26.11.2023 Views

WineCouture 11-12/2023

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

14<br />

DOSSIER<br />

La Poja e l’unicità<br />

della Corvina<br />

Una pioneristica sfumatura<br />

di Valpolicella Classica entrata nel mito<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

Esistono vini che fin dal nome trascendono<br />

quella che sarà poi l’esperienza nel calice.<br />

Sono quei volti iconici dell’enologia che in<br />

una parola sono capaci di sintetizzare ogni<br />

aspetto della loro essenza e identità. In questo<br />

novero, speciale club riservato a pochi, si conta anche<br />

un figlio della Valpolicella Classica che racchiude<br />

in sé la storia di un intero territorio, di un vitigno e di<br />

una famiglia: La Poja.<br />

È sulle vocate colline<br />

del comune di<br />

Sant’Ambrogio di<br />

Valpolicella che è situato<br />

un piccolo vigneto,<br />

poco meno di<br />

tre ettari che rappresenta<br />

molto più di un<br />

semplice Cru. È qui,<br />

a 320 metri s.l.m. che<br />

la leggenda ha fatto<br />

da preludio all’intuizione, dimostratasi poi più che<br />

vincente, di un uomo mosso dal profondo amore verso<br />

la sua terra. È il 1979, quando Giovanni Allegrini,<br />

pioniere della viticoltura di collina e della qualità in<br />

bottiglia in Valpolicella, raggiunge, impiantandovi un<br />

vigneto, la piana, all’epoca da tempo incolta e abbandonata,<br />

sulla sommità de La Grola: un luogo magico,<br />

sinonimo di uva Corvina. Proprio su questi declivi, infatti,<br />

leggenda narra che il simbolo tra le uve autoctone<br />

veronesi sia nata. Ed è ancora su questa particolare altura<br />

che i suoi grappoli nerissimi e dolci esprimono al<br />

massimo il loro potenziale.<br />

Proprio La Poja è stata la scintilla di una rivoluzione,<br />

creazione entrata direttamente nel mito nonché<br />

elemento di frattura tra il prima e il dopo del vino in<br />

Valpolicella. Il passaggio, innanzitutto, dalla tradizionale<br />

Pergola nel sistema<br />

di allevamento<br />

al Guyot. A mutare,<br />

però, anche la densità<br />

di piante per ettaro,<br />

più che doppia: soluzione<br />

individuata per<br />

contenere la vigoria<br />

della Corvina, riducendo<br />

le rese in favore<br />

di una maggiore<br />

concentrazione delle<br />

uve. Infine, l’esaltazione di un terreno realmente unico:<br />

quello di una collina, che insiste su uno strato calcareo,<br />

terminando con una piattaforma perfettamente<br />

pianeggiante denominata Monte Poja, che gode di un<br />

microclima eccezionale ed è favorita da un’esposizione<br />

ideale. Di origine cretacea, con un contenuto di calcare<br />

del 78,5%, di cui attivo è il 16,78%, si presenta con<br />

una superficie perfettamente bianca che, riflettendo la<br />

luce solare e facilitando il processo di fotosintesi, garantisce<br />

alle uve di raggiungere gradi di maturazione<br />

zuccherini e fenolici ottimali. Il terreno del vigneto La<br />

Poja, poi, ricco in Potassio e Calcio, scarso in Magnesio<br />

e Ferro, è caratterizzato da pochissimo suolo: l’esiguità<br />

di sostanza organica della superficie spinge le radici<br />

delle viti negli strati profondi, dove possono assorbire<br />

una molteplicità di oligoelementi che concorrono alla<br />

straordinaria complessità del vino che qui vi nasce.<br />

Un grande rosso raffinato e profondo, dove frutto,<br />

spezie e note balsamiche si fondono alla perfezione.<br />

Un vino che, dopo quattro anni di affinamento, si presenta<br />

fresco e croccante, ampio negli aromi di erbe<br />

aromatiche ed officinali, speziato, di grande corpo e<br />

lunga beva. Per una delle due etichette Allegrini, insieme<br />

all’Amarone della Valpolicella Classico Riserva<br />

Fieramonte, ad aver conquistato, prima assoluta per la<br />

Valpolicella, La Place de Bordeaux, cuore pulsante del<br />

mercato internazionale dei vini di alta qualità. Ma per<br />

allargare ulteriormente i suoi orizzonti, La Poja è stata<br />

in questo 2024 al centro di un progetto che l’ha condotta<br />

nel cuore di Londra, con una straordinaria verticale<br />

che ha segnato il debutto di un tour che condurrà<br />

l’iconica referenza sui principali palcoscenici internazionali.<br />

Veri e propri confronti, botta e risposta tra<br />

Master of Wine e professionisti del settore chiamati a<br />

condividere pensieri e riflessioni innanzi a un calice<br />

che mira ad emozionare sorso dopo sorso.<br />

“Per me La Poja rappresenta l’emblema di un vino fortemente<br />

guidato dal luogo d’origine che si esprime con<br />

grande unicità: un vitigno, un vigneto, la rappresentazione<br />

aderente all’annata”, sottolinea Cristina Mercuri,<br />

“maestra d’orchestra” alla degustazione londinese.<br />

“Parliamo dell’iconicità della Corvina: la signature<br />

stilistica non è molto variata nel tempo, ma lo stupore<br />

deriva dal riconoscere, annata dopo annata, una<br />

mano sempre più fine e precisa. Il frutto è sempre più<br />

definito e il corpo aggraziato nonostante la sua generosità.<br />

Le caratteristiche naturali come i suoli calcarei,<br />

l’esposizione e l’altitudine, ma anche l’allevamento a<br />

Guyot premiano un palato denso, equilibrato, lungo.<br />

È il modo giusto per ottenere vini che durano per decenni,<br />

come per l’appunto la Corvina in La Poja”. Ma<br />

quale, in quel che è stato il procedere à rebours, l’annata<br />

che maggiormente ha stupito? “Senz’altro la 1997<br />

per la sua grazia, eleganza e slancio”, risponde l’esperta<br />

wine educator. “Ancora molto frutto accompagnato da<br />

piacevoli note di sottobosco e tabacco. L’acidità è vibrante<br />

seppur molto integrata, i tannini risolti che si<br />

allungano sul mezzo palato e supportano il finale lungo<br />

e talcato”.<br />

Se oggi è la longevità dell’iconica etichetta Allegrini<br />

posta sotto i riflettori, lo scorso anno La Poja è stata al<br />

centro di un’altra importante iniziativa, con una promozione<br />

al calice in abbinamento a creazioni nel piatto<br />

altrettanto uniche che ha toccato più di 30 ristoranti,<br />

principalmente stellati, in tutta Italia. “Mai come oggi,<br />

nell’alta ristorazione - e non solo - è fondamentale offrire<br />

un’ampia scelta di alternative al calice, spaziando<br />

da prodotti di pronta beva e alta rotazione, fino ad arrivare<br />

a grandi monumenti del vino”, sottolinea Paolo<br />

Porfidio, head sommelier di Terrazza Gallia. “La Poja,<br />

per me, rappresenta la massima espressione di potenza<br />

ed eleganza della Valpolicella: il frutto di un lavoro<br />

attento e costante in vigna e in cantina. Un vino molto<br />

versatile, capace di accompagnare ed esaltare piatti di<br />

struttura e complessità. Oltre alle caratteristiche sensoriali<br />

che lo rendono un ottimo accompagnamento a<br />

tavola, poter dare all’ospite la possibilità di degustare<br />

anche solo un calice de La Poja significa avvicinare, far<br />

scoprire - ed eventualmente riscoprire - non solo un<br />

grande rosso, ma anche un territorio meraviglioso che,<br />

grazie ad interpreti come la famiglia Allegrini, riesce<br />

a regalare diversità e qualità immensa”. Ed è così che<br />

a essere scritti sono anche oggi nuovi entusiasmanti<br />

capitoli di un leggenda divenuta mito nel calice.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!