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La Toscana nuova Luglio-Agosto 2022

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La tutela

dell’ingegno

Stop alle copie del David

I mille passi indietro dopo l’Expo 2022

di Aldo Fittante

Lo scorso maggio un provvedimento del tribunale di

Firenze ha vietato agli studi d’arte Cave Michelangelo

di Carrara di riprodurre una qualsiasi immagine

del David, opera simbolo della città di Firenze. Nel 1501

Michelangelo Buonarroti inizia a lavorare alla creazione

del David. La statua, terminata nel 1504, venne poi esposta

in piazza della Signoria, diventando in poco tempo un’icona

nel mondo dell’arte e nella scultura. Adesso, dopo

anni in cui il David è stato modello in tutte le scuole d’arte,

il ministero della Cultura ha chiesto di cancellare ogni

riproduzione riferibile al Buonarroti dalle pagine Internet

del celebre atelier di Carrara perché «sviliscono l’immagine

del bene culturale facendolo scadere ad elemento distintivo

della qualità dell’impresa». Decisione, seppur non

ancora definitiva essendo il processo a Roma ancora in

corso, che lascia perplessi in molti, a partire dal diretto-

re dell’Accademia di Carrara, Luciano Massari, che sostiene

fermamente quanto i modelli delle opere d’arte servano

per fare scuola e approfondimento, e quanto riuscire a copiarli

sia «sinonimo dell’alta professionalità dell’artigiano

che ci lavora, professionalità che ha appreso con anni

di perfezionamento che ora si vorrebbero andare a svilire,

distruggendo persino tutti gli strumenti utilizzati per

la riproduzione». Opinione più che condivisibile, specialmente

se si considera che, attualmente, il David presente

in piazza della Signoria non è l’originale, bensì una fedelissima

copia; nel 1873, infatti, venne deciso di trasportare il

David dall’arengario di Palazzo Vecchio fino alla Galleria

dell’Accademia poiché i troppi secoli di esposizione agli

agenti atmosferici stavano mettendo a dura prova la resistenza

del gigante di marmo. Fu quindi necessario metterlo

al riparo da ulteriori danni, sistemandolo nel nuovo

La scultura originale custodita alla Galleria dell'Accademia di Firenze

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STOP ALLE COPIE DEL DAVID

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