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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...7. Storia naturale <strong>del</strong>la malattia neoplastica nell'uomoTra il momento <strong>in</strong> cui, silenziosamente, la malattia neoplastica com<strong>in</strong>cia e quello <strong>in</strong>cui ci si accorge <strong>del</strong>la sua presenza <strong>in</strong>tercorre un periodo di tempo più o menolungo che si designa come periodo di latenza o tempo di <strong>in</strong>duzione e si def<strong>in</strong>iscecome ‟il periodo che passa fra la prima esposizione al cancerogeno e la comparsa<strong>del</strong> tumore" (v. Ste<strong>in</strong>er, 1953).a) Fasi <strong>del</strong>la malattia neoplasticaDurante il periodo di latenza si verificano <strong>in</strong> realtà più fenomeni. Infatti, alla primaapplicazione di un cancero- geno non seguono spesso per qualche tempomodificazioni apprezzabili a livello istologico, sebbene modificazioni dei caratteribiologici, chimici e ultrastrutturali <strong>del</strong>le cellule costituenti il tessuto possanorealizzarsi anche <strong>in</strong> maniera istantanea o <strong>in</strong> brevissimo tempo. Dopo un certoperiodo com<strong>in</strong>ciano <strong>in</strong> genere a manifestarsi lesioni chiamate preneoplastiche,perché con frequenza precedono lo sviluppo di un carc<strong>in</strong>oma. Spesso tali lesion<strong>in</strong>on mostrano alcun attributo di malignità attuale, ma l'analisi <strong>del</strong> lorocomportamento biologico per mezzo dei trapianti consente di dimostrarne neglianimali la natura precancerosa (v. DeOme e altri, 1959), È nell'ambito di questelesioni che si realizza di solito la trasformazione maligna (v. Foulds, The histologicanalysis... II, 1956; v. Squart<strong>in</strong>i e Rossi, 1962; v. Squart<strong>in</strong>i e Severi, 1964). Quandola trasformazione maligna si è verificata, <strong>in</strong>izia lo sviluppo di una popolazionecellulare autonoma che però può essere apprezzata cl<strong>in</strong>icamente soltanto quando,per aver superato certe dimensioni, essa diviene palpabile o comunque valutabileattraverso la semeiologia fisica, radiologica, sc<strong>in</strong>tigrafica o la s<strong>in</strong>tomatologiasoggettiva e obiettiva (v. Severi e Squart<strong>in</strong>i, 1955).Corollari di quanto detto sopra sono che la malattia neoplastica nell'uomo ha <strong>in</strong>genere una lunga durata, talora di parecchi anni, e che la sua fase cl<strong>in</strong>ica è come lapunta di un iceberg, per la maggior parte sotto il livello cl<strong>in</strong>ico e perciò ben pococonosciuta.b) Il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong> cancro mammarioUn esempio che particolarmente bene serve a illustrare le fasi <strong>del</strong>la malattianeoplastica è fornito dal cancro <strong>del</strong>la mammella, il più frequente nel sessofemm<strong>in</strong>ile e uno dei più frequenti <strong>in</strong> assoluto, particolarmente studiato <strong>in</strong> questosecolo appunto per la sua frequenza, per la sua gravità, per la sua accessibilità eanche per il fatto che dispone di uno dei mo<strong>del</strong>li sperimentali meglio conosciuti (v.Squart<strong>in</strong>i, 1966).Nel mo<strong>del</strong>lo sperimentale, come nel cancro <strong>del</strong>la mammella umana, un pienosviluppo <strong>del</strong>l'albero ghiandolare mammario è richiesto prima che compaianoalterazioni apprezzabili le quali condurranno poi alla formazione di un tumore. Lamammogenesi può essere def<strong>in</strong>ita qu<strong>in</strong>di come la prima tappa <strong>del</strong>la cancerogenesimammaria. La mammogenesi procede dalle gemme; ciascuna gemma sviluppa deidotti, i dotti term<strong>in</strong>ali sviluppano gli alveoli e quando la proliferazione alveolare èavanzata compaiono i lobuli mammari. Al term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>lo sviluppo, l'alberoghiandolare <strong>del</strong>la mammella, visualizzato nelle tre dimensioni, somiglia qu<strong>in</strong>dimolto a un albero con i suoi rami (i dotti) e le foglie o i grappoli di frutta (i lobuli egli ac<strong>in</strong>i). Queste strutture sono strettamente dipendenti dagli ormoni per il lorosviluppo e per il loro mantenimento.La seconda tappa nella cancerogenesi mammaria sperimentale e umana èrappresentata di solito da lesioni iperplastiche, preneoplastiche alveolari, ducturario dottali. La lesione preneoplastica più nota nel mo<strong>del</strong>lo mur<strong>in</strong>o è rappresentatadai noduli di iperplasia alveolare. Questi somigliano ai lobuli normali, madifferiscono da essi perché dotati di maggiore autonomia, cioè meno dipendentidagli ormoni dei lobuli a loro simili (v. Squart<strong>in</strong>i, 1959; v. DeOme e altri, 1962).Recenti studi morfologici e trapianti hanno mostrato che anche nella mammellaumana vi sono lesioni, come i lobuli atipici e i lobuli postmenopausali persistenti,da <strong>in</strong>terpretare come possibili lesioni preneoplastiche (v. Well<strong>in</strong>gs e altri, 1975; v.Jensen e altri, 1976).C'è oggi qualche discussione a tale riguardo circa il dest<strong>in</strong>o di alcune lesioni19 di 121 23/05/13 11:13

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