INSIEMI - CCL, storie da abitare - Stadera

AGO, FILO E CULTURA
COME MOTORE SOCIALE
Ci piace definirci ‘craftivist’, unione di
craft e activist. Utilizziamo l’artigianato
tradizionalmente femminile – il ricamo,
il cucito, lo stencil – per l’attivismo e per parlare di
tematiche politiche e sociali.
Prima di approdare qui alle Quattro Corti eravamo
nomadi cioè andavamo dove ci chiamavano. Poi, nel
2013, abbiamo vinto il contest Stadera che ci ha dato la
possibilità di utilizzare lo spazio dove ci troviamo ora.
Questo luogo ci ha permesso di radicarci nel territorio,
di creare relazioni sociali nel quartiere e tra gli abitanti
di questi edifici.
All’inizio, ci siamo fatte conoscere attraverso tanti
canali diversi: la locandina, i volantini, il passaparola,
l’incontro a tu per tu bussando alle porte degli inquilini,
i gruppi whatsapp delle Cooperative di abitanti. Uno
sforzo che ha dato i suoi frutti perché ha attivato molte
interessanti sinergie.
Qui è nato il progetto ‘Parla come Cuci’ un
laboratorio manuale-multietnico: attraverso il fare
insieme si impara l’italiano. E anche il ‘Corso di cucito
per uomini che non devono chiedere mai’ per insegnare
ai maschi sì ad attaccare un bottone o riparare un
calzino ma anche per prendere in giro l’idea del macho.
Il fare è ciò che unisce. Da noi può venire la signora
italiana a ricamare il crocefisso e la donna araba a capo
coperto, parlano di ciò che hanno tra le mani non delle
loro identità e così abbattono barriere, costruiscono
ponti culturali. Questa è la cosa rivoluzionaria.
Con il
cucito
abbattiamo
barriere.
Dar=casa e Solidarnosc hanno saputo creare una
visione diversa sull’abitare, considerando non solo le
mura ma le persone che vivono all’interno di queste
mura. Creare relazioni è questo il loro obiettivo.
Finalmente delle Cooperative che incarnano questo
concetto concretamente, che si rifanno ai valori originari
del cooperativismo italiano. Anche per questo siamo
orgogliose di partecipare a questo progetto.
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