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La Toscana nuova Febbraio 2022

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A cura di

Luciano e Ricciardo Artusi

Curiosità storiche

fiorentine

Tommaso Masini

Novello Icaro con la macchina del volo progettata da Leonardo

di Luciano e Ricciardo Artusi

Tommaso Masini detto Zoroastro da Peretola, figlio di

un ortolano, era un giovane di belle speranze, allievo

del grande Leonardo da Vinci, impegnato ai primi del

Cinquecento a dipingere la famosa Battaglia d’Anghiari in

Palazzo Vecchio. Con il maestro, l’aitante giovane di bottega

peretolino contribuì anche alla realizzazione del “grande

uccello” che per primo al mondo tentò l’avventura del volo. Il

volo, volare: un’idea che assillava Leonardo da quando, dopo

aver osservato a lungo il volo degli uccelli con le differenze e

le affinità dei vari soggetti, l’utilizzo del vento contrario, studiato

e disegnato le loro ali ed i movimenti che le mettevano

in azione, pensò che anche l’uomo potesse avere quella

forza necessaria per sollevarsi e sorvolare campi, colline e

fiumi. Trascorse giorni e notti di intenso lavoro, curvo ed assorto

sui suoi disegni che andava perfezionando di momento

in momento. Così, col volgere del tempo, nella mente del

genio si fece strada il progetto sempre più chiaro ed esatto

di un apparecchio che potesse volare; era talmente convinto

della funzionalità della sua macchina volante che egli

stesso profetizzò: «Piglierà il primo volo il grande uccello

sopra del dosso del suo magno Cecero, empiendo l’universo

Luciano Artusi, a sinistra, con il figlio Ricciardo

di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture, e gloria

eterna al nido dove nacque». Il fedele Zoroastro, lasciati

pennelli, mortai e colori, si dedicò ad aiutare il maestro nella

costruzione del prototipo, che alla fine venne realizzato

così perfetto da convincerlo di poterlo collaudare personalmente

senza alcun timore, anche in virtù della fiducia riposta

nel maestro. L’apparecchio dalle grandi ali, dal quale Zoroastro

sdraiato sul carrello avrebbe dovuto produrre con gli arti

quella forza motrice necessaria per alzarsi in volo, fu portato

sulla sommità del Monte Ceceri, vicino a Fiesole, per

essere spinto verso il baratro e quindi librarsi nell’aria. Una

fulgida luce avvolgeva la collina di Fiesole. Tutto era pronto

per il lancio: un’energica spinta e giù il salto verso il fondo

valle. Compiuta una breve traiettoria in planata con alcune

inclinazioni d’ala, il volo del grande uccello aveva termine

fracassandosi al suolo, fortunatamente senza gravi conseguenze

per l’affezionato ed intrepido discepolo. Dopo l’infelice

esperimento che aveva evidenziato come l’eccessivo

peso e la forza motrice degli arti umani non fossero commisurati

alla necessità per manovrare quelle grandi ali di cigno,

Leonardo e Zoroastro, stanchi e delusi, fecero i bagagli

e se andarono a Milano. Dal dosso di Monte Ceceri, il meccanico

apparecchio leonardesco tentò per primo di spiccare

il volo nell’azzurro cielo che lo accoglieva come un trionfatore;

non ci riuscì del tutto, ma certamente aprì le porte a serene

prospettive per l’avvenire. A cinquecento anni di distanza

dall’evento del “primo volo”, il 28 marzo 2006 in via di Peretola

è stata inaugurata una targa marmorea in ricordo dell’ardimentoso

assistente di Leonardo, con questa dicitura: “In

questo borgo nacque Tommaso Masini detto Zoroastro da

Peretola che – allievo di Leonardo – sul magno Cecero sperimentò

la macchina per volare”.

Cornici Ristori Firenze

www.francoristori.com

Via F. Gianni, 10-12-5r

50134 Firenze

La macchina per il volo di Leonardo da Vinci

TOMMASO MASINI

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