornea da qualunque tipo di microorganismo. Alterazionidi tali sistemi favoriscono il verificarsi di dannocorneale (2).ulCere Corneali di origineBatteriCaLe ulcere corneali di natura infettiva possono manifestarsicon diversi quadri patogenetici. Tra questi unodei più rilevanti è dato dalle cheratiti batteriche.I patogeni più frequentemente coinvolti sono: PseudomonasAeruginosa, Stafilococcus Aureus, StreptococcusPiogenes (3) Essi sono in grado di determinare infezionein seguito a lesioni corneali superficiali (prevalentementetraumatiche) che minano l’integrità della barrieraepiteliale. In alcuni casi tuttavia, l’infezione si realizzaanche con epitelio integro: responsabili ne sonosoprattutto la Neisseria Ghonorreae e Meningitidis, edil Corynebacterium Diphteriae (3).Fattori di rischio per le cheratiti batteriche (3) sono datida:1. uso di lenti a contatto: in particolare lenti morbidedi lunga durata. Il 60% dei casi è attribuibile a Pseudomonas.E’ per lo più unilaterale ed è favorita dallascarsa pulizia della lente. La diagnosi di cheratite battericadeve essere quindi considerata in tutti i portatoridi lenti che presentino un occhio arrossato.2. traumi: come lesioni accidentali o chirurgiche (peresempio, una scorretta applicazione dei punti di sutura)oftalmologiadomani - N. 3 - Anno <strong>2011</strong>13