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Statistiche<br />

di italiani utilizzare le due ruote a pedali come mezzo di trasporto<br />

quotidiano e dall’altro fa registrare un sensibile aumento delle<br />

vendite: sia di biciclette in genere che di e-bike (rispettivamente<br />

+7% nel complesso e +13% per le sole e-bike). Da segnalare, peraltro,<br />

anche il crescente sviluppo del cicloturismo, come documentano<br />

le più recenti stime sui pernottamenti effettuati nel<br />

nostro Paese dai cicloturisti stranieri e italiani (oltre 20,5 milioni<br />

di pernottamenti, pari al 6,1% del totale, secondo il Rapporto Isnart-Unioncamere<br />

e Legambiente). Ulteriore impulso al ricorso<br />

alla bicicletta e in genere alla “mobilità dolce” proviene infine<br />

dall’esperienza del lockdown e dalle misure previste dal Decreto<br />

Rilancio (già trattate nel precedente numero n. 30 di Onda Verde).<br />

Si conferma essenziale, in conclusione, che questo significativo<br />

rilancio della ciclabilità sia accompagnato da diffusi interventi infrastrutturali<br />

ed educativi, in quanto è necessario ridurre il tasso<br />

di mortalità che al momento per le città italiane presenta stime<br />

decisamente elevate.<br />

Il numero di PEDONI deceduti è notevolmente diminuito nel 2019:<br />

534 vittime, di cui 336 maschi e 198 femmine, con un calo del 12,5%<br />

rispetto all’anno precedente, del 14% rispetto al 2010 e del 48,3%<br />

sul 2001. L’indice di mortalità per i pedoni, pari a 2,7 ogni 100 incidenti<br />

per investimento di pedone, è più elevato rispetto agli altri<br />

utenti della strada e pari a circa quattro volte quello degli occupanti<br />

di autovetture (0,7). Diversamente, risulta in aumento nel<br />

2019 rispetto all’anno precedente il numero di pedoni feriti. Si<br />

tratta di 21.000 persone l’anno e questo valore si mantiene pressoché<br />

stabile, anzi leggermente in aumento dal 2001. Complessivamente<br />

non si osserva nessun progresso rispetto al numero<br />

di pedoni coinvolti in incidente: le variazioni, calcolate su medie<br />

mobili triennali, sono nell’ordine dell’1%. Fortunatamente sono<br />

diminuite le lesioni mortali. Gli investimenti di pedone avvengono<br />

soprattutto nei centri urbani, ma nel 5% dei casi in cui l’incidente<br />

avviene fuori dell’abitato la probabilità che sia mortale è<br />

dell’11% (1 evento mortale ogni 8,6). E mentre nelle zone urbane<br />

la responsabilità è del conducente in più del 70% dei casi, soprattutto<br />

per non aver rispettato gli attraversamenti pedonali, negli<br />

investimenti fuori dall’abitato il pedone risulta corresponsabile<br />

in circa la metà dei casi (62% per gli eventi mortali). Gli anziani<br />

sono più a rischio di investimento: il 44% dei morti e il 18% dei<br />

feriti ha più di 75 anni. Per gli ultrasettantacinquenni il rischio di<br />

essere investiti è del 60% più elevato rispetto alla media: 590 vs.<br />

364 per milione di abitanti. Inoltre in caso di investimento è più<br />

elevata la probabilità di morte a causa della fragilità della persona:<br />

il 57% delle persone di 75+ anni investite muore, mentre in media<br />

i decessi rappresentano il 24% dei pedoni coinvolti. A rischio, tra i<br />

giovanissimi, la classe di età 10-14 che registra il numero più alto<br />

di pedoni colpiti al di sotto dei 20 anni, restando comunque al di<br />

sotto della media (327 per milione di abitanti).<br />

Per gli utilizzatori delle due ruote a motore il trend risulta diverso<br />

a seconda che il motoveicolo in questione sia un ciclomotore<br />

o un motociclo. A bordo di CICLOMOTORE nel 2019 sono stati 88<br />

i decessi registrati, con una riduzione del 18,5% rispetto all’anno<br />

precedente, del 57,3% rispetto al 2010 e dell’84,8% rispetto al<br />

2001. Anche i feriti su ciclomotore continuano a diminuire: nel<br />

2019 sono stati 9.667 e sono ormai 1/5 rispetto ai valori di inizio<br />

anni 2000. Questi progressi sono senz’altro dovuti all’uso del casco,<br />

reso obbligatorio anche per i maggiorenni alla fine del 1999,<br />

ma non bisogna dimenticare che il ciclomotore è un tipo di veicolo<br />

sempre meno utilizzato, a tutto vantaggio dei motocicli con cilindrata<br />

fino a 125 cc. Le statistiche sulle vendite di ciclomotori pubblicate<br />

dall’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori<br />

(ANCMA) riportano infatti valori fortemente decrescenti e ormai<br />

ridotti ad un decimo rispetto ai livelli dell’anno 2000. Anche il<br />

totale dei ciclomotori circolanti, stimato in 4,5 milioni ad inizio<br />

secolo, si è oggi ridotto a circa 2,5 milioni di unità.<br />

Aumentano invece dell’1,6% nel 2019 i decessi di MOTOCICLISTI,<br />

anche se rispetto al 2010 si registra un decremento del 26,5%,<br />

che diventa -17,7% se il confronto viene effettuato su base<br />

2001. I motociclisti presentano un indice di mortalità pari a 1,6<br />

morti per 100 incidenti, più che doppio rispetto agli occupanti<br />

di autovetture. Sono inoltre la categoria che complessivamente<br />

ha fatto meno progressi in termini di riduzione della mortalità.<br />

Il numero di motociclisti feriti è praticamente stabile dal 2013.<br />

A tutto questo si aggiunga che tra i motociclisti si conta il 14%<br />

dei feriti gravi secondo il criterio MAIS3+ (elaborazione ISTAT<br />

su dati Ministero della Salute 2016 – IRTAD Conference 2017).<br />

Anche in questo caso va però considerato il notevole incremento<br />

dei motocicli in circolazione, che sono praticamente raddoppiati<br />

negli ultimi 20 anni passando da 3,4 a 6,9 milioni.<br />

Stabili i decessi degli occupanti di AUTOVETTURE: 1.411 in totale,<br />

prevalentemente uomini (-0,8% rispetto al 2018). Si tratta della<br />

categoria di utenti stradali che ha conseguito i migliori risultati dal<br />

2001 e che pesa di più nel complesso, dal momento che rappresenta<br />

il 44,5% di tutti i decessi in incidente stradale. I feriti a bordo di autovetture<br />

sono diminuiti dell’1,7% rispetto al 2018 e la serie risulta<br />

sempre decrescente a partire dal 2001. Questo importante risultato<br />

è dovuto in larga parte ai progressi tecnologici e alla dotazione<br />

di dispositivi di sicurezza attiva e passiva delle nuove autovetture.<br />

L’anzianità dell’autovettura, infatti, non è assolutamente<br />

trascurabile in riferimento all’incidentalità stradale: la frequenza<br />

di incidenti per milione di km percorsi è crescente all’aumentare<br />

dell’età dell’autovettura, il valore medio è pari a quello riscontrato<br />

per un’auto di 7-8 anni di età, le auto con più di 10 anni hanno<br />

un rischio del 65% superiore rispetto alla media e più che triplo<br />

rispetto alle autovetture nuove. Anche la probabilità di morire<br />

quando si ha un incidente, inoltre, aumenta all’aumentare dell’età<br />

dell’autovettura e se l’autovettura ha più di 10 anni di età l’indice<br />

risulta triplo rispetto a quello calcolato per le auto fino a 4 anni di<br />

età. (Contributo ACI in Statistiche sulla incidentalità nei trasporti<br />

stradali, anche con riferimento alla tipologia di strada - 2019).<br />

È diminuito notevolmente nel 2019 il numero di vittime tra gli occupanti<br />

di VEICOLI PER IL TRASPORTO MERCI, che ammontano<br />

a 137 contro i 189 del 2018, con una diminuzione del 27,5%. I feriti<br />

sono diminuiti del 2%. E’ lecito pensare che il risultato sia conseguenza<br />

del rinnovo della flotta che, dopo la profonda crisi di mercato<br />

che ha contrassegnato gli anni 2008-2012, soprattutto a partire<br />

dal 2016 ha visto nel suo complesso, tra veicoli leggeri e pesanti,<br />

un incremento notevole di prime iscrizioni, con oltre 200.000<br />

veicoli nuovi/anno fino al 2019, quando il mercato ha registrato<br />

una nuova flessione. L’incremento delle nuove iscrizioni non ha<br />

tuttavia colmato le perdite di volumi accumulate e l’età media del<br />

parco rimane ancora molto elevata, con il 48% della flotta veicoli<br />

leggeri e oltre il 30% dei veicoli pesanti ante Euro 4 a fine 2019<br />

secondo quanto rilevato dall’UNRAE. L’Unione europea ha inoltre<br />

convenuto di aumentare ulteriormente gli standard minimi di<br />

sicurezza per i nuovi autocarri a partire dal 2026, migliorando la<br />

visibilità dei conducenti mediante parabrezza più ampi e pannelli<br />

trasparenti nelle portiere e prevedendo l’installazione sistemi di<br />

rilevamento di pedoni e ciclisti. Va ricordato infatti che i veicoli<br />

per il trasporto merci, in particolare i veicoli pesanti, in caso di<br />

incidente rappresentano un pericolo più per la controparte che<br />

per gli occupanti del veicolo stesso. Preoccupa quindi la battuta<br />

d’arresto nel rinnovo della flotta.<br />

60<br />

settembre-ottobre 2020

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