Il Salvagente n° 36 - Modenacinquestelle.it
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<strong>Il</strong> <strong>Salvagente</strong> 13-20 settembre 2012<br />
sabile a “sentire” meglio uno dei più<br />
grandi poeti del mondo, segnato giovanissimo<br />
da una salute fragile precaria,<br />
da un bulimico desiderio di apprendere,<br />
da una prodigiosa memoria<br />
e da premature erud<strong>it</strong>e illusioni.<br />
Fra cotanti libri Giacomo scelse un<br />
proprio progetto di costruzione<br />
ident<strong>it</strong>aria, guardava volti e<br />
r<strong>it</strong>midalle finestre, vedeva oltre.<br />
Lesse voracemente, pensò<br />
creativamente. Osservò la<br />
natura e gli umani (fenomeni<br />
ed emozioni, dati e ironie), verificò,<br />
scoprì, descrisse. Si cibò<br />
di scienza, non solo di parole più<br />
o meno belle. Da teppista romantico<br />
maturò uno smodato<br />
bisogno di dialogo con l’esterno, altri<br />
luoghi, esseri, passioni, altre re-<br />
Gli oggetti esposti per la prima<br />
volta, gli “ined<strong>it</strong>i”, sono<br />
in realtà pochi: una lettera<br />
di Napoleone al Viceré d’Italia<br />
del 16 maggio 1808; due<br />
orecchini di famiglia; il r<strong>it</strong>ratto<br />
di una delle tre figlie di Letizia<br />
Murat; il piccolo tronco<br />
copia di un busto prass<strong>it</strong>elico<br />
(r<strong>it</strong>rovato vicino al fiume<br />
Potenza, IV secolo a.C.).<br />
L’original<strong>it</strong>à sta nel percorso<br />
informativo e nell’accento<br />
sui libri compagni di v<strong>it</strong>a.<br />
Un discorso più approfond<strong>it</strong>o<br />
mer<strong>it</strong>avano forse i libri<br />
“proib<strong>it</strong>i” per i quali Monaldo<br />
riuscì a ottenere il permesso<br />
di visione a favore di<br />
Giacomo e di altri figli.<br />
Biblioteca e mostra vanno<br />
vis<strong>it</strong>ate una dopo l’altra.<br />
Al più presto. Sono aperte<br />
tutti i giorni, ancora per un<br />
po’ dalle 9 alle 18 (dall’autunno<br />
nuovo orario: 9,30-<br />
12,30 e 14,30-17,30).<br />
Recanati val bene una vis<strong>it</strong>a.<br />
Dietro il palazzo c’è tutto<br />
il colle dell’“Infin<strong>it</strong>o” (verso<br />
i Sibillini), un colle e un<br />
giardino non proprio come<br />
altri. E piazze, piazzette, facciate<br />
mantengono tutte memorie<br />
antiche e moderne.<br />
Un suggerimento? Cap<strong>it</strong>ate<br />
con amore nel cortilechiostro<br />
di Palazzo Venieri<br />
indirizzandovi verso l’arco<br />
di luci e colori sul Conero.<br />
ScelteRicorrenze<br />
lazioni sociali e personali. Divenne<br />
Leopardi.<br />
Intervistato nell’Aula Magna del liceo<br />
recanatese (in diretta su RaiTre,<br />
uno spezzone è nel film di Vendemmiati<br />
“Non mi avete convinto” presentato<br />
a Venezia), Pietro Ingrao spiegò<br />
di avere pudichi dubbi sia sulla lettura<br />
(tradizionale) che valorizza il<br />
Leopardi “idillico”, sia sull’altra (progressiva<br />
e progressista) del Leopardi<br />
“eroico”, entrambe ideologizzanti,<br />
entrambe talora dimentiche dell’elemento<br />
cogn<strong>it</strong>ivo dei testi. Rischierebbero<br />
di lasciare in ombra “proprio<br />
la grande nov<strong>it</strong>à” di Leopardi, “il suo<br />
cogliere l’esperienza v<strong>it</strong>ale nel suo<br />
farsi e nel suo trascolorare… l’intreccio<br />
tra contenuto e risonanza… È dal<br />
legame di questi fonemi e di questi<br />
contenuti che viene fuori la grande<br />
invenzione, quello che lui scopre, la<br />
sua emozione sull’infin<strong>it</strong>o”. Wow!<br />
L’elemento cogn<strong>it</strong>ivo della “lirica” di<br />
Leopardi (nei canti, negli appunti,<br />
nelle lettere, nelle operette) ha retto<br />
a 2 secoli di storia del pensiero e<br />
dell’umano agire, vedete un po’ voi!<br />
Lo scienziato poeta Leopardi viene<br />
prima dell’evoluzionismo e della<br />
termodinamica. Ancora oggi per farle<br />
scientificamente comprendere<br />
spesso ci aiuta più lui che un saggio<br />
di biologia o fisica: poesia, empatia<br />
fra pensiero e azione, emotiva relazione<br />
fra cervelli e corpi umani, sentimento.<br />
Nel “Dialogo della natura<br />
e di un islandese” anticipa Gould: ab<strong>it</strong>iamo<br />
questo pianeta senza una ragione<br />
specifica né uno scopo stabil<strong>it</strong>o<br />
dalla natura. E in tante altre opere<br />
e operette arriva dove solo il pensiero<br />
scientifico ci ha poi condotti.<br />
<strong>Il</strong> mondo e la v<strong>it</strong>a non esistono per<br />
causa “umana”, può andar bene a credenti<br />
e non credenti (penso a Giacomo<br />
che non era un credente; a Darwin<br />
che rimandò a lungo la pubblicazione<br />
di opere che mettevano in<br />
difficoltà la religiosissima moglie; a<br />
Ingrao, emblema della grande “spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à”<br />
degli atei comunisti). È una<br />
laic<strong>it</strong>à scientifica. Non è facile presentare<br />
la “cognizione” leopardiana<br />
con il linguaggio di oggi. Evviva Mario<br />
Martone che in questo 2012 ci sta<br />
provando a teatro e al cinema.<br />
57<br />
Valerio Calzolaio<br />
ringrazia Francesco<br />
Fabretti per la<br />
preziosa colta<br />
guida che<br />
ha garant<strong>it</strong>o alla<br />
biblioteca e alla<br />
mostra, in più<br />
occasioni,<br />
con disponibil<strong>it</strong>à<br />
e ironia.<br />
Bibliografia minimissima,<br />
maggiore e minore,<br />
moderna e antica:<br />
Giacomo Leopardi,<br />
“Opere” (ed<strong>it</strong>ori vari).<br />
Pietro Ingrao, Intervista<br />
su Leopardi, in Quaderni<br />
Ist<strong>it</strong>uto Gramsci, Marche<br />
2000.<br />
Valerio Calzolaio<br />
(a cura di), “Gramsci<br />
e la modern<strong>it</strong>à”, Cuen<br />
1991.