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A cura di
Maria Concetta Guaglianone
PsicHeArt
Psicologia e percezione visiva
Cosa succede quando osserviamo un’opera d’arte
di Maria Concetta Guaglianone
Ogni qual volta ci si trova davanti ad una rappresentazione
artistica si attiva un’esperienza soggettiva che
può avere impatti differenti in termini di intensità e
coinvolgimento e richiamare contenuti consci e inconsci. Per
comprenderne il vissuto vanno considerati processi psicologici
coinvolti nelle esperienze di produzione e di fruizione di
un’opera d’arte, l’attivazione e l’interconnessione tra aree e
funzioni del cervello, il sistema percettivo, visivo, cognitivo,
mnemonico, emotivo, di rappresentazione simbolica e di significato,
di immedesimazione e apprezzamento. Guardando
un’opera d’arte, come ad esempio un dipinto, si può avere
l’impressione di essere “catapultati dentro” la rappresentazione
artistica che diventa, per effetto dei neuroni specchio
e per l’attivazione di circuiti dopaminercigi, un’esperienza
emozionale e sensoriale. L’opera d’arte veicola stimoli che
provengono dall’esterno – visivi, olfattivi e uditivi – e dall’interno
come pensieri e sentimenti. A livello neurobiologico il
cervello si attiva richiamando due processi complementari:
il bottom-up, innato e riferito ai circuiti cerebrali dettati da re-
gole universali del sistema visivo che permette ad ogni persona
di estrarre le informazioni principali, come la forma, il
contrasto, il colore, la figura-sfondo, i contorni, la luce-ombra,
il volume, l’orientamento, la trama delle superfici; il topdown,
relativo a circuiti cerebrali che caratterizzano funzioni
mentali di ordine superiore come la memoria, l’attenzione,
le aspettative, le associazioni visive apprese nell’esperienza
psicologica soggettiva. In tal caso il cervello è impegnato
in un processo di integrazione di informazioni incomplete
o ambigue e richiama il sistema di significati propri della
persona. Considerando ad esempio l’arte figurativa, in modo
immediato si attiva un processo di riconoscimento, categorizzazione
e classificazione di elementi definiti; in caso di
arte astratta si attiva un processo “più creativo” con la produzione
di nuove associazioni in assenza di elementi riconoscibili.
E.R. Kandel, uno dei maggiori neuroscienziati, premio
Nobel per la medicina nel 2000, in Arte e Neuroscienze parla
della relazione tra creatività, razionalità e funzionamento
cerebrale. Proprio in merito all’arte astratta mette in evidenza
come l’astrattismo insegni a
guardare in modo nuovo, a cogliere
nuove prospettive e significati,
come da elementi indefiniti
si possa costruire un’immagine
rappresentativa sulla base della
propria esperienza. Il nostro cervello
elabora i segnali sensoriali
provenienti da un’opera d’arte
e, a partire da essi, costruisce significati,
come afferma lo stesso
Kandel: «Per l’artista il processo
creativo è anche interpretativo
e per chi guarda il processo interpretativo
è anche creativo».
Guardare, sentire e fare arte significa
creare, evocare e respirare
vita. E come una danza, tra
passi e figure, l’arte si muove e
smuove nel corpo, nella mente e
nelle emozioni.
Psicologa specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia dell’Istituto Psicoumanitas di Pistoia, Maria Concetta
Guaglianone ha frequentato la scuola biennale di Counseling Psicologico presso Obiettivo Psicologia
di Roma, dove ha svolto anche la propria attività professionale collaborando come tutor nel Master di
Psicologia Perinatale. È autrice di numerosi articoli sul portale Benessere 4you - Informazioni e Servizi su Salute e
Benessere Psicologico. Attualmente svolge la propria attività professionale presso Spazio21 - Studi Professionali
di Discipline Bio Naturali e Psicologia (via dei Ciliegi 21 - 50018 Scandicci).
+39 3534071538 / + 39 348 8226351 / mariaconcetta.guaglianone@gmail.com
PERCEZIONE VISIVA
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