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WineCouture 11-12/2023

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

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20<br />

DOSSIER<br />

A<br />

Spessa di Cividale, nei Colli Orientali del<br />

Friuli, Annalisa Zorzettig porta avanti una<br />

visione di vino che è riassunto di 150 anni<br />

di storia. Un libro a cui, di vendemmia in<br />

vendemmia, sono aggiunti nuovi capitoli,<br />

grazie al lavoro portato avanti tra i filari e in cantina. Anima<br />

da vignaiola, attenta a ogni cosa le capiti e la circondi,<br />

Annalisa Zorzettig ha sempre provato<br />

ad ampliare gli orizzonti del<br />

proprio racconto, individuando<br />

nuove connessioni capaci di spiegare<br />

meglio a chi incontrava il vero<br />

valore di quanto si cela dietro ogni<br />

bottiglia. Laboriose mani che, ben<br />

oltre il vino, narrano tanto di più. È<br />

una cultura, sono volti e tradizioni<br />

quelli che si riflettono in un calice,<br />

a maggiore avviso in una terra di<br />

confine come i Colli Orientali, teatro<br />

nel corso dei secoli di ricchi e<br />

dinamici scambi culturali mitteleuropei,<br />

che da sempre fanno parte della mentalità di chi qui<br />

ha le proprie radici. Nasce così quel forte senso di responsabilità,<br />

da sempre insito nella famiglia Zorzettig, verso un<br />

patrimonio unico, che nel vino trova una sintesi. “In ogni<br />

bottiglia c’è la saggezza dei nostri avi, c’è il sole e l’aria che<br />

hanno maturato le uve, c’è una cultura agricola ed imprenditoriale<br />

tenace, che ci ha dato l’opportunità di credere<br />

Ritorno<br />

alle radici<br />

Annalisa Zorzettig e la visione di un vino autoctono<br />

che non conosce confini<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

davvero alla nostra identità, forte e consapevole”, spiega<br />

Annalisa Zorzettig. “Fondamentale oggi è trovare linguaggi,<br />

codici e modi di comunicare, in sintonia con il presente,<br />

per poter affermare valori senza tempo, eterni”. Nascono<br />

di conseguenze le diverse collaborazioni che vedono oggi<br />

impegnata l’azienda friulana, a iniziare dalle ormai consolidate<br />

partnership con Mittelfest o con Cortinametraggio. A<br />

venire così esaltate sono le attitudini<br />

innate del vino: creare convivialità,<br />

favorire la condivisione, promuovere<br />

la naturale costruzione di<br />

legami duraturi. Tutte dinamiche<br />

che trovano un’esemplare corrispondenza<br />

in quella valorizzazione<br />

delle espressioni autoctone del<br />

territorio tanto cara ad Annalisa<br />

Zorzettig e alla sua famiglia. “Oggi,<br />

i vini friulani sono sempre più ricercati,<br />

anche per via della loro<br />

personalità nel calice”, riprende<br />

Annalisa Zorzettig. “Viviamo una<br />

fase di rinascita, anche da parte di noi cantine, rispetto alla<br />

consapevolezza dell’originalità e potenzialità del frutto dei<br />

nostri autoctoni”. Sono proprio questi ultimi, non a caso, a<br />

rappresentare il paradigma attorno a cui ruota la proposta<br />

in rosso di Myò Vigneti di Spessa, la linea di punta firmata<br />

Zorzettig. “Un elemento su cui continuiamo a puntare e<br />

per cui non lesiniamo investimenti è il miglioramento della<br />

qualità: sia in vigna o in fase d’affinamento”, aggiunge<br />

la vignaiola di Spessa di Cividale. “Oggi, si<br />

nota come ci sia un target sempre più consistente<br />

di clienti votato a bere meno, ma meglio. Ed è così<br />

che è cresciuta la curiosità verso prodotti come<br />

Schioppettino, Pignolo o Refosco, che richiamano<br />

anche al valore aggiunto di un radicamento<br />

nel territorio quantomai attuale”. Le<br />

vigne Zorzettig dove crescono le uve che<br />

poi daranno forma a queste tre grandi interpretazioni<br />

autoctone in rosso sono vere<br />

e proprie oasi di biodiversità contornate<br />

da boschi. “E anche quest’anno, con tutte<br />

le difficoltà di una stagione vendemmiale<br />

falcidiata in tante parti d’Italia dalle più<br />

diverse problematiche, l’attenzione e il lavoro<br />

all’insegna del massimo rispetto della<br />

Natura guidato dal nostro agronomo Antonio<br />

Noacco hanno ripagato”, evidenzia<br />

Annalisa Zorzettig. I vini della selezione<br />

Myò Vigneti di Spessa sono la rivelazione<br />

del percorso di consapevolezza e audace<br />

crescita intrapreso con decisione da diversi<br />

anni. Nella contemporaneità enologica<br />

sussiste una tendenza generale a standardizzare<br />

i vini, ad omologarli verso imbrigliate<br />

declinazioni internazionali. Non così<br />

è sui Colli Orientali del Friuli. “Il vino è innanzitutto<br />

tempo”, spiega Annalisa Zorzettig.<br />

“Ce ne vuole tanto per dare vita a una grande<br />

etichetta: sia si parli di vigna, sia di cantina. Ed è solo così<br />

che si ottiene quell’eleganza, termine che in un vino può<br />

assumere diversi e differenti significati, ma che oggi è individuata<br />

sempre più con una sostanziale facilità di beva”. Un<br />

passaggio decisivo nel delineare i tratti del vino di domani<br />

sui Colli Orientali. “Oggi, soprattutto quando guardiamo<br />

al mondo dei rossi, c’è da tenere conto di un cambiamento<br />

climatico che restituisce annate sempre più calde, che<br />

poi in bottiglia si riflettono in una gradazione alcolica più<br />

accentuata, anno dopo anno”, continua la vignaiola friulana.<br />

“Investire sull’affinamento per più tempo dei vini ci<br />

aiuta anche a fornire una risposta a questo tipo di dinamica,<br />

favorendo il mantenimento di una struttura e dei giusti<br />

equilibri per frutto e aromi, ma con una facilità di beva più<br />

accentuata, l’elemento che oggi definisce la modernità di<br />

un vino nel calice”. Vitigni autoctoni, connessione con le<br />

altre realtà del territorio e attenzione alle tradizioni, anche<br />

quando si parla di consumi, con i vini fatti sempre più conoscere<br />

in abbinamento ai piatti locali: questa la strada scelta<br />

da Zorzettig. “La nostra attenzione in particolare verso le<br />

interpretazioni in rosso del territorio è oggi ribadita dalla<br />

cura che abbiamo dedicato allo sviluppo di bottaia e barricaia<br />

all’interno della nuova cantina, che ci consentirà di<br />

dare impulso con i rossi della linea Myò Vigneti di Spessa,<br />

sulla scia di quanto già fatto con i bianchi, alla visione di<br />

mantenere i vini per più tempo in affinamento. Ma, attenzione,<br />

l’orizzonte di questo approccio è ben più ampio: dal<br />

tappo al tempo di riposo in bottiglia, stiamo migliorandoci<br />

sotto ogni aspetto”. La nuova cantina è stata pensata per offrire<br />

al visitatore un’esperienza completa del territorio in<br />

cui s’inserisce. I nuovi spazi mirano a raccontare la friulanità,<br />

le tradizioni locali, i colori della terra. Con il progetto, in<br />

fase di completamento per inizio 2024, che ricerca un dialogo<br />

col paesaggio collinare circostante, legando interno<br />

ed esterno. “Sempre più, portare le persone in cantina è un<br />

elemento fondamentale per far loro comprendere il lavoro<br />

dietro ogni etichetta”, conclude Annalisa Zorzettig. “Per<br />

questo, nel progetto della nuova cantina abbiamo incluso<br />

uno spazio dedicato all’accoglienza. Si tratta di un vero e<br />

proprio percorso, quello previsto, in cui attraversando a<br />

piedi la vigna a ridosso dell’azienda potremo coinvolgere<br />

realmente, ben oltre la semplice degustazione, chi verrà in<br />

visita. Vorrei che così tutti potessero arrivare a toccare con<br />

mano non solo il frutto del nostro quotidiano impegno, ma<br />

proprio la storia e la cultura di un territorio e del vino, che<br />

da secoli è sinonimo della più gioiosa convivialità”.

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