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POST COVID-19<br />

Trasporti<br />

quindi il ritorno di misure<br />

restrittive a livello europeo e<br />

nazionale, potrebbe dunque<br />

ostacolare il percorso di<br />

recupero dell’economia, così<br />

come il peggioramento delle<br />

prospettive economiche a<br />

livello globale determinato<br />

dal tasso ancora crescente<br />

di infezioni registrato in<br />

molti Paesi extra-europei, in<br />

particolare negli Stati Uniti e<br />

nei mercati emergenti.<br />

Questa situazione economica<br />

ha avuto e continua ad<br />

avere forti ripercussioni sul<br />

settore dell’autotrasporto,<br />

che riveste un ruolo primario<br />

nell’economia dei trasporti,<br />

tanto che a livello europeo<br />

circa il 50% degli spostamenti<br />

delle merci avviene su strada<br />

(il 36% via mare e l’11% via<br />

ferro), di cui due terzi in<br />

ambito nazionale, con circa<br />

600.000 aziende attive in<br />

Europa secondo quanto<br />

riportato da Eurostat.<br />

L’International Road<br />

Transport Union ha infatti<br />

stimato che il comparto a<br />

livello mondiale perderà<br />

quest’anno almeno 550<br />

miliardi di euro, con un<br />

crollo del fatturato pari al<br />

18%. Per l’Europa si stima<br />

una riduzione di fatturato di<br />

64 miliardi di euro (-17%),<br />

mentre in altre aree del<br />

mondo si prospettano crolli<br />

ancora peggiori: Argentina,<br />

Cina e Iran -30%, Medio<br />

Oriente e Nord Africa (-22%) e<br />

Asia (-21%).<br />

In Italia l’autotrasporto non è<br />

stato direttamente interessato<br />

dalle restrizioni del lockdown,<br />

essendo considerato<br />

un servizio ritenuto<br />

essenziale; ciò nonostante<br />

la chiusura delle attività<br />

produttive e commerciali<br />

causata dalla pandemia<br />

di Covid-19 ha inciso<br />

pesantemente sul settore<br />

(vedi articolo pubblicato<br />

a pag. 6 su Onda Verde n.<br />

29). Secondo una recente<br />

ricerca di Conftrasporto gli<br />

autotrasportatori italiani<br />

hanno percorso 900 milioni di<br />

chilometri in meno, perdendo<br />

1,8 miliardi di fatturato nel<br />

bimestre marzo-aprile, con<br />

un conseguente impatto<br />

negativo sull’occupazione e<br />

sulle retribuzioni stimabile<br />

complessivamente in<br />

circa 370 milioni di euro,<br />

coperta solo in parte dagli<br />

ammortizzatori sociali.<br />

L’ITER DEI NUOVI<br />

REGOLAMENTI UE<br />

In questo contesto si<br />

inseriscono una serie di<br />

riforme del trasporto stradale<br />

che, pur non strettamente<br />

correlate all’emergenza<br />

Covid-19, possono fare da<br />

volàno per il rilancio del<br />

settore dell’autotrasporto<br />

italiano.<br />

Agli inizi di luglio sono state<br />

infatti introdotte alcune<br />

importanti modifiche ai<br />

regolamenti europei sui tempi<br />

di guida e sul tachigrafo, al<br />

fine di migliorare le condizioni<br />

di lavoro dei conducenti e la<br />

sicurezza stradale, nonché la<br />

concorrenza tra gli operatori<br />

stradali.<br />

Per quanto riguarda<br />

quest’ultimo aspetto il<br />

settore è caratterizzato da due<br />

fenomeni che alterano l’equa<br />

competizione tra operatori:<br />

• dumping sociale, ossia una<br />

pratica di alcune imprese<br />

(soprattutto multinazionali)<br />

di localizzare la propria<br />

attività in aree dove<br />

possono beneficiare<br />

di disposizioni meno<br />

vincolanti in materia di<br />

lavoro o in cui il costo del<br />

lavoro è inferiore. In questo<br />

modo i minori costi per<br />

l’impresa possono essere<br />

trasferiti sul prezzo finale<br />

del bene che risulta più<br />

concorrenziale;<br />

• letterbox companies, ossia<br />

aziende che hanno la sede<br />

legale in Stati membri<br />

della UE con tasse e livelli<br />

salariali più bassi che<br />

svolgono le proprie attività<br />

in altri Stati membri, di<br />

solito con l'obiettivo di<br />

eludere gli obblighi legali e<br />

sociali come la tassazione,<br />

i contratti collettivi e<br />

sicurezza.<br />

Per altro verso il trasporto<br />

stradale, come evidenzia uno<br />

studio della Commissione<br />

europea del 2014, risulta di<br />

scarsa attrattività dal punto<br />

di vista lavorativo, a causa<br />

delle difficili condizioni di<br />

lavoro che caratterizzano<br />

il lavoro di conducente<br />

(difficile equilibrio tra vita<br />

professionale e privata,<br />

pressione per rispettare le<br />

scadenze, isolamento, orario<br />

di lavoro atipico ecc.).<br />

L’esigenza di intervenire sul<br />

settore scaturisce dunque<br />

dalla volontà di regolamentare<br />

l’autotrasporto secondo<br />

regole sia di mercato che<br />

sociali.<br />

Già nel 2017 il programma<br />

della Commissione europea<br />

sottolineava la necessità di<br />

rafforzare la legislazione<br />

sociale nel trasporto su strada,<br />

per uniformare e migliorare<br />

le condizioni di lavoro in<br />

tutta l’UE. Tale necessità<br />

scaturiva da una valutazione<br />

ex post dei regolamenti CE<br />

n. 561/2006 e n. 165/2014,<br />

relativi rispettivamente ai<br />

tempi di guida e al tachigrafo<br />

(integrati dalla direttiva<br />

2002/15/CE sull'orario di<br />

lavoro e dalla direttiva<br />

2006/22/CE sui controlli del<br />

rispetto dell’orario di lavoro<br />

sia su strada che nelle sedi<br />

degli operatori), che aveva<br />

evidenziato debolezze e<br />

criticità causa interpretazioni<br />

volte a corroborare<br />

comportamenti, da parte di<br />

alcuni operatori, contrari alla<br />

sicurezza e al benessere degli<br />

addetti.<br />

In proposito il <strong>31</strong> gennaio<br />

2017, a Parigi, i Ministri<br />

dei Trasporti di otto Stati<br />

membri (Austria, Belgio,<br />

Danimarca, Germania,<br />

Incentivi in Italia per il rinnovo del parco<br />

Ad incoraggiare in Italia gli investimenti finora rimandati delle<br />

aziende di autotrasporto intervengono le misure di incentivazione<br />

al rinnovo delle flotte previste dal DM n. 203 del 12 maggio<br />

2020, pubblicato in G.U. a fine luglio, a cui ha fatto seguito<br />

il 7 agosto scorso la pubblicazione del DD con le disposizioni di<br />

attuazione delle misure.<br />

Le misure seguono lo schema degli scorsi anni, ma con una dotazione<br />

finanziaria maggiore: 46,4 milioni di euro per l’acquisto<br />

di veicoli a carburanti alternativi (pari o superiori a 3,5 t)<br />

nonché per l’acquisizione di dispositivi idonei ad operare la riconversione<br />

di autoveicoli per il trasporto merci a motorizzazione<br />

termica in veicoli a trazione elettrica; 44,1 milioni per<br />

l’acquisto con contestuale rottamazione di un veicolo pari o<br />

superiore alle 11,5 t, di veicoli Euro 6 diesel a partire da 7 t<br />

e per l’acquisto di veicoli commerciali Euro 6 Dtemp ed Euro<br />

6 pari o superiori a 3,5 t e fino a 7 t, con contestuale rottamazione<br />

di un veicolo della medesima tipologia; 29,3 milioni per i<br />

veicoli trainati per intermodalità con almeno un dispositivo innovativo<br />

e per rimorchi, semirimorchi o equipaggiamenti per<br />

autoveicoli specifici superiori a 7 t allestiti per trasporti in regime<br />

ATP; 2,5 milioni per l’acquisizione di casse mobili e rimorchi<br />

o semirimorchi porta casse.<br />

Sono previsti due distinti periodi di incentivazione: il primo<br />

dal 1° ottobre 2020 al 16 novembre 2020 e il secondo dal 14<br />

maggio 2021 al 30 giugno 2021, all’interno dei quali potranno<br />

essere presentate le domande di accesso all’incentivo fatte<br />

a partire dal 29 luglio. L'importo massimo ammissibile per gli<br />

investimenti per singola impresa non può superare i 550.000<br />

euro e, per le imprese che effettuano la prenotazione, ma non<br />

confermano l'investimento, vige l'impossibilità di accedere alla<br />

finestra di incentivazione successiva.<br />

settembre-ottobre 2020 21

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