Il Salvagente n° 36 - Modenacinquestelle.it

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32 ConsumiIl caso I VERI RISULTATI DELLA RICERCA DEGLI SCIENZIATI DI STANFORD Il bio? Più sano per ciò che NON contiene Sui giornali lo studio californiano è stato letto come una demolizione della superiorità dei cibi organici. Ma a leggere bene le conclusioni... il mito del biologico”. “Gli alimenti biologici non “Crolla sono più sani”. “Più buoni ma non più nutrienti”. La scorsa settimana i giornali di tutto il mondo (nell’ordine abbiamo citato i titoli del “New York Times”, “La Stampa” e “la Repubblica” ma avremmo potuto continuare) hanno titolato così i risultati di una ricerca condotta dalla Stanford University della California. Un lavoro che, sempre leggendo i giornali, avrebbe dimostrato come, sulla base della revisione di migliaia di studi, tra cibi biologici e convenzionali ci siano scarse differenze, visto che i primi non sono più sani dei secondi. Possibile? Ce lo siamo chiesto e siamo andati a vedere l’articolo pubblicato su “Annals of Internal Medicine”. Paolo Moretti Arrivando a conclusioni opposte a quelle che hanno fatto molto rumore. Innanzitutto i numeri. La ricerca, è vero, ha “considerato” migliaia di studi (5.908 per l’esattezza), ma ha finito per scartarne 5.448, nella maggior parte dei casi perché... “non erano su alimenti biologici e convenzionali”. Alla fine ne sono rimasti 17 sull’alimentazione umana e 223 sul contenuto in nutrienti. Tanto che gli stessi autori hanno ammesso il limite della scarsità degli studi presi in esame e della loro eterogeneità. Ma andiamo avanti. Quali sono i risultati di questo lavoro? Si legge dalle conclusioni della ricerca: “In letteratura manca una forte evidenza che i prodotti biologici siano significativamente più nutrienti di quelli convenzionali. Il consumo di prodotti biologici può ridurre l’esposizione a residui di pesticidi e batteri resistenti agli antibiotici”. Ora, se tutti i giornali hanno deciso di titolare sulla mancanza di prove di un maggior apporto di nutrienti del cibo bio (forzando, visto che la mancanza di prove non è una prova del contrario), è sfuggito, invece, quello che la revisione è riuscita davvero a provare. Una dimenticanza davvero incredibile. “Sono l’unico a pensare che una riduzione del consumo di pesticidi e del rischio di batteri resistenti agli antibiotici sono aspetti che meriterebbero un titolo esattamente opposto?”, osserva sul suo blog Robert Sexton, Chief executive officer della Soil Association Certification, l’organismo che certifica più del 70% del cibo bio venduto in Gran Bretagna. Sexton continua: “La ricerca in questione tra l’altro parla della presenza nel latte biologico di un quantitativo superiore di acidi grassi Omega- 3, che sono ‘considerati importanti per lo sviluppo cerebrale nei bambini e per la salute cardiovascolare’. E allora perché si spara un titolo che dice che i prodotti non sono sani?”. La domanda effettivamente fa riflettere. Specie quando, nella ricerca, si legge dell’evidenza di minori livelli di residui di pesticidi nelle urine dei bambini che seguono una dieta biologica. Facile a questo punto l’affondo di Sexton: “Ci si sta dicendo che i pesticidi nelle urine dei nostri figli sono ok? E perché questo non rende il cibo biologico più sano? La ‘salubrità’ del bio non sta solo in ciò che contiene, ma anche in ciò che non contiene”.
Il Salvagente 13-20 settembre 2012 L’UVA, REGINA DELLA FRUTTA DI QUESTA STAGIONE Benessere a grappoli Roberto Quintavalle Una volta era la regina d’autunno... Già, una volta, perché da qualche anno l’uva fa la sua comparsa sui banchi già da luglio con il suo fascino, anche se con prezzi e qualità delle prime uscite ufficiali tutt’altro che seducenti. In ogni caso ora siamo nel pieno della stagione, e vale la pena riflettere sui grappoli e sul loro valore nutrizionale. Le qualità positive dell’uva, infatti, sono parecchie. Cominciamo da un paragone a dir poco sorprendente, quello con il latte materno. Sapevate che il nettare dell’uva sembra abbia poco da invidiare al nutrimento materno? Un succo d’uva, ad esempio, ha un alto valore energetico e può essere assunto anche da chi non digerisce l’acino intero per intolleranza all’emicellulosa del frutto e alla lignina dei semi. Ha azione antibatterica e una quantità di proteine anche più alta del latte (l’1,7% contro l’1,5). Ma anche chi la mangia ad acini potrà godere di principi nutritivi facilmente assimilabili e vitamine (dalla A alla B1, dalla B2 alla PP). E di sali minerali quasi unici. Come il tartrato che favorisce l’eliminazione delle scorie. Per il resto l’uva contiene poca vitamina C, è ricca di potassio e povera di sodio. Ha, però, un potere saziante basso mentre - anche questo non farà piacere ai forzati della dieta - le sue 61 calorie per 100 grammi la posizionano tra i frutti più energetici. Quanto al consumo, se non si sceglie un prodotto biologico è bene dedicare un po’ di attenzione al lavaggio per uno dei frutti su cui l’uso dei pesticidi è più intenso. L’uva, infatti, è sempre presente nei controlli delle autorità sanitarie come uno dei campioni maggiormente trattati. Leggiamo, tanto per fare un esempio, nel report dell’attività ispettiva della Regione Piemonte, che dalle analisi condotte lo scorso anno, proprio l’uva da tavola assieme alle fragole erano i campioni che mostravano il maggior numero di trattamenti (ben 6) sul medesimo campione e, dopo i limoni (86%) e i mandarini (82%), i grappoli analizzati spiccavano per il ritrovamento di residui. Otto casi su dieci, un bel record! L’alimentodella Settimana uva Buccia e semi Buccia e semi, protagonisti. Non tutti sanno che proprio in queste parti dell’acino sono presenti microelementi davvero utili. La buccia, per esempio, soprattutto quella dell’uva nera, ha una buona quan tità di antiossidanti. So stanze come flavonoidi, polifenoli, tannini, protoantocianidine, resveratrolo aiutano a combattere i radicali liberi responsabili del decadimento delle cellule. Dai vinaccioli (i semi) si ricava, invece, un olio dal quale si estrae l’acido linoleico, grasso essenziale vegetale della serie Omega-6. In più, sempre nei semi, sono presenti i polifenoli che aiutano la prevenzione e rallentano la progressione del morbo di Alzheimer. Almeno secondo uno studio pubblicato dal “Journal of Al - zheimer’s Di sease” e coordinato da Giulio Maria Pa sinetti della Mount Si nai School of Medicine di New York. TABELLA NUTRIZIONALE (PER 100 GRAMMI DI PARTE EDIBILE) Calorie 61 kcal Proteine 0,5 g Lipidi 0,1 g Carboidrati 15,6 g Fibra totale 1,5 g Sodio 1 mg Potassio 192 mg Calcio 27 mg Fosforo 4 mg Vitamina A (ret. eq.) 4 mcg Vitamina C 6 mg Vitamina PP 0,4 mg Fonte INRAN 33
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