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IN GIRO CON<br />
HANS «SCHÜBA» PAPPA<br />
Lo chiamavano<br />
«il leone di Davos»<br />
1960: l’anno in cui è diventato socio del TCS e ha festeggiato<br />
il suo ultimo campionato svizzero. Originario di Davos, è stato<br />
uno dei leggendari giocatori di disco su ghiaccio della Svizzera,<br />
in un tempo in cui si giocava senza casco e per la gloria.<br />
TESTO DOMINIC GRAF | FOTO EMANUEL FREUDIGER<br />
Il suo sguardo da combattente<br />
Hans Pappa l’ha conservato intatto.<br />
Anche a 84 anni quando<br />
racconta le sue storie sul ghiaccio<br />
mostra i denti incorniciati da<br />
un sorriso. Nei suoi occhi riluce<br />
ancora una forte determinazione<br />
come se si stesse preparando ad<br />
un tiro. Un tiro per cui questo difensore<br />
dell’HC Davos dal 1953 al<br />
1967 è stato famoso nel mondo<br />
dell’hockey svizzero. Era soprannominato<br />
«cecchino», «bomber»<br />
oppure, a causa del suo temperamento,<br />
la sua potenza e volontà:<br />
«il leone di Davos». Soprannomi<br />
che ancora adesso richiama alla<br />
memoria con una punta di malcelato<br />
orgoglio. La maggior parte<br />
della gente però del giocatore conosce<br />
un nome più innocuo: dato<br />
che già da giovane aveva sempre<br />
un forte appetito e una vera passione<br />
per le salsicce (in tedesco:<br />
Schübling), invece di Hans veniva<br />
chiamato «Schüba».<br />
Attualmente vive con la moglie<br />
nella sangallese Oberbüren, dove<br />
si è trasferito alla fine della sua<br />
carriera di hockey. A volte gli mancano<br />
le montagne, ma si sente<br />
bene anche qui, dove ha trovato<br />
anche il suo luogo preferito, il<br />
prato attorno ad un grande stagno.<br />
Distante solo un paio di minuti dal<br />
suo appartamento, vi andiamo in-<br />
sieme per parlare della sua esperienza<br />
di giocatore di hockey professionista.<br />
Per l’HC Davos ha vissuto,<br />
sudato e sanguinato<br />
Alla domanda se l’hockey giocato<br />
oggi sia più duro rispetto agli anni<br />
Cinquanta e Sessanta risponde con<br />
una risata. «Più veloce sì, e anche<br />
più tattico, atletico e professionale.<br />
Ma non più duro», dichiara Hans<br />
Pappa, che un tempo vinse la medaglia<br />
di pelle di maiale per il<br />
maggior numero di minuti di penalità<br />
raccolti in una stagione.<br />
Non ha mai indossato un casco o<br />
altro equipaggiamento di sicurezza.<br />
Ferirsi era all’ordine del<br />
giorno. Oggi una cosa così è impensabile.<br />
«È giusto che i giocatori<br />
si proteggano, ma non vedo in loro<br />
la voglia di lottare con sacrificio<br />
per la propria squadra», afferma<br />
l’ex giocatore senza peli sulla lingua.<br />
E di nuovo il leone mostra i<br />
suoi artigli: «Ho vissuto, sudato e<br />
sanguinato per l’HC Davos. I professionisti<br />
di oggi giocano per il<br />
portafoglio e molti sono viziati». Ai<br />
suoi tempi i soldi non erano il fattore<br />
motivazionale della disciplina.<br />
«Ricevevamo cinque franchi per<br />
ogni allenamento, non di più. Dovevamo<br />
pagare i bastoni di tasca<br />
propria, e se ne potevano consumare<br />
anche oltre una dozzina a<br />
stagione… a me capitava sempre»,<br />
aggiunge Pappa.<br />
Nonostante tutte le offerte di ingaggio<br />
dalla Svizzera e dall’estero,<br />
rimase fedele al «suo» HCD per<br />
tutta la carriera sportiva e vinse<br />
due volte sia il campionato svizzero<br />
che la Coppa Spengler. Inoltre<br />
con la nazionale svizzera ha partecipato<br />
a cinque campionati mondiali<br />
e ai Giochi olimpici invernali<br />
di Cortina d’Ampezzo nel 1956.<br />
«Chi vuole essere mobile,<br />
sta con il TCS»<br />
L’altra passione di Hans Pappa<br />
sono le auto. Proprio per questo<br />
fece l’apprendistato di lattoniere<br />
con l’obiettivo di lavorare in una<br />
carrozzeria. I piani però sono poi<br />
cambiati, si è messo in proprio e si<br />
è fatto un nome come fabbro. Nonostante<br />
ciò il fascino per le auto è<br />
rimasto immutato, come lo dimostra<br />
il suo parco macchine con la<br />
Jaguar E-Type e la Volvo PV 544<br />
nonché la tessera di socio del TCS<br />
da 60 anni. Per lui è ovvio che:<br />
«Chi vuole essere mobile, sta con il<br />
TCS», dichiara Hans «Schüba»<br />
Pappa con la sua notoria determinazione<br />
nello sguardo. ◆<br />
«L’HC Davos e le auto,<br />
queste sono le mie<br />
grandi passioni»<br />
Hans Pappa<br />
già giocatore della nazionale<br />
svizzera di hockey<br />
Luogo preferito<br />
Attorno a questo stagno<br />
Hans Pappa si rilassa<br />
godendosi la natura.<br />
72 touring | ottobre <strong>2020</strong>