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A cura di
Luciano e Ricciardo Artusi
Curiosità storiche
fiorentine
Tommaso Masini
Novello Icaro con la macchina del volo progettata da Leonardo
di Luciano e Ricciardo Artusi
Tommaso Masini detto Zoroastro da Peretola, figlio di
un ortolano, era un giovane di belle speranze, allievo
del grande Leonardo da Vinci, impegnato ai primi del
Cinquecento a dipingere la famosa Battaglia d’Anghiari in
Palazzo Vecchio. Con il maestro, l’aitante giovane di bottega
peretolino contribuì anche alla realizzazione del “grande
uccello” che per primo al mondo tentò l’avventura del volo. Il
volo, volare: un’idea che assillava Leonardo da quando, dopo
aver osservato a lungo il volo degli uccelli con le differenze e
le affinità dei vari soggetti, l’utilizzo del vento contrario, studiato
e disegnato le loro ali ed i movimenti che le mettevano
in azione, pensò che anche l’uomo potesse avere quella
forza necessaria per sollevarsi e sorvolare campi, colline e
fiumi. Trascorse giorni e notti di intenso lavoro, curvo ed assorto
sui suoi disegni che andava perfezionando di momento
in momento. Così, col volgere del tempo, nella mente del
genio si fece strada il progetto sempre più chiaro ed esatto
di un apparecchio che potesse volare; era talmente convinto
della funzionalità della sua macchina volante che egli
stesso profetizzò: «Piglierà il primo volo il grande uccello
sopra del dosso del suo magno Cecero, empiendo l’universo
Luciano Artusi, a sinistra, con il figlio Ricciardo
di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture, e gloria
eterna al nido dove nacque». Il fedele Zoroastro, lasciati
pennelli, mortai e colori, si dedicò ad aiutare il maestro nella
costruzione del prototipo, che alla fine venne realizzato
così perfetto da convincerlo di poterlo collaudare personalmente
senza alcun timore, anche in virtù della fiducia riposta
nel maestro. L’apparecchio dalle grandi ali, dal quale Zoroastro
sdraiato sul carrello avrebbe dovuto produrre con gli arti
quella forza motrice necessaria per alzarsi in volo, fu portato
sulla sommità del Monte Ceceri, vicino a Fiesole, per
essere spinto verso il baratro e quindi librarsi nell’aria. Una
fulgida luce avvolgeva la collina di Fiesole. Tutto era pronto
per il lancio: un’energica spinta e giù il salto verso il fondo
valle. Compiuta una breve traiettoria in planata con alcune
inclinazioni d’ala, il volo del grande uccello aveva termine
fracassandosi al suolo, fortunatamente senza gravi conseguenze
per l’affezionato ed intrepido discepolo. Dopo l’infelice
esperimento che aveva evidenziato come l’eccessivo
peso e la forza motrice degli arti umani non fossero commisurati
alla necessità per manovrare quelle grandi ali di cigno,
Leonardo e Zoroastro, stanchi e delusi, fecero i bagagli
e se andarono a Milano. Dal dosso di Monte Ceceri, il meccanico
apparecchio leonardesco tentò per primo di spiccare
il volo nell’azzurro cielo che lo accoglieva come un trionfatore;
non ci riuscì del tutto, ma certamente aprì le porte a serene
prospettive per l’avvenire. A cinquecento anni di distanza
dall’evento del “primo volo”, il 28 marzo 2006 in via di Peretola
è stata inaugurata una targa marmorea in ricordo dell’ardimentoso
assistente di Leonardo, con questa dicitura: “In
questo borgo nacque Tommaso Masini detto Zoroastro da
Peretola che – allievo di Leonardo – sul magno Cecero sperimentò
la macchina per volare”.
Cornici Ristori Firenze
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La macchina per il volo di Leonardo da Vinci
TOMMASO MASINI
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