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Sintesi non tecnica - Comune di Gela

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Variante al Piano Regolatore Generale – (PRG) del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Gela</strong>Rapporto Ambientale (VAS)Il Biviere – si tratta <strong>di</strong> un “bacino naturale parzialmente ampliato con interventi artificiali; luogo nevralgico perla migrazione dell’avifauna”, appartenente all’habitat delle acque dolci, tutelato dalla L.1497/39. ”Macconi <strong>di</strong> <strong>Gela</strong> – si tratta <strong>di</strong> una “spiaggia a dune con macchia a ginestra e ginepro e vegetazione <strong>di</strong> dunacaratteristica dell’Agropyretum me<strong>di</strong>terraneum; avifauna <strong>di</strong> rilievo: numerose specie <strong>di</strong> limicoli migratori;entomofauna ricca e interessante”, appartenente all’habitat delle dune marittime e continentali, tutelato dallaL.431/85;Foce del fiume Acate – è “un importante ambiente deltizio, unica località del Me<strong>di</strong>terraneo segnalata comesito <strong>di</strong> ovodeposizione della tartaruga liuto (Dermochelys coriacea)” in località Acate <strong>Gela</strong>, appartenenteall’habitat delle acque dolci, tutelato dalla L.431/85.Il Parco Territoriale <strong>di</strong> Montelungo - Dal punto <strong>di</strong> vista morfologico ambientale Montelungo si pone da un latocome barriera naturale fra il mare Me<strong>di</strong>terraneo e la grande Piana <strong>di</strong> <strong>Gela</strong>, dall’altro come elemento <strong>di</strong> rotturain un paesaggio che altrimenti risulterebbe piatto e privo <strong>di</strong> vegetazione arborea. Rappresenta in questo sensoun elemento paesaggistico <strong>di</strong> insolita bellezza, soprattutto nella fascia a mare che si concretizza quale massimaespressione del connubio mare-natura.4.2 Ambiente urbano e beni materialiPer facilità <strong>di</strong> esposizione e per rendere un quadro imme<strong>di</strong>ato della storia urbana, <strong>non</strong>ché <strong>di</strong> quella sociale delpaese, viene proposta una sud<strong>di</strong>visione della città in sette macro-zone. Il criterio utilizzato per sud<strong>di</strong>videre lacittà, mette insieme il periodo storico <strong>di</strong> riferimento ed il tipo <strong>di</strong> tessuto urbanistico realizzato.Il centro storico federicianoE’ questo il vero centro <strong>di</strong> <strong>Gela</strong>, da riscoprire e valorizzare, collocato in prossimità del fiume <strong>Gela</strong>. La zona,<strong>non</strong>ostante i successivi interventi e<strong>di</strong>lizi, presenta ancora un tessuto compatto, a maglia ortogonale, benin<strong>di</strong>viduabile che può considerarsi omogeneo anche dal punto <strong>di</strong> vista sociale ed economico.Il Centro Storico NovecentescoSi è sviluppato a ridosso del nucleo federiciano, ad ovest con i tessuti più antichi del Buvero, a sud con ilriempimento della fascia tra il mare e le mura federiciane, fino alla collina archeologica sul fiume <strong>Gela</strong>(Acropoli) ed ai tessuti densi e compatti della Carrubbazza.La zona d'Espansione degli anni '50 e '60Si fa riferimento a due <strong>di</strong>stinte parti <strong>di</strong> città. Una si trova imme<strong>di</strong>atamente a Nord del Centro storico,denominata Villaggio Al<strong>di</strong>sio, l’altra è invece l’espansione che la città ha seguito ad Ovest, seguendo l’asseprincipale che, dalla cattedrale porta al cimitero, l’o<strong>di</strong>erno Corso Vittorio Emanuele, in particolare laddove<strong>di</strong>venta oggi Corso Salvatore Al<strong>di</strong>sio. Questa zona è in gran parte l'esito <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione povera e <strong>di</strong>necessità, realizzati attraverso auto-costruzione e contrad<strong>di</strong>stinti dall'uso <strong>di</strong> tipologie e<strong>di</strong>lizie estremamentesemplici. Il tessuto e<strong>di</strong>lizio pur essendo frutto <strong>di</strong> un’e<strong>di</strong>lizia spontanea, continua in via <strong>di</strong> massima lo schemaortogonale del centro storico e risulta, oltre che ben delimitato, anche sufficientemente or<strong>di</strong>nato. Il VillaggioAl<strong>di</strong>sio, agglomerato residenziale esito <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> infrastrutturazione e popolamento dell’agro gelesenella prima metà degli anni '50, ha un tessuto <strong>non</strong> compatto, che risponde in parte alle logiche organicorazionaliste.La zona residenziale <strong>di</strong> Capo Soprano - ScavoneQuesta zona, che si è sviluppata dai primi anni '70 fino ad oggi, è contrad<strong>di</strong>stinta da un’e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> buonaqualità, realizzata dalle imprese e<strong>di</strong>li locali in risposta ad una domanda abitativa <strong>di</strong> maggiore pregio. Essaoccupa un promontorio <strong>di</strong> grande valore paesaggistico, lo stesso nel quale le ricerche archeologiche hannomesso in luce parte delle fortificazioni antiche della città, oggi parco archeologico. Il tessuto e<strong>di</strong>lizio,<strong>non</strong>ostante tutto, poiché segue l’andamento altimetrico della collina, <strong>non</strong> risulta or<strong>di</strong>nato e in alcuni casirisponde più a criteri <strong>di</strong> massimo sfruttamento e<strong>di</strong>lizio, piuttosto che ad un <strong>di</strong>segno urbano. Verso ovest, aimargini della collina, vi sono episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia PEEP, in zona Macchitella - Scavone, costituiti da e<strong>di</strong>ficiPagina 31 <strong>di</strong> 68

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