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La Toscana nuova Luglio-Agosto 2022

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I giganti

dell’arte

A cura di

Matteo Pierozzi

Rosso Fiorentino

Il maestro del Manierismo alla prova con un angelo

di Matteo Pierozzi

Rosso Fiorentino, Angelo musicante (1521), olio su tavola, cm 39x47, Gallerie degli Uffizi, Firenze

Un giovane angelo china il volto sullo strumento a

corde che si prende la quasi totalità della scena;

le ali e il volto, in forte scorcio prospettico, quasi

si nascondono al di sopra della tastiera del liuto su cui la

mano sta disegnando un accordo. Colpiscono l’occhio dello

spettatore il colore rosso delle ali e l’ocra intenso dello strumento

che lo sfondo scuro contribuisce a risaltare. Stiamo

parlando dell’Angelo musicante, piccola opera pittorica attribuita

con certezza a Giovan Battista di Jacopo di Gasparre

detto il Rosso Fiorentino solo nei primi dell’Ottocento. L’opera

fu dipinta dal maestro all’età di trent’anni, nel 1521. Il

Rosso Fiorentino viaggiò molto, fermandosi a lungo soprattutto

a Venezia, per inseguire sempre nuove commissioni.

Ebbe un carattere controverso che gli procurò anche nume-

rosi contrasti ed inimicizie durante la sua vita. Cresciuto a

bottega da Andrea del Sarto, scelse come riferimenti per la

sua arte, caratterizzata da figure molto realistiche e talvolta

grottesche, maestri quali Donatello, Michelangelo e Raffaello,

diventando un

grande esponente del

Manierismo. Terminò

la sua vita in Francia

a Fontainebleau nel

1540, in circostanze

mai chiarite, presso

la corte di Francesco

I, dove s’impose come

artista di rilievo.

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ROSSO FIORENTINO

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