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La Freccia Novembre 2019

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Il mare di Alan (<strong>2019</strong>)<br />

Stampa con pigmenti naturali su carta da giornale manipolata/Print with natural pigments on textured newspaper 200x850 cm<br />

Courtesy dell’artista/Courtesy of the artist<br />

Dialoga con i grandi maestri<br />

del contemporaneo che<br />

hanno segnato la sua ricerca<br />

artistica Gianluigi Colin, in mostra a<br />

Palazzo del Governatore di Parma fino<br />

al 1° dicembre. Curata da Arturo Carlo<br />

Quintavalle, l’esposizione Costellazioni<br />

familiari - Dialoghi sulla libertà è un indiretto<br />

omaggio al celebre dipinto di Max<br />

Ernst, Au rendez-vous des amis (1922), e<br />

segue un percorso che si sposa perfettamente<br />

con la personalità dell’artista<br />

friulano, capace di fondere con visionaria<br />

maestria immagine e parola, ricerca<br />

artistica e informazione culturale, invenzioni<br />

intorno alla fotografia e complesse<br />

installazioni. Colin, apprezzato artista<br />

visivo, art director del Corriere della Sera<br />

e cover editor del supplemento culturale<br />

<strong>La</strong> Lettura, in questa mostra mette<br />

in luce il suo impegno civile attraverso<br />

l’accostamento di linguaggi e scelte di<br />

altri grandi artisti come Getulio Alviani,<br />

Aurelio Amendola, Nanni Balestrini,<br />

Emilio Isgrò, Marcello Jori, Jannis Kounellis,<br />

Uliano Lucas, Brigitte Niedermair,<br />

Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani,<br />

Mimmo Rotella, Mario Schifano, solo per<br />

citarne alcuni.<br />

«Volevo inventare qualcosa di radicalmente<br />

diverso dalla classica retrospettiva.<br />

Raccontare la mia storia senza<br />

isolarla dal percorso delle persone con<br />

cui ho dialogato e che mi sono state<br />

accanto, anche se hanno preso strade<br />

diverse», spiega Colin. «Questa è una<br />

mostra autentica, che comprende la<br />

mia vita, gli amici con cui parlo di arte e<br />

quelli con cui bevo un bicchiere di vino.<br />

Per me l’artista non deve chiudersi nel<br />

suo atelier a creare l’opera assoluta, perché<br />

l’arte deve vivere nella realtà, ascoltare<br />

le voci del mondo, essere dentro la<br />

storia. E porre delle domande. Questa<br />

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