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Touring 10/2020

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IN GIRO CON<br />

HANS «SCHÜBA» PAPPA<br />

Lo chiamavano<br />

«il leone di Davos»<br />

1960: l’anno in cui è diventato socio del TCS e ha festeggiato<br />

il suo ultimo campionato svizzero. Originario di Davos, è stato<br />

uno dei leggendari giocatori di disco su ghiaccio della Svizzera,<br />

in un tempo in cui si giocava senza casco e per la gloria.<br />

TESTO DOMINIC GRAF | FOTO EMANUEL FREUDIGER<br />

Il suo sguardo da combattente<br />

Hans Pappa l’ha conservato intatto.<br />

Anche a 84 anni quando<br />

racconta le sue storie sul ghiaccio<br />

mostra i denti incorniciati da<br />

un sorriso. Nei suoi occhi riluce<br />

ancora una forte determinazione<br />

come se si stesse preparando ad<br />

un tiro. Un tiro per cui questo difensore<br />

dell’HC Davos dal 1953 al<br />

1967 è stato famoso nel mondo<br />

dell’hockey svizzero. Era soprannominato<br />

«cecchino», «bomber»<br />

oppure, a causa del suo temperamento,<br />

la sua potenza e volontà:<br />

«il leone di Davos». Soprannomi<br />

che ancora adesso richiama alla<br />

memoria con una punta di malcelato<br />

orgoglio. La maggior parte<br />

della gente però del giocatore conosce<br />

un nome più innocuo: dato<br />

che già da giovane aveva sempre<br />

un forte appetito e una vera passione<br />

per le salsicce (in tedesco:<br />

Schübling), invece di Hans veniva<br />

chiamato «Schüba».<br />

Attualmente vive con la moglie<br />

nella sangallese Oberbüren, dove<br />

si è trasferito alla fine della sua<br />

carriera di hockey. A volte gli mancano<br />

le montagne, ma si sente<br />

bene anche qui, dove ha trovato<br />

anche il suo luogo preferito, il<br />

prato attorno ad un grande stagno.<br />

Distante solo un paio di minuti dal<br />

suo appartamento, vi andiamo in-<br />

sieme per parlare della sua esperienza<br />

di giocatore di hockey professionista.<br />

Per l’HC Davos ha vissuto,<br />

sudato e sanguinato<br />

Alla domanda se l’hockey giocato<br />

oggi sia più duro rispetto agli anni<br />

Cinquanta e Sessanta risponde con<br />

una risata. «Più veloce sì, e anche<br />

più tattico, atletico e professionale.<br />

Ma non più duro», dichiara Hans<br />

Pappa, che un tempo vinse la medaglia<br />

di pelle di maiale per il<br />

maggior numero di minuti di penalità<br />

raccolti in una stagione.<br />

Non ha mai indossato un casco o<br />

altro equipaggiamento di sicurezza.<br />

Ferirsi era all’ordine del<br />

giorno. Oggi una cosa così è impensabile.<br />

«È giusto che i giocatori<br />

si proteggano, ma non vedo in loro<br />

la voglia di lottare con sacrificio<br />

per la propria squadra», afferma<br />

l’ex giocatore senza peli sulla lingua.<br />

E di nuovo il leone mostra i<br />

suoi artigli: «Ho vissuto, sudato e<br />

sanguinato per l’HC Davos. I professionisti<br />

di oggi giocano per il<br />

portafoglio e molti sono viziati». Ai<br />

suoi tempi i soldi non erano il fattore<br />

motivazionale della disciplina.<br />

«Ricevevamo cinque franchi per<br />

ogni allenamento, non di più. Dovevamo<br />

pagare i bastoni di tasca<br />

propria, e se ne potevano consumare<br />

anche oltre una dozzina a<br />

stagione… a me capitava sempre»,<br />

aggiunge Pappa.<br />

Nonostante tutte le offerte di ingaggio<br />

dalla Svizzera e dall’estero,<br />

rimase fedele al «suo» HCD per<br />

tutta la carriera sportiva e vinse<br />

due volte sia il campionato svizzero<br />

che la Coppa Spengler. Inoltre<br />

con la nazionale svizzera ha partecipato<br />

a cinque campionati mondiali<br />

e ai Giochi olimpici invernali<br />

di Cortina d’Ampezzo nel 1956.<br />

«Chi vuole essere mobile,<br />

sta con il TCS»<br />

L’altra passione di Hans Pappa<br />

sono le auto. Proprio per questo<br />

fece l’apprendistato di lattoniere<br />

con l’obiettivo di lavorare in una<br />

carrozzeria. I piani però sono poi<br />

cambiati, si è messo in proprio e si<br />

è fatto un nome come fabbro. Nonostante<br />

ciò il fascino per le auto è<br />

rimasto immutato, come lo dimostra<br />

il suo parco macchine con la<br />

Jaguar E-Type e la Volvo PV 544<br />

nonché la tessera di socio del TCS<br />

da 60 anni. Per lui è ovvio che:<br />

«Chi vuole essere mobile, sta con il<br />

TCS», dichiara Hans «Schüba»<br />

Pappa con la sua notoria determinazione<br />

nello sguardo. ◆<br />

«L’HC Davos e le auto,<br />

queste sono le mie<br />

grandi passioni»<br />

Hans Pappa<br />

già giocatore della nazionale<br />

svizzera di hockey<br />

Luogo preferito<br />

Attorno a questo stagno<br />

Hans Pappa si rilassa<br />

godendosi la natura.<br />

72 touring | ottobre <strong>2020</strong>

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