La provincia della Marca d'Ancona fu anticamente, a modo che 'lcielo di stelle, adornata di santi ed esemplari frati, li quali, a modoche luminari di cielo, hanno alluminato e adornato l'Ordine di santo<strong>Francesco</strong> e il mondo con esempi e con dottrina. Tra gli altri furonoin prima frate Lucido Antico, lo quale fu veramente lucente persantità e ardente per carità divina; la cui gloriosa lingua, informatadallo Spirito <strong>San</strong>to, facea maravigliosi frutti in predicazione.Un altro fu frate Bentivoglia da <strong>San</strong>to Severino, il quale fu vedutoda frate Masseo da <strong>San</strong> Severino essere levato in aria per grandespazio istando egli in orazione nella selva; per lo quale miracolo ildevoto frate Masseo, essendo allora piovano, lasciato il piovanato,fecesi frate Minore; e fu di tanta santità, che fece molti miracoli invita e in morte, ed è riposto il corpo suo a Murro. Il sopraddettofrate Bentivoglia, dimorando una volta a Trave Bonanti solo, aguardare e a servire a uno lebbroso, essendogli in comandamentodel Prelato di partirsi indi e andare a un altro luogo, lo quale era dilungi quindici miglia, non volendo abbandonare quello lebbroso, congrande fervore di carità sì lo prese e puoselosi in sulla ispalla eportollo dall'aurora insino al levare del sole tutta quella via dellequindici miglia infino al detto luogo, dov'egli era mandato, che sichiamava Monte <strong>San</strong>cino. Il quale viaggio, se fusse istato aquila,non avrebbe potuto in così poco tempo volare: e di questo divinomiracolo fu grande istupore e ammirazione in tutto quello paese.Un altro fu frate Pietro da Monticello, il quale fu veduto da frateServodio da Urbino (allora essendo guardiano nel luogo vecchiod'Ancona) levato da terra corporalmente cinque ovvero sei bracciainsino appiè dello Crocifisso della chiesa, dinanzi al quale stava inorazione. E questo frate Pietro, digiunando una volta la quaresimadi santo Michele Arcagnolo con grande divozione, e l'ultimo dì diquella quaresima istandosi in chiesa in orazione, fu udito da unfrate giovane, il quale istudiosamente stava nascosto sotto l'altaremaggiore per vedere qualche atto della sua santità, e udito parlarecon santo Michele Arcagnolo, e le parole che diceano erano queste.Dicea santo Michele: "Frate Pietro, tu ti se' affaticato fedelementeper me, e in molti modi hai afflitto il tuo corpo; ecco io sono venutoa consolarti acciò che tu domandi qualunque grazia tu vuogli, e iote la voglio impetrare da Dio". Rispondea frate Pietro: "<strong>San</strong>tissimoPrencipe della milizia celestiale e fedelissimo zelatore dello amoredivino e pietoso protettore delle anime, io t'addomando questagrazia, che tu mi impetri da Dio la perdonanza delle miei peccati".Rispuose santo Michele: "Chiedi altra grazia, ché questa t'accatteròio agevolissimamente". E frate Pietro non domandando nessuna
altra cosa, l'Arcagnolo conchiuse: "Io, per la fede e divozione laquale tu hai in me, ti procaccio cotesta grazia che tu addimandi emolte altre". E compiuto il loro parlare, il quale durò per grandespazio, l'Arcagnolo santo Michele si partì, lasciandolo sommamenteconsolato.Al tempo di questo santo frate Pietro, fu il santo frate Currado daOffida, il quale essendo insieme di famiglia nel luogo di Forano dellacustodia d'Ancona, il detto frate Currado se ne andò un dì nellaselva a contemplare di Dio, e frate Pietro segretamente andòdirietro a lui per vedere ciò che gli addivenisse. E frate Curradocominciò a stare in orazione e pregare divotissimamente la VergineMaria con grande pietà ch'ella gli accattasse questa grazia dal suobenedetto Figliuolo, ch'egli sentisse un poco di quella dolcezza laquale sentì santo Simeone il dì della Purificazione quand'egli portòin braccio Gesù Salvatore benedetto. E fatta questa orazione, lamisericordiosa Vergine Maria lo esaudì: eccoti ch'apparve la Reinadel cielo col suo Figliuolo benedetto in braccio, con grandissimachiarità di lume; e appressandosi a frate Currado, sì gli puose inbraccio quello benedetto Figliuolo, il quale egli ricevendo,divotissimamente abbracciandolo e baciandolo e strignendolosi alpetto, tutto si struggeva e risolveva in amore divino e inesplicabileconsolazione. E frate Pietro simigliantemente, il quale di nascostovedea ogni cosa, sentì nell'anima sua una grandissima dolcezza econsolazione. E partendo la Vergine Maria da frate Currado, fratePietro in fretta si ritornò al luogo, per non essere veduto da lui; mapoiché quando frate Currado tornava tutto allegro e giocondo, glidisse frate Pietro: "O cielico, grande consolazione hai avuta oggi";dicea frate Currado: "Che è quello che tu dici, frate Pietro, e che saitu quello che io m'abbia avuto?". "Ben so io, ben so, dicea fratePietro, come la Vergine Maria col suo benedetto figliuolo t'havisitato". Allora frate Currado, il quale come veramente umiledesiderava d'essere segreto nelle grazie di Dio, sì lo pregò che nonlo dicesse a persona. E fu sì grande l'amore d'allora innanzi tra lorodue, che un cuore e una anima parea che fusse infra loro in ognicosa.E 'l detto frate Currado una volta, nello luogo di Siruolo, con le sueorazioni liberò una femmina indemoniata orando per lei tutta lanotte e apparendo alla madre sua; e la mattina si fuggì per nonessere trovato e onorato dal popolo.A laude di Gesù Cristo e del poverello <strong>Francesco</strong>. Amen.Capitolo Quarantatreesimo.
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