LeStrade n.1563 dicembre 2020
MONOGRAFICO Numero dedicato alle reti stradali INTERVISTE In esclusiva Anas e Commissione EU SPECIALISTI Norme, sicurezza e alta tecnologia
MONOGRAFICO
Numero dedicato alle reti stradali
INTERVISTE
In esclusiva Anas e Commissione EU
SPECIALISTI
Norme, sicurezza e alta tecnologia
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34<br />
35 LS<br />
ponti, Decreto 35, antincendio e via discorrendo. Occorre<br />
fare una sintesi e gestire questo e altri aspetti in maniera<br />
unitaria. È quello che punta a fare il management strategico<br />
delle strade”.<br />
Robustezza sistemica<br />
Partire dunque dalle prestazioni collegate alle esigenze trasportistiche<br />
e coinvolgere nel “New Deal” tutte le reti con un<br />
approccio omogeneo di gestione. “Se facciamo crescere tutto<br />
il sistema “rete” in modo organico - nota Zampino - nel momento<br />
in cui dovesse esserci una problematica, un malfunzionamento<br />
su una rete principale, quelle “secondarie” potrebbero<br />
sostenere adeguatamente le esigenze della mobilità<br />
dell’area”. È un tema chiave, che ci rimanda con la memoria a<br />
tante situazioni viabilistiche di forte interruzione su una grande<br />
arteria in cui il resto del “mondo viario” non è stato in grado<br />
di rappresentare un’adeguata, seppur temporanea, alternativa.<br />
Questi blocchi sono dovuti anche al fatto che si continua a<br />
operare a compartimenti stagni, ovvero mettendo in atto attività<br />
di cura stradale per singoli tratti e a livelli diversificati.<br />
“Ma dal punto di vista dell’utenza - rileva Cantisani - la visione<br />
è perfettamente integrata e suona stridente che non lo sia<br />
anche a monte, ovvero a partire dalla gestione. Il management<br />
strategico punta proprio a mettere ordine in questa corrispondenza,<br />
ovvero a mettere in campo una pianificazione<br />
completa e compiuta del sistema”. “La perdita di performance<br />
correlata ad un “evento di guasto” - aggiunge Zampino –<br />
sarà tanto più significativa quanto minore sarà la “robustezza”<br />
dell’intera rete: pensiamo a quanto pagano, in caso di malfunzionamenti,<br />
i settori delle merci e del turismo. Se invece il<br />
sistema viario ha un’adeguata robustezza ed una capacità di<br />
reazione, allora i danni per l’intero sistema territoriale saranno<br />
estremamente limitati”.<br />
Gestione e innovazione<br />
Domande finali, per impostare ulteriori riflessioni: da dove partire<br />
per creare lo Strategic Road Manager del futuro? E chi può<br />
fare da cabina di regia di questo approccio? “Possiamo partire<br />
senz’altro da una formazione specifica - nota Cantisani -<br />
che tocchi innanzitutto i livelli post-lauream e riguardi conte-<br />
6<br />
sti di gestione già altamente specializzati. In sintesi, occorre<br />
formare nuove figure professionali presso gli stakeholders attraverso<br />
programmi che leghino in un’ottica sistemica aspetti<br />
riguardanti la mobilità stradale, le opere civili, le nuove tecnologie<br />
e via dicendo”. Occorre creare una figura di manager<br />
che abbia competenze trasversali. Quanto alla cabina di regia,<br />
rileva Zampino, un candidato potrebbe essere un soggetto in<br />
grado di integrare le diverse competenze, come rinnovata AN-<br />
SFISA, l’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle<br />
infrastrutture stradali, opportunamente potenziata sia a livello<br />
centrale sia periferico-territoriale e con un programma basato<br />
su un approccio sistemico non solo orientato a garantire la<br />
sicurezza dei manufatti, ma con un ben più ampio raggio. Altra<br />
domanda: che cosa ci possono insegnare le esperienze internazionali<br />
in materia di Strategic Road Asset Management?<br />
“L’Europa ha problemi comuni ai nostri e sta ragionando su<br />
questa materia - nota Zampino - per esempio dal punto di vista<br />
dell’istituzione di contratti basati sul concetto di performance,<br />
che sono diffusi in molti Paesi del Nord. Il limite italiano, anche<br />
nell’introduzione di questi strumenti, è però quello della<br />
sempre troppo scarna conoscenza del nostro patrimonio viario,<br />
alla base di un programma mirato di investimenti. Un’altra<br />
sfida epocale, che un approccio sistemico dovrebbe porre al<br />
primo punto, è proprio quello della conoscenza del nostro panorama<br />
infrastrutturale”. “Dal punto di vista culturale - spiega<br />
Cantisani – un punto di riferimento sono gli USA, dove le strade,<br />
che vengono considerate asset produttivo di valore, pos-<br />
6. Obiettivi di performance<br />
e finalità per livello<br />
8. Vulnerabilità e resilienza 8<br />
CALCESTRUZZO<br />
PRODOTTI CHIMICI PER L’EDILIZIA<br />
sono innescare una leva finanziaria attirando gli investimenti<br />
di istituti bancari o assicurativi- Mentre qui da noi in molti casi<br />
sono ancora viste come un mero costo”. Infine, l’innovazione:<br />
come può aiutare a vincere la grande sfida del “New Deal”?<br />
“Può farlo per esempio attraverso il BIM - risponde Zampino<br />
-, strumento che può essere utilizzato proprio per raccogliere<br />
i dati ed elaborare quel patrimonio di informazioni che ci<br />
occorre assolutamente per delineare corrette linee strategiche.<br />
Dovremmo mandare in giro per l’Italia una gran numero<br />
di ingegneri dotati delle più moderne tecnologie per scattare<br />
una foto il più possibile dettagliata della nostra situazione<br />
infrastrutturale. In Finlandia, un piano del genere, con riferimento<br />
alle pavimentazioni da ‘censire’ con tecnologie a nuvole<br />
di punti, è già stato attuato nel 2015”. “Il BIM, che pur nasce<br />
per l’opera puntuale e non lineare, può essere certamente<br />
un ottimo strumento per la raccolta dei dati - conclude Cantisani<br />
-. Per quanto riguarda la tecnologia in generale, le prospettive<br />
sono incredibili, perché non solo l’innovazione ci consente<br />
di avere un’acquisizione rapida delle informazioni, ma<br />
ci rivela molto anche sulle modalità di esercizio dell’infrastruttura.<br />
Pensiamo per esempio ai Floating Car Data, per conoscere<br />
le condizioni effettive di percorrenza dei tronchi stradali:<br />
quando parliamo di velocità operative, abbiamo oggi, effettivamente,<br />
degli strumenti di conoscenza molto avanzati”. nn<br />
RESTAURO<br />
I Protagonisti<br />
7<br />
PAVIMENTI<br />
DAL 1982 AL FIANCO<br />
DEI PROFESSIONISTI DELL'EDILIZIA<br />
UNDERGROUND<br />
IMPERMEABILIZZAZIONE<br />
» MALTE E SISTEMI PER IL RESTAURO DELLE STRUTTURE<br />
» RESINE E PRODOTTI PER LE PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI<br />
» ADDITIVI E SISTEMI PER IL CALCESTRUZZO<br />
RISANAMENTO<br />
I Protagonisti<br />
7. Gerarchia stradale: occorre<br />
un cambio di prospettiva<br />
12/<strong>2020</strong> leStrade<br />
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