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Malvino Stolfa - Isola Nostra

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15 Giugno 2004 ISOLA NOSTRA<br />

3<br />

La morte del prof. <strong>Malvino</strong><br />

<strong>Stolfa</strong>, anche se sapevo da lungo<br />

tempo ammalato, mi ha molto<br />

colpito, come credo tanti altri<br />

concittadini che lo conoscevano,<br />

e mi ha lasciato un senso<br />

di tristezza ed un vuoto profondo<br />

per il rapporto di stima e di<br />

affetto che da sempre nutrivo<br />

per lui.<br />

Se dovessi dire da quando lo<br />

ricordo, direi da sempre, sin da<br />

bambino piccolo, in quanto ad<br />

<strong>Isola</strong> il maestro <strong>Stolfa</strong> era talmente<br />

noto e stimato da tutti per<br />

il suo impegno di educatore e di<br />

uomo di sport che credo non ci<br />

fosse persona, specialmente tra<br />

i giovani, che non fosse stata sua<br />

allieva o che non avesse avuto,<br />

in qualche modo, l’occasione per<br />

conoscerlo, almeno di vista.<br />

La sua figura, contraddistinta<br />

dalla signorilità nel portamento<br />

e da un’innata compostezza,<br />

accompagnate dalla discrezione<br />

e dalla pacatezza nel<br />

modo di porsi, lo dotavano di<br />

un’autorevolezza che non intimidiva<br />

i suoi interlocutori, ma<br />

anzi infondeva loro fiducia. In<br />

particolare aveva verso i giovani<br />

una capacità particolare di<br />

porsi, senza che il suo ruolo di<br />

docente pesasse, e ciò rendeva<br />

facile e naturale ai discenti dialogare<br />

con lui: chiedere spiegazioni,<br />

esternare dubbi, far domande,<br />

anche le più impensate,<br />

alle quali lui rispondeva in maniera<br />

pacata e con chiarezza.<br />

Ancora adolescente ho avuto<br />

la fortuna di seguire alcune<br />

sue lezioni, non molte per la<br />

verità, alla scuola serale di disegno,<br />

quella di fianco al Municipio<br />

“sora el fontego”, che<br />

lui teneva a <strong>Isola</strong> e dalla quale<br />

sono passati generazioni di giovani,<br />

ed ho ancora ben vive<br />

nella mente le sue spiegazioni<br />

sul disegno geometrico e stilizzato,<br />

sull’acquerello e sulla<br />

composizione dei colori.<br />

Con l’esodo, lasciata <strong>Isola</strong>,<br />

tutti ci sparpagliammo ed anche<br />

amici, che in paese erano<br />

inseparabili o quasi, si trovarono<br />

improvvisamente costretti a<br />

cercare nuove vie da percorrere,<br />

in un ambiente nuovo e talvolta<br />

ostile, rendendo molto più<br />

difficili se non impossibili le<br />

occasioni d’incontro. Rimanemmo<br />

tuttavia legati, un gruppo<br />

di ex compagni di scuola, mi<br />

riferisco a Fabio Colocci, Bruno<br />

Piccinin, Emilio Felluga, Pio<br />

Riego Zennaro, Onorato<br />

Pugliese ed altri ancora, con i<br />

quali, pur avendo ognuno di noi<br />

intrapresa la propria strada,<br />

avevamo ancora mantenuto<br />

ingombrante, facendo tutto il<br />

possibile acciocché i problemi<br />

e le divergenze non pesassero<br />

sugli atleti e, da persona attenta<br />

quale era, prima che le pic-<br />

Ricordo di <strong>Malvino</strong> <strong>Stolfa</strong><br />

delle occasioni per incontrarci.<br />

Per quanto mi riguarda, in particolare<br />

la vicinanza e la<br />

frequentazione della famiglia di<br />

Fabio Colocci mi davano l’occasione<br />

di incontrare talvolta il<br />

prof. <strong>Stolfa</strong>, che abitava nello<br />

stesso palazzo, e con lui, sempre<br />

affabile e gentile, scambiare<br />

qualche parola.<br />

Con il 1961 il mio lavoro mi<br />

portò spesso lontano da Trieste<br />

e qualche anno dopo dovetti<br />

trasferirmi del tutto in altre città<br />

d’Italia; ciò rese ancor più<br />

difficili e rare le occasioni d’incontro<br />

con gli amici<br />

sopraccitati, anche se i contatti<br />

non furono mai interrotti, e grazie<br />

a loro restavo informato su<br />

quanto veniva fatto per cercare<br />

di portare la Pullino, ormai formalmente<br />

ricostituita, a risorgere<br />

come realtà sportiva e sanzionare<br />

sul campo la sua rinascita.<br />

E da loro venivo a sapere<br />

dell’imponente lavoro che<br />

<strong>Malvino</strong> <strong>Stolfa</strong> andava svolgendo,<br />

cercando di ricompattare i<br />

giovani atleti che avevano già ad<br />

<strong>Isola</strong> incominciato a vogare, e<br />

come cercasse, nei campi profughi<br />

e nelle scuole dove insegnava,<br />

di invogliare i giovani<br />

studenti e non ad intraprendere<br />

il canottaggio con i colori della<br />

Pullino.<br />

Dopo i primi entusiasmi per<br />

l’avvenuta ricostituzione rimase<br />

pressoché solo, assieme a<br />

qualche altro vecchio dirigente,<br />

a tentare di portare a buon<br />

fine un tentativo che appariva<br />

ogni giorno più disperato. Con<br />

spirito instancabile, con grande<br />

determinazione e sorretto da<br />

un’incrollabile forza di volontà<br />

accompagnò passo a passo i vecchi<br />

e i nuovi atleti attraverso le<br />

continue peregrinazioni da una<br />

società consorella all’altra, attenuando<br />

e sopendo tutti i motivi<br />

di contrasto che potevano sorgere<br />

fra l’ospitante generoso e<br />

l’ospite, ben gradito all’inizio ma<br />

che poi, dopo qualche tempo, la<br />

forzata coabitazione rendeva<br />

cole scaramucce potessero sfociare<br />

in contrasti insanabili, cercava<br />

e trovava una nuova sistemazione,<br />

salvando così i buoni<br />

rapporti con tutti.<br />

Fu lui il vero e proprio anello<br />

di congiunzione fra la grande<br />

Pullino di <strong>Isola</strong> e la quella nuova<br />

sorta a Trieste dalle sue ceneri!<br />

La sua costanza fu però premiata<br />

quando fu trovata una<br />

sede, seppur modesta, a<br />

Muggia e numerosi atleti da lui<br />

formati vinsero, sia pure con<br />

colori diversi da quelli della<br />

Pullino, numerosi titoli italiani<br />

ed internazionali.<br />

Nel 1976 io tornai a Trieste,<br />

ma già due anni prima,<br />

mentre lavoravo a Marghera, la<br />

vicinanza con Trieste mi portò<br />

a frequentare molto più spesso<br />

la Pullino, anche perché i miei<br />

figli, ormai sufficientemente<br />

grandi, avevano intrapreso la<br />

pratica del canottaggio; da allora<br />

le occasioni di incontro con<br />

<strong>Malvino</strong> <strong>Stolfa</strong> divennero ricorrenti:<br />

le regate, le assemblee<br />

sociali, gli altri incontri in canottiera<br />

erano tutte occasioni di<br />

dialogo e di scambio di idee,<br />

alle quali lui mai si sottraeva.<br />

Nelle regate, da grande appassionato<br />

ed amante della sua<br />

Pullino qual’era, non riusciva<br />

a contenere la gioia e la commozione<br />

quando i nostri equipaggi<br />

vincevano la gara o si<br />

piazzavano ai primi posti e, da<br />

buon conoscitore della nostra<br />

disciplina sportiva, era prodigo<br />

di consigli tecnici e pronto ad<br />

analizzare in maniera appropriata<br />

l’andamento delle gare<br />

ed il comportamento degli atleti.<br />

Nelle assemblee e negli altri<br />

incontri sociali, nei quali si<br />

dibattevano i problemi e le difficoltà<br />

della Società, non mancava<br />

mai di portare il suo contributo<br />

di idee, sempre meditato<br />

e sempre appropriato. Aveva<br />

particolarmente a cuore gli<br />

ideali e la storia della Pullino e<br />

con essa di tutto lo sport isolano,<br />

e più volte ebbi occasione<br />

di incontrarlo alla Biblioteca<br />

Civica di Trieste dove con pazienza<br />

e costanza spulciava annate<br />

intere di quotidiani per ritrovare<br />

le cronache delle nostre<br />

vittorie e le memorie della nostra<br />

vita sociale. Avrebbe avuto<br />

caro, e noi dirigenti attuali<br />

condividiamo appieno il suo<br />

desiderio e cercheremo di realizzarlo,<br />

che fosse riservato,<br />

nell’ambito della nostra sede<br />

sociale, un piccolo spazio da<br />

dedicare quale museo storico<br />

della Pullino.<br />

Anche quando si ammalò e<br />

fu colpito da una grave malattia<br />

invalidante che gli tolse la<br />

parola, non mancò di frequentare<br />

la nostra sede sociale e di<br />

partecipare agli avvenimenti<br />

che vedevano la nostra società<br />

protagonista. I risultati positivi<br />

raggiunti nell’assetto<br />

societario ed i numerosi titoli<br />

conquistati negli ultimi anni lo<br />

riempivano di gioia che, pur<br />

non potendo parlare, esprimeva<br />

in maniera esplicita ed<br />

incontenibile con gli occhi, che<br />

spesso lasciavano cadere qualche<br />

lacrima di commozione, e<br />

con le eloquenti espressioni del<br />

viso. Ricordo come fosse ieri<br />

l’ultima volta che venne in canottiera,<br />

nel 2001, sorprendendoci<br />

tutti, in occasione della cerimonia<br />

di chiusura dell’anno<br />

sociale e del battesimo di alcune<br />

imbarcazioni; era accompagnato<br />

dalla figlia Daria, sfoggiava<br />

un sorriso felice che non<br />

lasciava dubbi su quanto fosse<br />

grande per lui il piacere di esser<br />

lì, festeggiato da tutti, nella<br />

sua società con i suoi soci e con<br />

i suoi atleti, a sentir parlare dei<br />

progressi e dei risultati ottenuti.<br />

A me piace però ricordarlo<br />

quando sul pontile galleggiante<br />

dava gli ultimi consigli agli<br />

atleti oppure li accoglieva felice<br />

e soddisfatto dopo il buon<br />

esito della gara.<br />

Abbiamo tutti un grande<br />

debito di riconoscenza verso di<br />

lui, e tutti lo ringraziamo dal<br />

profondo del cuore per quanto<br />

ha fatto, per gli insegnamenti<br />

che ci ha dato e per l’eredità<br />

morale che ci ha lasciato, che<br />

continueranno ad essere<br />

d’esempio e stimolo anche per<br />

le generazioni future.<br />

Grazie di cuore professor<br />

<strong>Stolfa</strong>!<br />

Franco Degrassi<br />

Presidente della S.N.Pullino

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