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La Toscana nuova Febbraio 2022

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A cura di

Maria Concetta Guaglianone

PsicHeArt

Psicologia e percezione visiva

Cosa succede quando osserviamo un’opera d’arte

di Maria Concetta Guaglianone

Ogni qual volta ci si trova davanti ad una rappresentazione

artistica si attiva un’esperienza soggettiva che

può avere impatti differenti in termini di intensità e

coinvolgimento e richiamare contenuti consci e inconsci. Per

comprenderne il vissuto vanno considerati processi psicologici

coinvolti nelle esperienze di produzione e di fruizione di

un’opera d’arte, l’attivazione e l’interconnessione tra aree e

funzioni del cervello, il sistema percettivo, visivo, cognitivo,

mnemonico, emotivo, di rappresentazione simbolica e di significato,

di immedesimazione e apprezzamento. Guardando

un’opera d’arte, come ad esempio un dipinto, si può avere

l’impressione di essere “catapultati dentro” la rappresentazione

artistica che diventa, per effetto dei neuroni specchio

e per l’attivazione di circuiti dopaminercigi, un’esperienza

emozionale e sensoriale. L’opera d’arte veicola stimoli che

provengono dall’esterno – visivi, olfattivi e uditivi – e dall’interno

come pensieri e sentimenti. A livello neurobiologico il

cervello si attiva richiamando due processi complementari:

il bottom-up, innato e riferito ai circuiti cerebrali dettati da re-

gole universali del sistema visivo che permette ad ogni persona

di estrarre le informazioni principali, come la forma, il

contrasto, il colore, la figura-sfondo, i contorni, la luce-ombra,

il volume, l’orientamento, la trama delle superfici; il topdown,

relativo a circuiti cerebrali che caratterizzano funzioni

mentali di ordine superiore come la memoria, l’attenzione,

le aspettative, le associazioni visive apprese nell’esperienza

psicologica soggettiva. In tal caso il cervello è impegnato

in un processo di integrazione di informazioni incomplete

o ambigue e richiama il sistema di significati propri della

persona. Considerando ad esempio l’arte figurativa, in modo

immediato si attiva un processo di riconoscimento, categorizzazione

e classificazione di elementi definiti; in caso di

arte astratta si attiva un processo “più creativo” con la produzione

di nuove associazioni in assenza di elementi riconoscibili.

E.R. Kandel, uno dei maggiori neuroscienziati, premio

Nobel per la medicina nel 2000, in Arte e Neuroscienze parla

della relazione tra creatività, razionalità e funzionamento

cerebrale. Proprio in merito all’arte astratta mette in evidenza

come l’astrattismo insegni a

guardare in modo nuovo, a cogliere

nuove prospettive e significati,

come da elementi indefiniti

si possa costruire un’immagine

rappresentativa sulla base della

propria esperienza. Il nostro cervello

elabora i segnali sensoriali

provenienti da un’opera d’arte

e, a partire da essi, costruisce significati,

come afferma lo stesso

Kandel: «Per l’artista il processo

creativo è anche interpretativo

e per chi guarda il processo interpretativo

è anche creativo».

Guardare, sentire e fare arte significa

creare, evocare e respirare

vita. E come una danza, tra

passi e figure, l’arte si muove e

smuove nel corpo, nella mente e

nelle emozioni.

Psicologa specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia dell’Istituto Psicoumanitas di Pistoia, Maria Concetta

Guaglianone ha frequentato la scuola biennale di Counseling Psicologico presso Obiettivo Psicologia

di Roma, dove ha svolto anche la propria attività professionale collaborando come tutor nel Master di

Psicologia Perinatale. È autrice di numerosi articoli sul portale Benessere 4you - Informazioni e Servizi su Salute e

Benessere Psicologico. Attualmente svolge la propria attività professionale presso Spazio21 - Studi Professionali

di Discipline Bio Naturali e Psicologia (via dei Ciliegi 21 - 50018 Scandicci).

+39 3534071538 / + 39 348 8226351 / mariaconcetta.guaglianone@gmail.com

PERCEZIONE VISIVA

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