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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...sottrattiva (ovariectomia, talora associata a surrenectomia per ridurre laconcentrazione ematica degli estrogeni) con validi risultati pratici e sperimentali(v. Currie e Ill<strong>in</strong>gworth, 1958; v. DeS ombre e altri, 1976). A tali terapie sonosensibili i tumori le cui cellule conservano recettori estrogenici e perciò si sonosviluppate tecniche per la dimostrazione di tali recettori nei tessuti neoplastici (v.McGuire e altri, 1975). Gli estrogeni vengono usati con successo nella terapia <strong>del</strong>carc<strong>in</strong>oma prostatico, i progest<strong>in</strong>ici nella cura <strong>del</strong> cancro metastatico<strong>del</strong>l'endometrio (v. Stoll, 1972).g) ImmunoterapiaLa capacità dei tumori di suscitare una risposta immunitaria nell'ospite e lepossibili applicazioni terapeutiche di tale fenomeno sono già state discusse oaccennate nel cap. 6. Si è già detto anche che alcuni tumori (corionepitelioma,l<strong>in</strong>foma di Burkitt, neuroblastoma, melanoma, ecc.) sono particolarmentesuscettibili di regressione spontanea o conseguente a un'<strong>in</strong>sufficientechemioterapia, con probabilità a seguito di un'efficace reazione immunitaria <strong>del</strong>paziente. Tuttavia, i tentativi effettuati nell'uomo di stimolare le risposte immuni<strong>del</strong>l'ospite contro i tumori hanno f<strong>in</strong>ora dato risultati <strong>del</strong>udenti (v. Stock, 1978). Evi sono anche problemi sperimentali ancora aperti da risolvere prima di poterprocedere a un'applicazione pratica dei pr<strong>in</strong>cipi (v. Alexander, 1978). È comunquepossibile che <strong>in</strong> futuro l'immunoterapia, specie <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione con lachemioterapia, risulti utile <strong>in</strong> certi casi.F<strong>in</strong>ora si è sperimentata, con qualche risultato, la somm<strong>in</strong>istrazione diimmunostimolanti aspecifici (Corynebacterium parvum o bacillo di Calmette eGuér<strong>in</strong>, un ceppo attenuato di micobatterio <strong>del</strong>la tubercolosi) <strong>in</strong> particolari tumorisperimentali e nella leucemia umana (v. Mathé e altri, 1969; v. Powles e altri,1973). Sono stati <strong>in</strong>oltre provati l'attacco di un gruppo citotossico su anticorpiantitumorali specifici (v. Ghose e altri, 1972), allo scopo di guidare selettivamente ilchemioterapico sul bersaglio <strong>del</strong>le cellule neoplastiche, e l'autoimmunizzazionemediante cellule tumorali autologhe irradiate <strong>in</strong> pazienti con malattia neoplasticaavanzata (v. Alexander, 1978).h) ConclusioniIn conclusione la chemioterapia, valutando la generalità dei casi e non solo lefavorevoli eccezioni, ha f<strong>in</strong>ora fornito risultati assai modesti offrendosostanzialmente solo un prolungamento <strong>del</strong>la vita dei malati al prezzo di<strong>in</strong>tossicazioni e danni biologici purtroppo rilevanti (v. Sieber e Adamson, 1975).Tale terapia è dunque ancora alla ricerca di farmaci veramente efficaci, selettivi epertanto non nocivi, come di meccanismi che precludano lo sviluppo di unaresistenza ai farmaci. La terapia ormonale concede pure solo prolungamenti otemporanee remi ssioni. L'immunoterapia è <strong>in</strong> una fase ancora più sperimentale. Ilproblema cruciale <strong>del</strong>la terapia dei tumori resta perciò tuttora largamente nonrisolto e la sua quotidiana manipolazione a opera dei medici rimane a un livelloempirico che chiude ulteriori possibilità di approfondimento e discussione. Ed èlogico che sia cosi, poiché non si conoscono ancora i meccanismi <strong>del</strong>latrasformazione tumorale.Attualmente si possono però offrire a tale problema quei contributi chespeculativamente discendono dal concetto e dai pr<strong>in</strong>cipi <strong>del</strong>la progressionetumorale, elencandoli <strong>in</strong> breve qui di seguito: a) non vi è dubbio, anzitutto, che laterapia medica avrebbe raggiunto un grande risultato se riuscisse a controllare eregolare la progressione dei tumori. Tutto lascia f<strong>in</strong> qui supporre che laprogressione, sebbene forse <strong>in</strong>evitabile e <strong>in</strong>arrestabile, possa essere accelerata oritardata da stimoli vari. Il problema è di identificarli; b) il pr<strong>in</strong>cipio <strong>del</strong>laprogressione <strong>in</strong>dipendente dei caratteri tumorali suggerisce una ristrutturazione<strong>del</strong> grossolano criterio di ‛malignità', oggi considerato dai più come entità unitaria.Ciò ha i suoi riflessi pratici, perché è difficile pensare che una s<strong>in</strong>gola terapia sidimostri efficace contro tutti i caratteri tumorali (dipendenza, accrescimento,<strong>in</strong>filtrazione, metastasi, ecc.) capaci di progressione <strong>in</strong>dipendente; c) il blocco<strong>del</strong>l'accrescimento tumorale, quale si può ottenere con vari agenti chemioterapici,non previene né impedisce la progressione, la quale è <strong>in</strong>dipendente38 di 121 23/05/13 11:13

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