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l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi

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8<br />

dossier settembre <strong>2011</strong><br />

Petrosino<br />

Capovolgimento <strong>di</strong> senso:<br />

l’uomo esiste abitando<br />

solo se coltiva e custo<strong>di</strong>sce<br />

PUNTO DI PARTENZA per<br />

definire che cos’è l’abita-<br />

«IL<br />

re è scritto nel libro della<br />

Genesi: “Dio prende l’uomo e lo<br />

mette nel giar<strong>di</strong>no dell’Eden affinché<br />

lo coltivi e lo custo<strong>di</strong>sca”.<br />

Quin<strong>di</strong> se devo dare una definizione<br />

all’abitare, la coniugo con il<br />

coltivare e il custo<strong>di</strong>re». Va dritto<br />

al centro della sua teoria, che sembra<br />

sovvertire l’or<strong>di</strong>ne delle cose,<br />

Silvano Petrosino, professore al-<br />

Silvano Petrosino, docente<br />

all’Università Cattolica,<br />

da anni è impegnato<br />

nel ripensare i concetti<br />

<strong>di</strong> abitare, ospitalità<br />

ed accoglienza<br />

l’Università Cattolica <strong>di</strong> Milano,<br />

intellettuale che ama le sfide rischiose,<br />

autore prima <strong>di</strong> “Babele”<br />

(Il Melangolo Genova 2003), in cui<br />

affronta il delirio del senso dell’abitare<br />

umano simboleggiato dalla<br />

celebre torre, poi <strong>di</strong> “Capovolgimenti”<br />

(Jaca Book, Milano 2008),<br />

un testo in cui porta alle estreme<br />

conseguenze il nesso ontologico<br />

fra l’uomo e il luogo che abita, perché<br />

«l’uomo non può che abitare,<br />

dunque esiste abitando». Ma subito<br />

ritorna sulle <strong>di</strong>rettrici del “coltivare<br />

e custo<strong>di</strong>re”, sostenendo che<br />

«l’elemento interessante <strong>di</strong> questi<br />

due verbi e che v<strong>anno</strong> saldati insieme,<br />

cioè lo specifico umano sta<br />

proprio nel tentare <strong>di</strong> tenere insieme<br />

queste due esperienze». Così<br />

come Petrosino tiene a osservare<br />

che «tra questi due verbi quello<br />

che presenta più <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> compimento<br />

è il secondo, cioè il custo<strong>di</strong>re.<br />

Perché noi, in qualche modo,<br />

il coltivare lo conosciamo, ne<br />

abbiamo una maggiore pratica».<br />

Petrosino premette che il “coltivare”<br />

biblico, oggi può essere traslato<br />

anche in un “costruire”. E se ciò<br />

è vero, allora «il costruire è un meccanismo<br />

ormai entrato nel Dna <strong>di</strong><br />

tutti». Ecco perché riavvolgendo il<br />

filo del ragionamento sul tema dell’abitare,<br />

lo stu<strong>di</strong>oso spiega che «se<br />

dobbiamo erigere una casa, sappiamo<br />

benissimo che ci vuole un grande<br />

lavoro: nei calcoli statici, nella<br />

scelta dei materiali, nella posa del<br />

calcestruzzo». Ma non solo: «Nella<br />

costruzione degli e<strong>di</strong>fici, pensiamo<br />

per esempio, a quanta attenzione un<br />

architetto, o un ingegnere, mettono<br />

per sod<strong>di</strong>sfare i bisogni delle persone,<br />

oppure per migliorare la qualità<br />

della vita delle persone svantaggiate,<br />

o portatrici <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità. Sotto<br />

questo aspetto è innegabile che negli<br />

ultimi decenni ci sono stati passi<br />

in avanti incre<strong>di</strong>bili. La tecnica,<br />

in questo campo, ha fatto passi da<br />

gigante. Basti pensare che adesso ci<br />

sono persino le case domotiche. Eccezionale.<br />

Bellissimo. L’uomo ha<br />

creato con il suo ingegno e la sua ingegneria<br />

strumenti, macchine, apparecchi<br />

che semplificano e rendono<br />

più facile la vita anche ai più<br />

deboli. Sul costruire siamo tutti<br />

d’accordo nel ritenere che siamo <strong>di</strong>ventati<br />

abilissimi».<br />

Più complicato, ma anche più in-<br />

Petrosino<br />

teressante, è invece il tema del<br />

custo<strong>di</strong>re. Che cos’è esattamente?<br />

E’ il custo<strong>di</strong>re le memorie, le<br />

relazioni, gli affetti e persino la<br />

sessualità. Perché mangiare, dormire,<br />

riprodursi v<strong>anno</strong> custo<strong>di</strong>ti.<br />

Possiamo persino azzardare che<br />

bisogna arrivare a custo<strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>rittura<br />

le proprie manie. Per capire<br />

pienamente quest’ultimo punto<br />

faccio il seguente esempio: una<br />

ragazza <strong>di</strong>sabile si trovava male in<br />

una casa famiglia in cui viveva<br />

perché rispetto alla precedente comunità<br />

non aveva più un vaso <strong>di</strong><br />

fiori sulla tavola. Per lei l’abitare<br />

era strettamente connesso con<br />

l’avere sempre dei fiori in casa.<br />

Un altro concetto fondamentale<br />

dell’abitare è quello dell’intimità.<br />

Di sicuro. Anche perché tale<br />

concetto si sposa con un altro<br />

elemento, sempre biblico, quello<br />

della nu<strong>di</strong>tà. Si potrebbe <strong>di</strong>re che<br />

la casa è il luogo in cui si può<br />

stare nu<strong>di</strong>, cioè senza doversi <strong>di</strong>fendere,<br />

che invece è quello che<br />

facciamo fuori casa. E senza dover<br />

<strong>di</strong>mostrare nulla. Questo è<br />

interessante perché laddove si<br />

realizzano queste con<strong>di</strong>zioni, lì<br />

c’è la vera casa, anche se non c’è<br />

la casa in quanto e<strong>di</strong>ficio. Al<br />

punto che si può sostenere che<br />

l’abitare va al <strong>di</strong> là della casa come<br />

e<strong>di</strong>ficio. Ma si può parlare <strong>di</strong><br />

abitare, solo se ci sono quelle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> intimità, <strong>di</strong> accoglienza<br />

e <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a. Cito a questo<br />

riguardo il film “Irina Palm”,<br />

che è la storia <strong>di</strong> una donna che,<br />

siccome ha un nipote malato che<br />

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