ch'egli udiva, gli venne veduta una luce mirabile la quale attorniavasanto <strong>Francesco</strong>, e in essa vide Cristo e la Vergine Maria e santoGiovanni Battista e l'Evangelista e grandissima moltitudine d'Agnoli,li quali parlavano con santo <strong>Francesco</strong>.Vedendo questo il fanciullo e udendo, cadde in terra tramortito. Poi,compiuto il misterio di quella santa apparizione e tornando santo<strong>Francesco</strong> al luogo, trovò il detto fanciullo, col piè, giacere nella viacome morto, e per compassione si lo levò e arrecollosi in braccia eportollo come fa il buono pastore alle sue pecorelle.E poi sapendo da lui com'egli avea veduta la detta visione, sì glicomandò che non lo dicesse mai a persona, cioè mentre che eglifosse vivo. Il fanciullo poi, crescendo in grazia di Dio e divozione disanto <strong>Francesco</strong>, fu uno valente uomo in nello Ordine, ed esso dopola morte di santo <strong>Francesco</strong>, rivelò alli frati la detta visione.A laude di Gesù Cristo e del poverello <strong>Francesco</strong>. Amen.Capitolo diciottesimo.Del maraviglioso Capitolo che tenne santo <strong>Francesco</strong> a <strong>San</strong>ta Mariadegli Agnoli dove furono oltre a cinquemila frati.Il fedele servo di Cristo santo <strong>Francesco</strong> tenne una volta unCapitolo generale a <strong>San</strong>ta Maria degli Agnoli, al quale Capitolo siraunò oltre cinquemila frati; e vennevi santo Domenico, capo efondamento dell'Ordine de' frati Predicatori, il quale allora andava diBorgogna a Roma, e udendo la congregazione del Capitolo chesanto <strong>Francesco</strong> facea in nel piano di <strong>San</strong>ta Maria degli Agnoli, si loandò a vedere con sette frati dell'Ordine suo. Fu ancora al dettoCapitolo uno Cardinale divotissimo di santo <strong>Francesco</strong>, al quale egliavea profetato ch'egli dovea essere Papa, e così fu, il qualeCardinale era venuto istudiosamente da Perugia, dov'era la corte adAscesi; e ogni dì veniva a vedere santo <strong>Francesco</strong> e' suoi frati, ealcuna volta cantava la messa, alcuna volta faceva il sermone a'frati in Capitolo; e prendea il detto Cardinale grandissimo diletto edivozione, quando venia a visitare quel santo collegio. E veggendosedere in quella pianura intorno a <strong>San</strong>ta Maria i frati a schiera aschiera, qui quaranta, ove cento, dove ottanta insieme, tuttioccupati nel ragionare di Dio, in orazioni, in lagrime, in esercizi dicarità, e stavano con tanto silenzio e con tanta modestia, che ivinon si sentia uno romore, nessuno stropiccìo e maravigliandosi ditanta moltitudine in uno così ordinata, con lagrime e con grande
devozione diceva: «Veramente questo si è il campo e lo esercito de'cavalieri di Dio!».Non si udiva in tanta moltitudine niuno parlare favole o bugie, madovunque si raunava ischiera di frati, quelli oravano, o eglinodiceano ufficio, o piagneano i peccati loro o dei loro benefattori, ol'ragionavano della salute delle anime. Erano in quel campo tetti digraticci e di stuoie, e distinti per torme, secondo i frati di diverseProvincie; e però si chiamava quel Capitolo, il Capitolo di graticciovvero di stuoie. I letti loro si era la piana terra e chi avea un pocodi paglia; i capezzali si erano o pietre o legni. Per la qual ragione siera tanta divozione di loro, a chiunque li udiva o vedeva, e tanto lafama della loro santità, che della corte del Papa, ch'era allora aPerugia, e delle altre terre della Valle di Spulito veniano a vederemolti conti, baroni e cavalieri ed altri gentili uomini e molti popolanie cardinali e vescovi e abati e con molti altri cherici, per vederequella così santa e grande congregazione e umile, la quale il mondonon ebbe mai, di tanti santi uomini insieme; e principalmenteveniano a vedere il capo e padre santissimo di quella santa gente, ilquale avea rubato al mondo così bella preda e raunato così bello edivoto gregge a seguitare l'orme del vero pastore Gesù Cristo.Essendo dunque raunato tutto il Capitolo generale, il santo padre ditutti e generale ministro santo <strong>Francesco</strong> in fervore di spiritopropone la parola di Dio, e predica loro in alta voce quello che loSpirito <strong>San</strong>to gli facea parlare; e per tema del sermone propuosequeste parole: «Figliuoli miei, gran cose abbiamo promesse a Dio,troppo maggiori sono da Dio promesse a noi se osserviamo quelleche noi abbiamo promesse a lui; e aspettiamo di certo quelle chesono promesse a noi. Brieve è il diletto del mondo, ma la pena cheseguita ad esso è perpetua. Piccola è la pena di questa vita, ma lagloria dell'altra vita è infinita». E sopra queste parole predicandodivotissimamente, confortava e induceva tutti i frati a obbidienza ea riverenza della santa madre Chiesa e alla canta fraternale, e adorare per tutto il popolo Iddio, ad avere pazienza nelle avversità delmondo e temperanza nelle prosperità, e tenere mondizia e castitàangelica, e ad avere concordia e pace con Dio e con gli uomini econ la propria coscienza, e amore e osservanza della santissimapovertà. E quivi disse egli: «lo comando, per merito della santaobbedienza, che tutti voi che siete congregati che nessuno di voiabbia cura né sollecitudine di veruna cosa di mangiare o di bere odi cose necessarie al corpo, ma solamente intendere a orare elaudare Iddio; e tutta la sollecitudine del corpo vostro lasciate a lui,imperò ch'egli ha spezialmente cura di voi». E tutti quantiricevettono questo comandamento con allegro cuore e lieta faccia.
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Il dire suo, cioè del detto frate
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en piccolo fanciullo, egli cominci
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Di che frate Giovanni ancora con ma
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Al tempo che frate Iacopo da Faller
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imperò che per lo impeto dello Spi
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quale il fa venire ognindì nelle m