Masseo non sa che si fare, né che si rispondere a colui; imperò chese dicesse: frate Elia non può venire, mentiva; se dicea come eraturbato e non vuol venire, si temea di dargli male esempio. E peròche intanto frate Masseo penava a tornare, il giovane picchiòun'altra volta come in prima; e poco stante tornò frate Masseo allaporta e disse al giovine: «Tu non hai osservato la mia dottrina nelpicchiare». Rispuose il giovane: «Frate Elia non vuole venire a me;ma va' e di' a frate <strong>Francesco</strong> ch'io son venuto per parlare con lui;ma però ch'io non voglio impedire lui della orazione, digli che mandia me frat'Elia».E allora frate Masseo, n'andò a santo <strong>Francesco</strong> il quale orava nellaselva colla faccia levata al cielo, e dissegli tutta la imbasciata delgiovane e la risposta di frat'Elia. E quel giovane era l'Agnolo di Dioin forma umana. Allora santo <strong>Francesco</strong>, non mutandosi del luogoné abbassando la faccia, disse a frate Masseo: «Va' e di' a frat'Eliache per obbidienza immantanente vada a quello giovane». Udendofrat'Elia l'ubbidienza di santo <strong>Francesco</strong>, andò alla porta moltoturbato, e con grande empito e romore gli aperse e disse algiovane: «Che vuo' tu?». Rispuose il giovane: «Guarda, frate, chetu non sia turbato, come pari, però che l'ira impedisce l'animo enon lascia discernere il vero». Disse frat'Elia: «Dimmi quello che tuvuoi da me».Rispuose il giovane: «Io ti domando, se agli osservatori del santoVangelo è licito di mangiare di ciò che gli è posto innanzi, secondoche Cristo disse a' suoi discepoli. E domandoti ancora, se a nessunouomo è lecito di porre dinanzi alcuna cosa contraria alla libertàevangelica». Rispuose frat'Elia superbamente: «Io so bene questo,ma non ti voglio rispondere: va' per li fatti tuoi».Disse il giovane: «Io saprei meglio rispondere a questa quistioneche tu». Allora frat'Elia turbato e con furia chiuse l'uscio e partissi.Poi cominciò a pensare della detta quistione e dubitarne fra sémedesimo; e non la sapea solvere. Imperò ch'egli era Vicariodell'Ordine, e avea ordinato e fatto costituzione, oltr'al Vangelo edoltr'alla Regola di santo <strong>Francesco</strong>, che nessuno frate nell'Ordinemangiasse carne; sicché la detta quistione era espressamentecontra di lui. Di che non sapendo dichiarare se medesimo, econsiderando la modestia del giovane e che gli avea detto ch'e'saprebbe rispondere a quella quistione meglio di lui, ritorna allaporta e aprilla per domandare il giovane della predetta quistione,ma egli s'era già partito; imperò che la superbia di frat'Elia non eradegna di parlare con l'Agnolo. Fatto questo, santo <strong>Francesco</strong>, alquale ogni cosa da Dio era stata rivelata, tornò dalla selva, efortemente con alte voci riprese frat'Elia, dicendo: «Male fate,
frat'Elia superbo, che cacciate da noi gli Agnoli santi, li quali civengono ammaestrare; io ti dico ch'io temo forte che la tuasuperbia non ti faccia finire fuori di quest'Ordine». E così gliaddivenne poi, come santo <strong>Francesco</strong> gli predisse, però che e' morìfuori dell'Ordine.Il dì medesimo, in quell'ora che quello Agnolo si partì, si apparì egliin quella medesima forma a frate Bernardo, il quale tornava dasanto Jacopo ed era alla riva d'un grande fiume; e salutollo in suolinguaggio dicendo: «Iddio ti dia pace, o buono frate».E maravigliandosi forte il buono frate Bernardo e considerando labellezza del giovane e la loquela della sua patria, colla salutazionepacifica e colla faccia lieta sì 'l dimandò: «Donde vieni tu, buonogiovane?». Rispuose l'Agnolo: «Io vengo di cotale luogo dovedimora santo <strong>Francesco</strong>, e andai per parlare con lui e non ho potutoperò ch'egli era nella selva a contemplare le cose divine, e io nonl'ho voluto storpiare. E in quel luogo dimorano frate Masseo e frateEgidio e frat'Elia; e frate Masseo m'ha insegnato picchiare la porta amodo di frate. Ma frat'Elia, però che non mi volle rispondere dellaquistione ch'io gli propuosi, poi se ne pentì; e volle udirmi evedermi, e non potè». Dopo queste parole disse l'Agnolo a frateBernardo: «Perchè non passi tu di là?». Rispuose frate Bernardo:«Però ch'io temo del pericolo per la profondità dell'acqua ch'ioveggio». Disse l'Agnolo: «Passiamo insieme; non dubitare».E prese la sua mano, e in uno batter d'occhio il puose dall'altraparte del fiume. Allora frate Bernardo conobbe ch'egli era l'Agnolodi Dio, e con grande reverenza e gaudio ad alta voce disse: «OAgnolo benedetto di Dio, dimmi qual è il nome tuo».Rispuose l'Agnolo: «Perché domandi tu del nome mio, il quale èmaraviglioso?». E detto questo, l'Agnolo disparve e lasciò frateBernardo molto consolato, in tanto che tutto quel cammino e' fececon allegrezza. E considerò il dì e l'ora che l'Agnolo gli era apparito;e giungendo al luogo dove era santo <strong>Francesco</strong> con li predetticompagni, recitò loro ordinatamente ogni cosa. E conobbonocertamente che quel medesimo Agnolo, in quel dì e in quell'ora, eraapparito a loro e a lui. E ringraziarono Iddio.A laude di Gesù Cristo e del poverello <strong>Francesco</strong>. Amen.Capitolo quinto.Come il santo frate Bernardo d'Ascesi fu da santo <strong>Francesco</strong>mandato a Bologna, e là pres'egli luogo.
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ingraziando Iddio si partì, lascia
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donerà se medesimo e sarà nostro
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pericolo, volentieri ne prenderei p
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vivere. Iddio vostro creatore corte
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permodo ch'ogni tentazione sì si p
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altra cosa, l'Arcagnolo conchiuse:
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un'altra volta; e detto che l'ebbe,
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quale luogo si dovea fare Capitolo
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confessato da me, ed io t'ho intera
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contemplazione, e li frati l'aveano
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Il dire suo, cioè del detto frate
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en piccolo fanciullo, egli cominci
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Di che frate Giovanni ancora con ma
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Al tempo che frate Iacopo da Faller
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imperò che per lo impeto dello Spi
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quale il fa venire ognindì nelle m