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La Toscana nuova Febbraio 2022

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foto dagli aspetti “formali”, per così dire, perché mi interessa lasciare

una traccia della mia immaginazione e non solo un documento

della realtà. Oggi vengo considerato un artista ma io mi

sento più uno scrittore o un poeta che si serve della fotografia

per esprimere i propri pensieri e sentimenti.

Come nasce la serie fotografica dei Muri?

Da sempre, la figura umana è al centro del mio interesse anche

quando non si vede nell’immagine ma se ne avvertono le tracce.

L’altro tema che mi appassiona è il tempo. Con il progetto i Muri,

durato oltre vent’anni, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta,

ho voluto raccontare un’epoca attraverso la matericità dei muri,

non solo perché, come una specie di diario collettivo, queste superfici

raccontano pensieri, emozioni e sentimenti delle persone

che vi ci scrivono sopra, ma anche perché il muro ci ricorda

in maniera evidente l’azione inesorabile del tempo, che sgretola,

corrode e trasforma ogni cosa. Successivamente ho iniziato

a scattare foto di manifesti strappati perché mi piaceva l’idea

di cogliere i tanti significati sottesi al gesto di “strappare”: disprezzo,

rabbia, noia e chissà che altro. Nel farlo, ho anticipato

di qualche tempo quello che sarebbe stato poi l’oggetto artistico

di Mimmo Rotella.

Potrebbe darci una definizione di fotografia?

La fotografia è una forma di scrittura per immagini del proprio

pensiero, un linguaggio che ci permette di trasformare stati d’animo

in racconti, un’interpretazione personale della realtà che

può suscitare nuovi interrogativi sulla percezione del reale.

In cosa consiste il progetto Lumen?

È nato nel 2006 quando Ivo Iori, preside della Facoltà di Architettura

dell’Università di Parma, mi ha chiesto di partecipare

con un mio lavoro alla collana editoriale Opere inedite di cultura.

Per l’occasione, mi è venuto in mente di fotografare le

formelle dello Zooforo dell’Antelami nella cattedrale di Parma

ricreando l’atmosfera del passato con l’illuminazione di candele.

Un risultato molto suggestivo, con i particolari del fregio

che, emergendo dal buio, creano forme inaspettate. In seguito,

il progetto è andato avanti con i leoni e le metope del duomo

di Modena, il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca a

Bologna, il Monumento funebre a Ilaria del Carretto nel duomo

di Lucca e il Cristo Velato della Cappella Sansevero a Napoli.

Portatore di pane (© Fondazione Nino Migliori)

È stata un’esperienza coinvolgente che mi ha permesso di apprezzare

da vicino queste meraviglie e di toccarle per verificarne

i cambiamenti al minimo movimento della fiamma.

Ritratti alla luce di un fiammifero può considerarsi un’evoluzione

del progetto Lumen?

La metodologia operativa è la stessa perché per me i volti

umani sono monumenti irripetibili che narrano storie, esperienze,

emozioni, gioie e dolori. Tra il 2016 e il 2021, ho fotografato

nel mio studio seicento volti di donne e uomini, per lo

più amici o conoscenti, alla luce di un fiammifero per cercare

nuovi stimoli visivi. Sono venuti fuori ritratti sorprendenti che

ho raccolto in un libro.

In cosa consiste il progetto Favole di Luce?

È un lavoro nato da un percorso didattico fatto con i bambini

dai 2 ai 4 anni del Nido Scuola Mast di Bologna. Per due anni

e mezzo, li ho fatti lavorare direttamente con lo sviluppo e il

fissaggio e ho insegnato loro ad utilizzare tecniche off-camera

come ossidazioni, cellogrammi, polarigrammi, lucigrammi,

etc.. Questo gli ha permesso di scoprire come attraverso la fotografia

si possa non solo osservare il mondo ma anche

trasformarlo con metodo e fantasia. E i bambini

sono stati capaci di creare racconti stupendi, piccoli

capolavori esposti nella mostra Favole di Luce al MA-

XXI di Roma nel 2018.

FOTOGRAFIA PASSIONE PROFESSIONE IN NETWORK

www.universofoto.it

Via Ponte all'Asse 2/4 - 50019 Sesto F.no (Fi) - tel 0553454164

Uno scatto della serie fotografica Muri (© Fondazione Nino Migliori)

NINO MIGLIORI

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