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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...secolo sono per lo meno quadruplicate e occupano oggi il secondo posto fra tutte lecause di morte, dopo le malattie cardiovascolari (v. Lilienfeld e altri, 1972).Alcuni motivi di questo cont<strong>in</strong>uo e impressionante aumento di frequenza sonofacilmente <strong>in</strong>tuibili. L'aumento <strong>del</strong>la durata media <strong>del</strong>la vita <strong>in</strong>cide di certo <strong>in</strong>maniera rilevante sulla frequenza dei tumori maligni, poiché questi sonogeneralmente malattie <strong>del</strong>l'età media-avanzata (v. Strong, 1968). La scomparsacome causa di morte di gran numero di malattie, specie <strong>in</strong>fettive, che oggi sipossono curare, è di conseguenza uno dei motivi <strong>del</strong>l'aumento di frequenza deitumori. Un'altra causa può essere trovata nelle possibilità di diagnosi <strong>del</strong>leneoplasie maligne oggi nettamente migliorate rispetto al passato prossimo eremoto. Ma purtroppo gran parte <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>cremento registrato nella morbilità emortalità per tumori dipende certamente dalle anormali condizioni di vita, dalleabitud<strong>in</strong>i dietetiche e voluttuarie, dall'<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento ambientale a opera dicancerogeni cui ci ha condotti nel tempo lo sviluppo <strong>del</strong>la nostra civiltà (v. Huepere Conway, 1964).Era op<strong>in</strong>ione diffusa <strong>in</strong> passato che i tumori <strong>del</strong>l'uomo fossero spontanei, cioèorig<strong>in</strong>ati a caso. Gli studi epidemiologici, quelli riguardanti gli ambienti di lavoro, equelli, sempre più analitici, sui fattori di rischio nei vari tipi tumorali, vannoscoprendo sotto i nostri occhi un'impressionante costellazione di cause dei tumoriumani (v. Hiatt e altri, 1977). Diviene perciò sempre meglio evidente il loromeccanismo di <strong>in</strong>duzione e la fondata presunzione che molti, con accorgimentiopportuni, si potrebbero evitare.Una caratteristica che sfugge al profano circa la ma- lattia neoplastica nell'uomo èla sua lunga durata complessiva. Infatti, la fase cl<strong>in</strong>ica che va dalla diagnosi allamorte <strong>in</strong> casi di esito <strong>in</strong>fausto è relativamente breve, di mesi o di 1-2 anni. Maquesta è preceduta <strong>in</strong> genere da una serie di tappe evolutive silenti o pocoappariscenti che spesso impiegano parecchi anni prima di raggiungere la soglia<strong>del</strong>la diagnosi cl<strong>in</strong>ica (v. Foulds, 1969-1975). Uno sguardo alla storia naturale <strong>del</strong>lamalattia neoplastica nell'uomo, alle sue varie fasi successive, alla progressioneattraverso la quale per gradi il tumore raggiunge stadi di crescente autonomia,<strong>in</strong>duce a riflessioni e approfondimenti di notevole <strong>in</strong>teresse pratico. Infatti, moltemisure preventive e tentativi terapeutici avrebbero probabilmente successo seapplicati precocemente, nella fase precl<strong>in</strong>ica <strong>del</strong>le neoplasie maligne e ciò sp<strong>in</strong>gealla ricerca di nuove <strong>in</strong>formazioni di base sulle prime fasi <strong>del</strong>lo sviluppo tumoralenei loro aspetti morfologici e biologici (v. Antony e altri, 1976). Solo per questastrada si potrà giungere veramente a una diagnosi precoce dei tumori malign<strong>in</strong>ell'uomo, che è il presupposto di una terapia efficace.L'epidemiologia, la frequenza, i marg<strong>in</strong>i di errore, la predisposizione, le cause, ilcontrollo immunologico, le tappe evolutive, i precursori morfologici, laprogressione, la diffusione metastatica, e il profilo anatomocl<strong>in</strong>ico dei pr<strong>in</strong>cipalitipi di neoplasie maligne umane saranno analizzati nei capitoli seguenti persottol<strong>in</strong>eare di volta <strong>in</strong> volta lo stato <strong>del</strong>le conoscenze, i problemi aperti, le l<strong>in</strong>eedom<strong>in</strong>anti di ricerca e le speranze di soluzione.2. Epidemiologia e frequenzaParlare di frequenza dei tumori <strong>in</strong> senso generale è impossibile, poiché ciascunodei vari tipi tumorali è fortemente condizionato dal sesso, dalla razza, dal gruppoetnico (cioè dalla costituzione genetica), dall'ambito geografico considerato, daltipo di civiltà e qu<strong>in</strong>di dalle abitud<strong>in</strong>i di vita, dall'ambiente (per esempio città ocampagna), dall'alimentazione, dal lavoro, ecc. Vi sono tuttavia alcuni tipi ditumori maligni molto più frequenti di altri, qualunque sia la popolazione e lalatitud<strong>in</strong>e considerate.a) I tipi più frequenti di tumori umaniNel nostro paese, considerando i due sessi <strong>in</strong>sieme e i soggetti adulti, sulla base deicertificati di morte, la graduatoria per apparati, organi o sistemi vede al primoposto i tumori <strong>del</strong>l'apparato digerente (49,5%), seguiti da quelli <strong>del</strong>l'apparatogenitale compresa la mammella (18,6%), respiratorio (11,2%), emopoietico (5,7%),ur<strong>in</strong>ario (3,8%), nervoso (2,6%), di sostegno (ossa + connettivi: 1,7%), cutaneo3 di 121 23/05/13 11:13

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