confusione del mondo e grazia di Dio; perch'io sono il più vile delmondo.Dimorando una volta santo <strong>Francesco</strong> nel luogo della Porziuncolacon frate Masseo da Marignano, uomo di grande santità, discrezionee grazia nel parlare di Dio, per la qual cosa santo <strong>Francesco</strong> moltol'amava; uno dì tornando santo <strong>Francesco</strong> dalla selva e dallaorazione, e sendo allo uscire della selva, il detto frate Masseo volleprovare sì com'egli fusse umile, e fecieglisi incontra, e quasiproverbiando disse: «Perché a te, perché a te, perché a te?». <strong>San</strong>to<strong>Francesco</strong> risponde: «Che è quello che tu vuoi dire?». Disse frateMasseo: «Dico, perché a te tutto il mondo viene dirieto, e ognipersona pare che desideri di vederti e d'udirti e d'ubbidirti? Tu nonse' bello uomo del corpo, tu non se' di grande scienza, tu non se'nobile onde dunque a te che tutto il mondo ti venga dietro?».Udendo questo santo <strong>Francesco</strong>, tutto rallegrato in ispirito, rizzandola faccia al cielo, per grande spazio istette colla mente levata in Dio,e poi ritornando in sé, s'inginocchiò e rendette laude e grazia a Dio,e poi con grande fervore di spirito si rivolse a frate Masseo e disse:«Vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me? vuoi sapereperché a me tutto 'l mondo mi venga dietro? Questo io ho da quelliocchi dello altissimo Iddio, li quali in ogni luogo contemplano i buonie li rei: imperciò che quelli occhi santissimi non hanno veduto fra lipeccatori nessuno più vile, né più insufficiente, né più grandepeccatore di me; e però a fare quell'operazione maravigliosa, laquale egli intende di fare, non ha trovato più vile creatura sopra laterra, e perciò ha eletto me per confondere la nobilità e la grandigiae la fortezza e bellezza e sapienza del mondo, acciò che si conoscach'ogni virtù e ogni bene è da lui, e non dalla creatura, e nessunapersona si possa gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria, si gloriinel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno». Allora frateMasseo a così umile risposta, detta con fervore, sì si spaventò econobbe certamente che santo <strong>Francesco</strong> era veramente fondato inumiltà.A laude di Cristo e del poverello <strong>Francesco</strong>. Amen.Capitolo undicesimo.Come santo <strong>Francesco</strong> fece aggirare intorno intorno più volte frateMasseo, e poi n'andò a Siena.
Andando un dì santo <strong>Francesco</strong> per cammino con frate Masseo, ildetto frate Masseo andava un po' innanzi, e giungendo a un trivio divia, per lo quale si potea andare a Firenze, a Siena e Arezzo, dissefrate Masseo: «Padre, per quale via dobbiamo noi andare?».Risponde santo <strong>Francesco</strong>: «Per quella che Iddio vorrà». Disse frateMasseo: «E come potremo noi sapere la volontà di Dio?». Rispondesanto <strong>Francesco</strong>: «Al segnale ch'io ti mostrerò, onde io ti comandoper lo merito della santa obbidienza, che in questo trivio nello luogoove tu tieni i piedi, t'aggiri intorno, intorno, come fanno i fanciulli, enon ristare di volgerti s'io non tel dico». Allora frate Masseoincominciò a volgersi in giro, e tanto si volse, che per la vertiginedel capo, la quale si suole generare per cotale girare, egli cadde piùvolte in terra; ma non dicendogli santo <strong>Francesco</strong> che ristesse edegli volendo fedelmente ubbidire, si rizzava. Alla fine, quando sivolgeva forte, disse santo <strong>Francesco</strong>: «Sta' fermo e non timuovere». Ed egli stette; e santo <strong>Francesco</strong> il domanda: «Inversoche parte tieni la faccia?». Risponde frate Masseo: «Inverso Siena».Disse santo <strong>Francesco</strong>: «Quella è la via per la quale Iddio vuole chenoi andiamo».Andando per quella via, frate Masseo fortemente si maravigliò diquello che santo <strong>Francesco</strong> gli avea fatto fare, come fanciulli,dinanzi a' secolari che passavano; nondimeno per riverenza nonardiva di dire niente al padre santo.Appressandosi a Siena, il popolo della città udì dello avvenimentodel santo, e fecionglisi incontro e per divozione il portarono lui e 'lcompagno insino al vescovado, che non toccò niente terra co' piedi.In quell'ora alquanti uomini di Siena combatteano insieme, e giàn'erano morti due di loro; giungendo ivi, santo <strong>Francesco</strong> predicòloro sì divotamente e sì santamente, che li ridusse tutti quanti apace e grande umiltà e concordia insieme. Per la qual cosa, udendoil Vescovo di Siena quella santa operazione ch'avea fatta santo<strong>Francesco</strong>, lo 'nvitò a casa, e ricevettelo con grandissimo onorequel dì e anche la notte. E la mattina seguente santo <strong>Francesco</strong>,vero umile, il quale nelle sue operazioni non cercava se non lagloria di Dio, si levò per tempo col suo compagno, e partissi sanzasaputa del Vescovo.Di che il detto frate Masseo andava mormorando tra se medesimo,per la via, dicendo: «Che è quello ch'ha fatto questo buono uomo?Me fece aggirare come uno fanciullo, e al vescovo, che gli ha fattotanto onore, non ha detto pure una buona parola, néringraziatolo.».E parea a frate Masseo che santo <strong>Francesco</strong> si fusse portato cosìindiscretamente. Ma poi per divina ispirazione, ritornando in se
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permodo ch'ogni tentazione sì si p
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altra cosa, l'Arcagnolo conchiuse:
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un'altra volta; e detto che l'ebbe,
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quale luogo si dovea fare Capitolo
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confessato da me, ed io t'ho intera
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contemplazione, e li frati l'aveano
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Il dire suo, cioè del detto frate
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en piccolo fanciullo, egli cominci
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Di che frate Giovanni ancora con ma
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Al tempo che frate Iacopo da Faller
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