vera obbidienza, egli in prima incominciò a fare, che 'nsegnare.Onde avendo assegnato a' compagni l'altre partì del mondo, egliprendendo frate Masseo per compagno prese il cammino verso laprovincia di Francia. E pervenendo un dì a una villa assai affamati,andarono, secondo la Regola, mendicando del pane per l'amore diDio; e santo <strong>Francesco</strong> andò per una contrada, e frate Masseo perun'altra. Ma imperò che santo <strong>Francesco</strong> era uomo troppodisprezzato e piccolo di corpo, e perciò era riputato un vilepoverello da chi non lo conosceva, non accattò se non parecchibocconi e pezzuoli di pane secco, ma frate Masseo, imperò che erauomo grande e bello del corpo, sì gli furono dati buoni pezzi egrandi e assai e del pane intero.Accattato ch'egli ebbono, si si raccolsono insieme fuori della villa inuno luogo per mangiare, dov'era una bella fonte, e allato avea unabella pietra larga, sopra la quale ciascuno puose tutte le limosmech'avea accattate. E vedendo santo <strong>Francesco</strong> che li pezzi del panedi frate Masseo erano più e più belli e più grandi che li suoi fecegrandissima allegrezza e disse così: «O frate Masseo, noi non siamodegni di così grande tesoro».E ripetendo queste parole più volte, rispose frate Masseo: «Padre,come si può chiamare tesoro, dov'è tanta povertà e mancamento diquelle cose che bisognano? Qui non è tovaglia, né coltello, nétaglieri, né scodelle, né casa, né mensa, né fante, né fancella».Disse santo <strong>Francesco</strong>: «E questo è quello che io riputo grandetesoro, dove non è cosa veruna apparecchiata per industria umana;ma ciò che ci è, è apparecchiato dalla provvidenza divina, siccomesi vede manifestamente nel pane accattato, nella mensa dellapietra così bella, e nella fonte così chiara. E però io voglio che 'ltesoro della santa povertà così nobile il quale ha per servidoreIddio, ci faccia amare con tutto il cuore».E dette queste parole, e fatta orazione e presa la refezionecorporale di questi pezzi del pane e di quella acqua, si levarono percamminare in Francia.E giungendo ad una chiesa, disse santo <strong>Francesco</strong> al compagno:«Entriamo in questa chiesa ad orare».E vassene santo <strong>Francesco</strong> dietro all'altare, e puosesi in orazione, ein quella orazione ricevette dalla divina visitazione sì eccessivofervore, il quale infiammò sì fattamente l'anima sua ad amore dellasanta povertà, che tra per lo colore della faccia e per lo nuovoisbadigliare della bocca parea che gittasse fiamme d'amore. Evenendo così infocato al compagno gli disse: «A, A, A, frateMasseo, dammi te medesimo».
E così disse tre volte, e nella terza volta santo <strong>Francesco</strong> levò colfiato frate Masseo in aria, e gittollo dinanzi a sé per ispazio d'unagrande asta di che esso frate Masseo ebbe grandissimo stupore.Recitò poi alli compagni che in quello levare e sospignere col fiato ilquale gli fece santo <strong>Francesco</strong>, egli sentì tanta dolcezza d'animo econsolazione dello Spirito <strong>San</strong>to, che mai in vita sua non ne sentìtanta. E fatto questo disse santo <strong>Francesco</strong>: «Compagno miocarissimo, andiamo a santo Pietro e a santo Paulo, e preghiamolich'eglino c'insegnino e aiutino a possedere il tesoro ismisurato dellasantissima povertà imperò ch'ella è tesoro sì degnissimo e sì divino,che noi non siamo degni di possederlo nelli nostri vasi vilissimi, conciò sia cosa che questa sia quella virtù celestiale, per la quale tuttele cose terrene e transitorie si calcano, e per la quale ogni impacciosi toglie dinanzi all'anima, acciò ch'ella si possa liberamentecongiungere con Dio eterno. Questa è quella virtù la quale fal'anima, ancor posta in terra, conversare in cielo con gli Agnoli.Questa è quella ch'accompagnò Cristo in sulla croce; con Cristo fusoppellita, con Cristo resuscitò, con Cristo salì in cielo; la qualeeziandio in questa vita concede all'anime, che di lei innamorano,agevolezza di volare in cielo; con ciò sia cosa ch'ella guardi l'armidella vera umiltà e carità. E però preghiamo li santissimi Apostoli diCristo, li quali furono perfetti amatori di questa perla evangelica,che ci accattino questa grazia dal nostro Signore Gesù Cristo, cheper la sua santissima misericordia ci conceda di meritare d'essereveri amatori, osservatori ed umili discepoli della preziosissima,amatissima ed evangelica povertà».E in questo parlare giunsono a Roma, ed entrarono nella chiesa disanto Pietro; e santo <strong>Francesco</strong> si puose in orazione in unocantuccio della chiesa, e frate Masseo nell'altro. E standolungamente in orazione con molte lagrime e divozione, apparvono asanto <strong>Francesco</strong> li santissimi apostoli Pietro e Paulo con grandesplendore, e dissono: «Imperò che tu addimandi e disideri diosservare quello che Cristo e li santi Apostoli osservarono, il nostroSignore Gesù Cristo ci manda a te annunziarti che la tua orazione èesaudita, ed ètti conceduto da Dio a te e a' tuoi seguaciperfettissimamente il tesoro della santissima povertà. E ancora dasua parte ti diciamo, che qualunque a tuo esempio seguiteràperfettamente questo disiderio, egli è sicuro della beatitudine di vitaeterna; e tu e tutti i tuoi seguaci sarete da Dio benedetti». E dettequeste parole disparvono, lasciando santo <strong>Francesco</strong> pieno diconsolazione. Il quale si levò dalla orazione e ritornò al suocompagno e domandollo se Iddio gli avea rivelato nulla, ed eglirispuose che no. Allora santo <strong>Francesco</strong> sì gli disse come li santi
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un'altra volta; e detto che l'ebbe,
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confessato da me, ed io t'ho intera
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contemplazione, e li frati l'aveano
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Il dire suo, cioè del detto frate
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Di che frate Giovanni ancora con ma
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Al tempo che frate Iacopo da Faller
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