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Neoplasie in “Enciclopedia del Novecento” – Treccani - Omero

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<strong>Neoplasie</strong> <strong>in</strong> <strong>“Enciclopedia</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento”</strong> <strong>–</strong> <strong>Treccani</strong>http://www.treccani.it/enciclopedia/neoplasie_(Enciclopedia...dalla notevole abbreviazione <strong>del</strong> tempo di latenza, cioè <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>tervallo di tempo che<strong>in</strong>tercorre tra l'applicazione <strong>del</strong> cancerogeno e l'<strong>in</strong>sorgenza <strong>del</strong> cancro, e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e dalfatto che, mentre con determ<strong>in</strong>ate dosi di benzopirene si provoca la comparsa di unsolo centro di sviluppo, con la contemporanea applicazione di entrambe le sostanzesi <strong>in</strong>duce un'<strong>in</strong>sorgenza pluricentrica. Di conseguenza, il fenomeno può ancheessere espresso quantitativamente (v. Berenblum, 1941).L'olio di croton, che è un agente irritante cutaneo per molte specie, si comportacome cocancerogeno soltanto per la cute <strong>del</strong> topo; la sua azione cocancerogena,<strong>in</strong>oltre, si svolge nettamente nei confronti di alcuni idrocarburi aromatici,soprattutto <strong>del</strong> benzopirene, ma è nulla o assai scarsa nei confronti <strong>del</strong>l'1,2-benzantracene e <strong>del</strong>l'1,2:5,6-dibenzantracene. Esso agisce come cocancerogenoanche nei confronti <strong>del</strong>l'uretano che, pur essendo un carc<strong>in</strong>ogeno generale capacedi provocare tumori <strong>in</strong> vari organi, riesce a <strong>in</strong>durre comparsa di carc<strong>in</strong>omi cutaneicon grande difficoltà e soltanto <strong>in</strong> particolari ceppi <strong>in</strong>bred di topi; questi carc<strong>in</strong>omiperò si sviluppano facilmente nelle zone di cute pretrattate con uretano sulle qualisi applichi il cocancerogeno.Oltre all'olio di croton, sono state <strong>in</strong>dividuate numerose altre sostanze ad azionecocancerogena, tra le quali di notevole importanza alcuni detergenti: ladimostrazione <strong>del</strong>la loro attività è stata fornita da <strong>in</strong>gegnosi esperimenti, condotticon trapianti di zone cutanee pretrattate con vari carc<strong>in</strong>ogeni. La constatazione chel'azione <strong>del</strong> cocancerogeno si esercita anche varie settimane dopo la cessazione<strong>del</strong>la pennellatura <strong>del</strong>la cute con il carc<strong>in</strong>ogeno <strong>in</strong>duce a pensare che questo abbiaprodotto nella cellula modificazioni funzionali irreversibili.Sui fenomeni ora accennati e su vari altri, che non è possibile riportare <strong>in</strong> questasede, è fondata la teoria dei due stadi, concepita da P. Rous e I. G. Kidd (v., 1941) eda I. Berenblum (v., 1941) e conosciuta con il nome di ‛carc<strong>in</strong>ogenesi a due stadi' oanche di ‛carc<strong>in</strong>ogenesi a molti stadi'. Fondamentalmente, secondo tale teoria, ilcarc<strong>in</strong>ogeno durante un primo stadio determ<strong>in</strong>a la trasformazione <strong>del</strong>le cellulenormali <strong>in</strong> cellule maligne. A questo punto possono verificarsi due condizioni: o ilcarc<strong>in</strong>ogeno oltre a causare la trasformazione maligna è anche <strong>in</strong> grado dideterm<strong>in</strong>are fenomeni proliferativi a tendenza iperplastica, e allora il tumore sisviluppa <strong>in</strong> quanto le cellule hanno subito quella che attualmente si designa cometrasformazione cellulare e sono avviate alla moltiplicazione; o il carc<strong>in</strong>ogeno nonpossiede, o possiede solo <strong>in</strong> debole grado, attività eccitoproliferativa, e allora lecellule cancerizzate restano quiescenti per un tempo anche assai lungo. Inquest'ultimo caso, tuttavia, è ancora possibile il rapido completamento <strong>del</strong> ciclo e losviluppo <strong>del</strong> tumore <strong>in</strong> seguito all'<strong>in</strong>tervento di uno stimolo specifico,rappresentato dal cocarc<strong>in</strong>ogeno. Alla cancerizzazione pura Berenblum diede ilnome di ‛<strong>in</strong>iziazione' e alla stimolazione proliferativa quello di ‛promozione',dist<strong>in</strong>guendo corrispondentemente gli agenti <strong>in</strong> ‛<strong>in</strong>izianti' e ‛promoventi'. Rous<strong>in</strong>dicò l'<strong>in</strong>iziazione con il term<strong>in</strong>e di ‛potenzialità neoplastica'. In Italia F.Pentimalli, <strong>in</strong> base alle sue ricerche sull'importanza dei fenomeni rigenerativi nellosviluppo <strong>del</strong> sarcoma <strong>del</strong> pollo da virus di Rous, <strong>in</strong>dicò quest'ultimo come ‛fattorepotenziale' e la rigenerazione, cioe la moltiplicazione cellulare, con il term<strong>in</strong>e di‛fattore realizzante'.Più recentemente Berenblum (v., 1969), <strong>in</strong> un lucido <strong>in</strong>quadramento dei fattori che<strong>in</strong> senso positivo o negativo agiscono sullo sviluppo neoplastico, ha messo <strong>in</strong>evidenza che una certa confusione è generata dal frequente uso come s<strong>in</strong>onimi deidue term<strong>in</strong>i ‛azione cocarc<strong>in</strong>ogena' e ‛azione promovente'.Il term<strong>in</strong>e ‛cocancerogenesi' si usa <strong>in</strong> senso generale per <strong>in</strong>dicare ogni tipo diaumento <strong>del</strong>l'<strong>in</strong>duzione di tumore realizzata, generalmente, per mezzo <strong>del</strong>laconcorrente applicazione di carc<strong>in</strong>ogeno e di cocancerogeno, sebbene <strong>in</strong> alcuni casiquest'ultimo possa esplicare la sua azione prima o dopo rispetto al primo.Il term<strong>in</strong>e azione ‛promovente', <strong>in</strong>vece, è più limitativo, vale cioè a designare lacondizione <strong>in</strong> cui il cocancerogeno viene applicato dopo completamento <strong>del</strong>l'azione<strong>in</strong>iziante propria <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>ogeno. Si conoscono molti cocarc<strong>in</strong>ogeni che nonesercitano azione promovente.Per tali considerazioni, secondo Berenblum si debbono dist<strong>in</strong>guere vari tipi dicocancerogenesi, a seconda <strong>del</strong>l'azione che esplicano le diverse sostanze: 1) azione‛additiva', che si esplica nei confronti di un carc<strong>in</strong>ogeno <strong>in</strong> grado di provocare da81 di 121 23/05/13 11:13

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