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I giganti
dell’arte
A cura di
Matteo Pierozzi
Rosso Fiorentino
Il maestro del Manierismo alla prova con un angelo
di Matteo Pierozzi
Rosso Fiorentino, Angelo musicante (1521), olio su tavola, cm 39x47, Gallerie degli Uffizi, Firenze
Un giovane angelo china il volto sullo strumento a
corde che si prende la quasi totalità della scena;
le ali e il volto, in forte scorcio prospettico, quasi
si nascondono al di sopra della tastiera del liuto su cui la
mano sta disegnando un accordo. Colpiscono l’occhio dello
spettatore il colore rosso delle ali e l’ocra intenso dello strumento
che lo sfondo scuro contribuisce a risaltare. Stiamo
parlando dell’Angelo musicante, piccola opera pittorica attribuita
con certezza a Giovan Battista di Jacopo di Gasparre
detto il Rosso Fiorentino solo nei primi dell’Ottocento. L’opera
fu dipinta dal maestro all’età di trent’anni, nel 1521. Il
Rosso Fiorentino viaggiò molto, fermandosi a lungo soprattutto
a Venezia, per inseguire sempre nuove commissioni.
Ebbe un carattere controverso che gli procurò anche nume-
rosi contrasti ed inimicizie durante la sua vita. Cresciuto a
bottega da Andrea del Sarto, scelse come riferimenti per la
sua arte, caratterizzata da figure molto realistiche e talvolta
grottesche, maestri quali Donatello, Michelangelo e Raffaello,
diventando un
grande esponente del
Manierismo. Terminò
la sua vita in Francia
a Fontainebleau nel
1540, in circostanze
mai chiarite, presso
la corte di Francesco
I, dove s’impose come
artista di rilievo.
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ROSSO FIORENTINO