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OFTALMOLOGIA DOMANI n. 3/2011 - Jaka Congressi Srl

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Fig. 1 - Schema delle connessioni del sistema simpatico. Le fibre simpatiche renali decorrono nella paretedell’arteria renale e sono collegate in via afferente ed efferente con i centri nervosi superiori e l’attivitàsimpatica si distribuisce agli organi involontari dove risiedono i baro ed i chemorecettori.una ritenzione volumetrica eccessiva. L’interruzionedella innervazione simpatica renale ottenuta con qualunquemeccanismo, è in grado di generare una riduzionedell’ipertensione nei pazienti che ne sono affettied anche in quelli resistenti ai farmaci.Gli effetti che documentano l’efficacia della Simpaticectomiasono dimostrati dalla riduzione della produzionedella renina e della angiotensina circolante; dallariduzione della noradrenalina corporea e, infine, dallariduzione dell’attività simpatica muscolare dimostrabilecon la microneurografia.Tutto ciò è stato verificato in recenti studi multicentrici,dei quali uno randomizzato, pubblicati su e Lancet,New England Journal of Medicine e Circulation e presentatiin importanti congressi internazionali. La grandenovità è costituita dal modo con il quale, oggi, vieneottenuta la Simpaticectomia renale di gran lunga menoinvasivo della Simpaticectomia chirurgica che venivaeseguita a partire dal 1930 ed accantonata con l’avventodei farmaci antipertensivi.Una piccola società californiana, l’Ardian ha sviluppatouna tecnica geniale che permette l’ablazione delle fibresimpatiche che avvolgono le arterie renali mediante ilcalore generato dalla radiofrequenza che viene applicataall’interno delle arterie renali. Un elettrodo è introdottoin un catetere angiografico che raggiunge le arterie renaliper accesso percutaneo in genere transfemorale. Al contattodell’elettrodo con l’endotelio renale viene erogatala radiofrequenza per punti separati, così da coprire ilpiù possibile il tronco dell’arteria renale di un lato e poidell’altro.Gli eventi avversi registrati fino ad ora sono unicamentequelli di un cateterismo vascolare. La bassa potenza dellaradiofrequenza (8W), che genera un calore nella paretearteriosa tra i 50 e i 70°C, non ha prodotto - sia nell’animaleche nell’uomo - danni sulla parete dell’arteriarenale, né in fase acuta, né nei controlli a distanza.In un’elevata percentuale (90%) è stata ottenuta una riduzionedella pressione arteriosa di oltre 20mm di Hg.Questo dato comporta una riduzione di tre volte del44oftalmologiadomani - N. 3 - Anno <strong>2011</strong>

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