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San Francesco d'Assisi I "Fioretti" - Camino Neocatecumenal

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gridava forte e come ebbro di spirito tra se medesimo non ristava didire: Hoc est corpas meum: però che dicendo queste parole, gliparea vedere Cristo benedetto con la vergine Maria e conmoltitudine d'Agnoli. E in questo dire era alluminato dallo Spiritosanto di tutti i profondi e alti misteri di quello altissimo Sacramento.E fatta che fu l'aurora egli entrò in chiesa con quel fervore di spiritoe con quella ansietà e con quello dire, non credendo essere udito néveduto da persona, ma in coro era alcuno frate in orazione il qualeudiva e vedeva tutto. E non potendo in quello fervore contenersiper l'abbondanza della divina grazia, gridava ad alta voce; e tantostette in questo modo, che fu ora di dire messa; onde egli s'andò aparare allo altare e cominciò la messa. E quanto più procedevaoltre, tanto più gli cresceva l'amore di Cristo e quello fervore delladivozione, col quale e' gli era dato un sentimento di Dio ineffabile, ilquale egli medesimo non sapea né potea poi esprimere con lalingua. Di che temendo egli che quello fervore e sentimento di Diocrescesse tanto che gli convenisse lasciare la messa, fu in grandeperplessità e non sapea che parte si prendere, o di procedere oltrenella messa o di stare a aspettare. Ma imperò che altra volta gli eraaddivenuto simile caso, e 'l Signore avea sì temperato quellofervore che non gli era convenuto lasciare la messa; confidandosi dipotere così fare questa volta, con grande timore si mise aprocedere oltre nella messa; e pervenendo insino al Prefazio dellaDonna, gli cominciò tanto a crescere la divina illuminazione e lagraziosa soavità dello amore di Dio, che vegnendo a Qui pridiequam, appena potea sostenere tanta soavità e dolcezza. Finalmentegiugnendo all'atto della consecrazione, e detto la metà delle parolesopra l'ostia, cioè Hoc est enim, per nessuno modo potea procederepiù oltre, ma pure repetia queste medesime parole, cioè Hoc estenim; e la cagione perché non potea procedere più oltre, si era chee' sentia e vedea la presenza di Cristo con moltitudine di Agnoli, lacui maestà non potea sofferire; e vedea che Cristo non entravanella ostia, né ovvero che l'ostia non si transustanziava nel corpo diCristo se egli non proferia l'altra metà delle parole, cioè corpusmeum. Di che stando egli in questa ansietà e non procedendo piùoltre, il guardiano e gli altri frati ed eziandio molti secolari ch'eranoin chiesa ad udire la messa, s'appressarono allo altare e stavanoispaventati a vedere e a considerare gli atti di frate Giovanni; emolti di loro piagnevano per divozione. Alla perfine, dopo grandespazio, cioè quando piacque a Dio, frate Giovanni proferì Corpusmeam ad alta voce; e di subito la forma del pane isvanì, e nell'ostiaapparì Gesù Cristo benedetto incarnato e glorificato, e dimostroglila umiltà e carità la quale il fece incarnare della vergine Maria e la

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