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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...carc<strong>in</strong>ogenetica più o meno spiccata, come la griseofulv<strong>in</strong>a estratta dal fungoPenicillium griseofulvum e il safrolo contenuto nell'olio di sassafrasso (corteccia<strong>del</strong>la radice <strong>del</strong>l'albero americano Sassafras offic<strong>in</strong>ale). Ratti nutriti con segalecornuta, sclerozio <strong>del</strong> fungo Claviceps purpurea, parassita <strong>del</strong>la spiga di segale,presentano numerosi neurofibromi, che regrediscono se tale alimentazione vienesospesa, ricompaiono se riprist<strong>in</strong>ata.La tiourea, contenuta nelle piante <strong>del</strong> genere Brassica, produce adenomi e anchecarc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong>la tiroide. Gli alcaloidi <strong>del</strong>la pirrolizid<strong>in</strong>a, ricavabili soprattutto daSenecio, sono sostanze ad azione epatotossica e carc<strong>in</strong>ogenetica per il fegato. Variealtre sostanze di orig<strong>in</strong>e vegetale sono state identificate come carc<strong>in</strong>ogene, e la listaevidentemente è dest<strong>in</strong>ata ad allungarsi nei prossimi anni. L'<strong>in</strong>teresse che si rivolgeai vegetali quali fonti di carc<strong>in</strong>ogeni deriva, naturalmente, dalla possibilità chealcuni di essi caus<strong>in</strong>o tumori epatici nell'uomo: ciò potrà essere assodatosoprattutto <strong>in</strong> base a ricerche epidemiologiche, <strong>del</strong> tipo di quelle, già citate,compiute sulle aflatoss<strong>in</strong>e nelle trote e <strong>in</strong> alcuni volatili.f) Agenti chimici endogeniPer quanto riguarda la cancerogenesi da agenti chimici endogeni il problema è diappurare se nell'organismo si possano formare sostanze carc<strong>in</strong>ogene, nel corso direazioni metaboliche dipendenti dalla presenza di specifici sistemi enzimatici.Nonostante le <strong>in</strong>numerevoli ricerche eseguite, <strong>in</strong>iziate poco dopo la scoperta deiprimi idrocarburi cancerogeni e tuttora <strong>in</strong> corso, non si può dare una rispostacerta. Come si è già detto, H. Wieland ed E. Dane (v., 1933), riuscendo a otteneremetilcolantrene dall'acido desossicolico, dimostrarono la possibilità <strong>del</strong>laformazione per via chimica di idrocarburi cancerogeni da steroidi costituent<strong>in</strong>ormali dei tessuti e dei liquidi <strong>del</strong>l'organismo; tuttavia, la prova che una talereazione possa realmente svolgersi nell'organismo non fu fornita. Come fannonotare R. Butenandt e H. Dannenberg (v., 1956), mentre gli steroidi sono compostiidroaromatici saturi, il metilcolantrene e gli altri cancerogeni di questo tipo sonoidrocarburi formati esclusivamente da anelli aromatici: per tale ragione,l'attenzione dei ricercatori è stata rivolta <strong>in</strong> particolare alle molecole ditale tipostrutturale, come gli ormoni femm<strong>in</strong>ili estrone, equil<strong>in</strong>a ed equilen<strong>in</strong>a, perappurare se dalla loro deidrogenazione possano orig<strong>in</strong>are idrocarburi cancerogeni.Non si è riusciti a dimostrare tale evenienza, anche perché non si sono trovati neitessuti enzimi catalizzanti tali reazioni, e qu<strong>in</strong>di l'ipotesi che da ormoni naturalipossano derivare carc<strong>in</strong>ogeni non è stata comprovata. Né è stata dimostrata lapossibilità che germi <strong>del</strong>la normale flora <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale siano capaci di trasformaresteroidi normali <strong>in</strong> carc<strong>in</strong>ogeni.Di un certo <strong>in</strong>teresse è la possibilità, dimostrata per primo da L. Shabad (v., 1937),di provocare sviluppo di neoplasie <strong>in</strong> animali da esperimento mediante<strong>in</strong>oculazione di estratti di tessuto. L'estratto di Shabad proveniva dal fegato di uncanceroso, ma <strong>in</strong> seguito fu osservato da altri, come ad esempio da P. E. Ste<strong>in</strong>er (v.,1942 e 1943), che anche gli estratti di fegato di <strong>in</strong>dividui normali sono <strong>in</strong> grado disvolgere identica azione. Questa non è attribuibile a idrocarburi cancerogeniorig<strong>in</strong>ati nei processi metabolici che si svolgono nel fegato, perché risultati simili siottengono perf<strong>in</strong>o con estratti di fegato di bamb<strong>in</strong>i nati morti e di fegato di maiale.Il riconoscimento che la sostanza attiva era contenuta nella frazione<strong>in</strong>saponificabile degli estratti lipidici <strong>in</strong>dusse I. Hieger (v., 1946 e 1947) a ritenereche si trattasse o di colesterolo o di suoi derivati e non di idrocarburi aromatici,anche perché nel corso di queste ricerche non era stato possibile mettere <strong>in</strong>evidenza sostanze i cui spettri di assorbimento corrispondessero a quellicaratteristici degli idrocarburi aromatici.Lo stesso Hieger dimostrò come il colesterolo possa determ<strong>in</strong>are sviluppo ditumori: egli <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>iettando tale sostanza, anche altamente purificata, nel tessutosottocutaneo di topi ottenne <strong>in</strong>sorgenza di sarcomi <strong>in</strong> 70 su 1.424 animali (v.Hieger, 1959).Risultati talvolta simili, talvolta opposti, furono ottenuti <strong>in</strong> vari altri laboratori: permotivi ancora non spiegabili, secondo i dati riferiti dai vari autori è possibileosservare l'<strong>in</strong>sorgenza di tumori entro limiti notevolmente ampi, dallo 0 al 15%, eaddirittura per uno stesso ceppo <strong>in</strong>bred di topi, come ad esempio il C57, dallo 077 di 121 23/05/13 11:13

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