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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...leucemico: si forma <strong>in</strong> tal caso un fenotipo misto o pseudo-tipo, denom<strong>in</strong>ato MSV(MLV) per <strong>in</strong>dicare che il materiale genico è di virus sarcomatoso e l'envelope è divirus leucemico con funzione di helper. In genere, i due virus coesistono <strong>in</strong> unostesso materiale, così come accade per quelli <strong>del</strong> complesso aviario nell'high titervirus di Bryan, e conseguentemente dalle cellule trasformate con la misceladerivano particelle virali complete. I fibroblasti trasformati crescono menorigogliosamente di quelli normali, forse per un accumulo di metaboliti tossici<strong>in</strong>ibenti la moltiplicazione, e pertanto non si sviluppano quelle generazionisuccessive alla moltiplicazione di una cellula trasformata <strong>in</strong>dicate come foci clonali;si formano <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong> prossimità di cellule che producono gli pseudo-tipi <strong>del</strong> virus<strong>del</strong> sarcoma, foci proliferativi che sono stati denom<strong>in</strong>ati da W. P. Rowe e altri (v.,1970) ‛foci a placca'.L'<strong>in</strong>iziale ipotesi <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>tervento di due fattori nella trasformazione, ossia di untwo-hits phenomenon consistente nella contemporanea <strong>in</strong>fezione di una stessacellula da parte di MSV (MLV) e di MLV, fu poi dimostrata errata quando <strong>in</strong> variel<strong>in</strong>ee cellulari, quali ad esempio la BALB/C, si osservò crescita di tipo clonale<strong>in</strong>dotta dal virus di uno stock molto diluito, <strong>in</strong> situazione qu<strong>in</strong>di caratterizzata daassai scarse probabilità di <strong>in</strong>fezione contemporanea di una stessa cellula con i duevirus. Come è stato già detto, l'<strong>in</strong>fezione di una cellula con MSV (MLV) è seguitadalla trasformazione e da crescita di tipo clonale, ma non dalla produzione di virus:la possibilità <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong> genoma <strong>del</strong>l'MSV con la super<strong>in</strong>fezione di virus MLVe <strong>del</strong>la conseguente produzione di particelle virali complete ma semprefenotipicamente miste - cioè MSV (MLV) - è un'ulteriore conferma che latrasformazione è un s<strong>in</strong>gle-hit phenomenon. È da notare che, f<strong>in</strong>ora, non siconosce un ceppo di virus sarcomatoso <strong>del</strong> topo <strong>in</strong>dipendente da quello <strong>del</strong>laleucemia, mentre per il virus di Rous sono stati dimostrati ceppi autonomi, cioèsenza helper.La constatazione che il genoma <strong>del</strong> virus <strong>del</strong> sarcoma si trasmette da una cellulaalla progenie sempre come virus difettivo <strong>in</strong>dusse H. Tem<strong>in</strong> (v., 1964) a <strong>in</strong>trodurreil concetto di provirus, cui sarà accennato <strong>in</strong> seguito.Complessi virali analoghi a quelli aviari e mur<strong>in</strong>i sono stati dimostrati anche per icriceti, per i gatti e, forse, per i bov<strong>in</strong>i.f) Il fattore latteLa scoperta <strong>del</strong> fattore latte segnò un'importante svolta nelle conoscenze sullacancerogenesi. Era da tempo nota la relativa frequenza di cancri spontanei <strong>del</strong>lamammella <strong>in</strong> alcuni allevamenti di topi: dal 1935 L. C. Strong (v.) era riuscito aisolare ceppi <strong>in</strong>bred, denom<strong>in</strong>ati CBH e A, caratterizzati da un'elevatissima<strong>in</strong>cidenza di cancro mammario, pari nel primo al novanta per cento di tutte lefemm<strong>in</strong>e, nell'altro al novanta per cento <strong>del</strong>le femm<strong>in</strong>e che avevano partorito e alc<strong>in</strong>que per cento di quelle verg<strong>in</strong>i. Successivamente (v. Strong, 1936-1942) furonoisolati altri ceppi di topi, CBA, BALB/C, C57 Black, con <strong>in</strong>cidenza di cancromammario assai bassa o addirittura nulla, e ceppi simili furono isolati anche <strong>in</strong>altri laboratori. Si ritenne <strong>in</strong>izialmente che la diversa frequenza <strong>del</strong>la neoplasia,apparentemente ereditaria, fosse <strong>in</strong> rapporto a fattori genici; tuttavia,l'osservazione che la prole da padre appartenente a un ceppo con alta <strong>in</strong>cidenza eda madre appartenente a un ceppo con bassa <strong>in</strong>cidenza non era affetta da tumore,contrastava fortemente con l'ipotesi <strong>del</strong>l'eredità cromosomica. Si ammise allora lapossibilità di una trasmissione extracromosomica, term<strong>in</strong>e ampio comprendentel'<strong>in</strong>tervento di fattori sia citoplasmatici, sia esterni; e <strong>in</strong> seguito all'osservazione diJ. J. Bittner (v. Some possibile..., e The receptibility..., 1936) che <strong>del</strong>le top<strong>in</strong>eappartenenti a un ceppo con alta <strong>in</strong>cidenza di tumore mammario, allattate, anzichèdalla propria madre, da una femm<strong>in</strong>a di ceppo a bassa frequenza, soltanto tre sunove presentarono cancro mammario, si pensò che tra questi fattoriextracromosomici almeno uno dovesse essere identificato tra i componenti <strong>del</strong>latte. Seguirono numerose altre ricerche, condotte dallo stesso Bittner, da H. B.Andervont e da un folto gruppo di sperimentatori <strong>in</strong> vari laboratori su un grannumero di animali.In particolare i lavori <strong>del</strong>lo Andervont (v., 1941) contribuirono <strong>in</strong> manierarisolutiva a spiegare il motivo per cui una sia pur esigua percentuale <strong>del</strong>la prole99 di 121 23/05/13 11:13

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