i n c o n t r a n d ol’ A f r i c a42
Breve storia di Campo Calabrosono strettamente legate a quelle del territorio al quale la cittadina appartiene,di quella parte cioè della costa dello Stretto di Messina che si incunea fino allependici dell’Aspromonte. Nei secoli infatti il paese fu tenimento della <strong>Terra</strong> di Fiumaradi Muro e ne seguì le vicende feudali che la fecero appartenere ai Sanseverinodi <strong>Terra</strong>nova, ai Carafa di Roccella ed infine, fino all’eversione della feudalità (1806), ai Ruffo di Scilla e di Bagnara. La sua conformazione orografica che lo fa essereun altipiano sovrastante la costa e la vallata del torrente Catona è all’origine dellasua denominazione: esso è naturalmente il “ campo “ di Fiumara, la potente città chetra ‘400 e ‘600 controlla l’accesso Nord di Reggio e il porto per la Sicilia che all’epocasi trovava a Catona. Innanzitutto il luogo è “ campo “ militare, poiché non vi èaltro sito più adatto nei pressi del porto per la Sicilia, e così doveva pensarla Carlod’Angiò in piena Guerra del Vespro ( 1284 ) quando, nel tentativo di riprendersi l’Isolasottrattagli da Pietro d’Aragona, si accampò sull’altipiano, corrispondente agliattuali Campo, S. Martino e Concessa, con 100.000 uomini in attesa di traghettare.L’operazione fallì e la Sicilia divenne definitivamente aragonese dopo la pace di Caltabellotta( 1302 ), ma probabilmente, da quella lunga e terribile guerra, combattutaquasi per intero in Calabria, quel luogo ci guadagnò il nome: Campo, per l’appunto.Ma soprattutto e per molti secoli fino ai nostri giorni, quel posto è “ campo “ dalpunto di vista agricolo; ne troviamo una descrizione negli apprezzi seicenteschi fattiper i principi di Scilla ( 1605; 1643 ), veri e propri “ affreschi “ della situazione economica,civile e amministrativa di tutto il feudo, che descrivono il territorio corrispondentea quello dell’attuale Comune come dedito alla coltura della vite e delgelso: il grande vigneto della baronia. È per questa vocazione agricola che Camponasce e si sviluppa, le case dei contadini che coltivano quelle terre formano un villaggioe più cresce la superficie coltivata più cresce il borgo che infine diviene unpaesino denominato Campo della Maddalena a causa di una chiesa ad essa dedicata,di cui si hanno notizie fin dal 1630, ma che già certamente esisteva nel 1692, quandovisitandola Mons. Ibanez de Villanueva ordinò all’Arciprete di Fiumara di mantenerviun cappellano; la Chiesa di Campo fu poi elevata a Parrocchia nel 1701. La Parrocchiacomprendeva tutto l’attuale territorio dei comuni di Campo Calabro e di VillaSan Giovanni, da Torre Cavallo ad Acciarello sulla costa, e fino a Matiniti e Musalà nell’entroterra;da essa dipendevano le Chiese succursali di S. Maria di Porto Salvo inCannitello, dell’Immacolata in Fossa S. Giovanni, di Gesù e Maria in Piale e dei SS.Cosma e Damiano in Acciarello: tutte divenute autonome parrocchie successivamente.Un territorio molto vasto ma scarsamente popolato, come si evince dal censimentofatto il 18 Marzo 1760 dal Parroco di Campo Don Domenico Musco, che enumerapoco più di 3000 anime dove oggi se ne contano 17.000 ca. Di ciò che erano le dipendenzedella Maddalena di Campo ne abbiamo una rappresentazione grafica, seppurgrossolana, in una mappa del 1760 fatta dal Cancelliere della Curia Arcivescovile diReggio Calabria, Melacrino: un documento di eccezionale importanza redatto in occa-43