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Il Salvagente n° 36 - Modenacinquestelle.it

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<strong>Il</strong> <strong>Salvagente</strong> 13-20 settembre 2012<br />

F ilmando<br />

Bella addormentata<br />

da applausi<br />

Èstato accolto con tantissimi applausi<br />

a Venezia. “Bella addormentata”,<br />

di Marco Bellocchio, è ispirato<br />

al caso di Eluana Englaro ma, co -<br />

me ha voluto spiegare il regista: “Non<br />

è un film a tesi, non voglio affermare<br />

principi. È un film su diversi risvegli<br />

e alcuni non risvegli. E luana<br />

è uno spunto narrativo, non il pretesto<br />

per creare una divagazione ideologica<br />

o compiacente. Senza Eluana<br />

che muore non ci sarebbe Bella addormentata<br />

che si risveglia”.<br />

Non si può dargli torto, soprattutto<br />

dopo aver visto il film. “Bella addormentata”<br />

è sì Eluana che ha perso<br />

coscienza, ma è anche la coscienza<br />

di tutti i personaggi delle quattro<br />

storie dell’opera, la forza e la convinzione<br />

con le quali difendono le<br />

proprie idee, la paura che li tiene bloccati<br />

e li esorta a pregare “piu forte”<br />

l’Ave Maria. Ma è anche la nazione.<br />

Sempre Bellocchio: “Viviamo in uno<br />

stato di dormiveglia. Questo ho voluto<br />

rappresentare. Bella addormentata<br />

è soprattutto l’Italia”.<br />

La trama è f<strong>it</strong>ta: intreccia i destini<br />

dei personaggi nei giorni in cui, nel<br />

febbraio 2009, Eluana lascia la casa<br />

di cura Talamoni di Lecco e arriva a<br />

Udine presso il centro “La Quiete”.<br />

Tra loro Maria (Alba Rohr wacher),<br />

che supporta la protesta pro-v<strong>it</strong>a all’esterno<br />

della clinica, e Roberto<br />

(Michele Riondino), che al contrario<br />

parteggia per la libertà di scelta<br />

delle famiglie. Due mondi lontani destinati<br />

a incontrarsi.<br />

V<strong>it</strong>o Lamberti<br />

C’è anche un personaggio senza nome,<br />

“la grande madre” (Isabelle<br />

Huppert), un’attrice che ha sacrificato<br />

la carriera per accudire la figlia<br />

che vive in condizioni analoghe a<br />

quella di Eluana. Su tutti, però, emerge<br />

Uliano Beffardi (Servillo), papà<br />

di Maria e senatore del Pdl. <strong>Il</strong> part<strong>it</strong>o<br />

vuole che voti il disegno di legge<br />

del governo Berlusconi, per impedire<br />

la sospensione dell’alimentazione<br />

e dell’idratazione dei pazienti<br />

in stato vegetativo. Lui cambia idea<br />

e a rincarare la dose ci pensa uno strano<br />

psicologo dei senatori.<br />

Bellocchio usa la distanza dei grandi<br />

autori e la sua storia non soffoca<br />

il film. Cerca di spiegare le ragioni<br />

di tutti non giudicandoli, ma calcando<br />

la mano laddove la narrazione glielo<br />

consente (dai pol<strong>it</strong>ici <strong>it</strong>aliani che<br />

sono disperati se non vanno in tv alle<br />

preghiere gridate dalla Huppert).<br />

<strong>Il</strong> risultato è brillante, perché “Bel -<br />

la addormentata” trae la sua forza<br />

non da ideologie preconcette ma dalla<br />

raffinata messa in scena e da un<br />

cast di attori ammirevole. Non un<br />

film sulla v<strong>it</strong>a e la morte, ma su chi<br />

dor me e decide di svegliarsi e su chi,<br />

per ragioni diverse, non si<br />

sveglierà mai più.<br />

La locandina<br />

L’intervallo<br />

63<br />

REGIA: Marco Bellocchio<br />

SCENEGGIATURA: Marco Bellocchio, Stefano Rulli<br />

ATTORI: Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio,<br />

Michele Riondino, Maya Sansa, Isabelle Huppert<br />

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution<br />

PAESE: Italia-Francia 2012<br />

GENERE: drammatico<br />

DURATA: 115 minuti<br />

“L’intervallo”, di Leonardo Di Costanzo è uno di quei<br />

piccoli gioielli che speriamo le barbare distribuzioni<br />

non releghino in qualche sala bugigattolo e piena<br />

di polvere. La storia narra di due adolescenti napoletani.<br />

Lei è Veronica, ha fatto uno sgarbo a qualcuno<br />

e viene mandata in un vecchio edificio nell’attesa<br />

che si decida come punirla; lui è Salvatore, nella<br />

v<strong>it</strong>a vend<strong>it</strong>ore di gran<strong>it</strong>e e adesso guardiano di<br />

Veronica. Chi ha voluto tutto questo? Prima di scoprirlo,<br />

lo spettatore scopre i due giovani, le loro piccole<br />

ostil<strong>it</strong>à, le diffidenze, e pian piano la loro<br />

complic<strong>it</strong>à. A Di Costanzo va riconosciuto<br />

il mer<strong>it</strong>o di aver scr<strong>it</strong>to una sceneggiatura<br />

robusta, messa in scena con discrezione<br />

e potenza. Alla fine, nello<br />

scontro tra corruzione e innocenza<br />

a vincere è un terzo incomodo:<br />

il cinema, puro, spiazzante,<br />

di Leonardo Di Costanzo.

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