14.01.2013 Views

l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi

l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi

l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

62<br />

dossier settembre <strong>2011</strong><br />

Focus<br />

Se i cambiamenti sociali<br />

ci aiutano a scoprire<br />

le nuove fragilità<br />

<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Corsolini<br />

IL PROGETTO “FAR CASA” si è proposto come obiettivo esplicito<br />

l’inclusione sociale delle persone in situazione <strong>di</strong> fragilità.<br />

Una considerazione preliminare doverosa: ci sono situazioni<br />

oggettive che portano un essere umano a essere fragile, è<br />

bene tenere presente che la fragilità <strong>di</strong> un gruppo sociale nasce<br />

dalla società. Per esempio: in Italia siamo abituati a pensare che<br />

sia socialmente fragile una mamma sola perché deve far fronte<br />

a <strong>di</strong>verse responsabilità, ma ci sono società in cui è fragile una<br />

donna senza figli perché non ha alcuna utilità e non avrà chi si<br />

cura <strong>di</strong> lei nella vecchiaia; oggi, invece, cominciamo ad accorgerci<br />

che rispetto al <strong>di</strong>ritto alla casa è fragile anche un padre se-<br />

Per Clau<strong>di</strong>a Corsolini,<br />

stu<strong>di</strong>osa <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti umani<br />

ed esperta <strong>di</strong> fragilità,<br />

l’inclusione delle fasce più<br />

deboli della popolazione<br />

rafforza la società moderna<br />

parato, perché tipicamente la<br />

casa è assegnata alla mamma<br />

che ha la responsabilità <strong>di</strong> crescere<br />

i figli. In un sistema democratico<br />

esiste comunque un<br />

problema oggettivo <strong>di</strong> visibilità<br />

per alcune categorie <strong>di</strong> per-<br />

sone: quelle che non riescono ad avere una rappresentazione<br />

socialmente con<strong>di</strong>visa del loro rischio <strong>di</strong> esclusione sono le categorie<br />

più fragili in assoluto. Quin<strong>di</strong> chi si occupa <strong>di</strong> inclusione<br />

sociale deve essere pronto a leggere i cambiamenti sociali<br />

per in<strong>di</strong>viduare chi è veramente “fragile”.<br />

Doman<strong>di</strong>amoci ora cosa inten<strong>di</strong>amo per inclusione sociale.<br />

Una panoramica sui modelli sociali <strong>di</strong> risposta alle “fragilità”<br />

del passato o del presente, in Europa o altrove, ci <strong>di</strong>mostra che,<br />

spogliandoci da qualsiasi riferimento ideologico, ciascun modello<br />

risponde a un bisogno del gruppo e quin<strong>di</strong> ha la stessa<br />

“<strong>di</strong>gnità”. Una risposta è l’eliminazione : il gruppo sociale dominante<br />

riconosce l’esistenza <strong>di</strong> raggruppamenti sociali che<br />

portano una fragilità e ritiene che sia meglio eliminare questo<br />

fattore che rischia <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>care il benessere <strong>di</strong> tutti. Un esempio<br />

è Aktion T4, il nome del programma nazista <strong>di</strong> eutanasia<br />

che, sotto responsabilità me<strong>di</strong>ca, prevedeva la soppressione <strong>di</strong><br />

persone affette da malattie genetiche. Un’altra soluzione è<br />

l’esclusione programmata: il gruppo sociale dominante riconosce<br />

l’esistenza <strong>di</strong> fasce minoritarie che portano una fragilità e,<br />

per non pregiu<strong>di</strong>care il benessere <strong>di</strong> tutti, lo rende invisibile,<br />

pur non prevedendo esplicitamente l’eliminazione. Un esempio<br />

sono le vecchie strutture dei manicomi, oppure le work house<br />

così ben descritte da Charles Dickens in Oliver Twist, luoghi<br />

<strong>di</strong> vera e propria segregazione per i poveri dell'Inghilterra Vittoriana.<br />

O in tempi più recenti le famose “scene aperte” della<br />

droga, zone della città riservate ai tossico<strong>di</strong>pendenti, come il<br />

tristemente noto Platzspitz <strong>di</strong> Zurigo. Oppure la separazione -<br />

segregazione: il gruppo sociale dominante riconosce che esistono<br />

forme sociali <strong>di</strong>verse e costruisce un sistema <strong>di</strong> regole da<br />

applicare a ciascuno <strong>di</strong> questi gruppi escludendoli a vicenda.<br />

Un sistema <strong>di</strong> regole destinate a rimanere tali senza possibilità<br />

<strong>di</strong> riscatto. In qualche modo la <strong>di</strong>versità tra i gruppi è esaltata<br />

perché è funzionale alla stabilità dell’insieme. Un esempio è<br />

l’apartheid in Sudafrica. Poi c’è il charity approach: il gruppo<br />

sociale dominante riconosce l’esistenza <strong>di</strong> formazioni sociali<br />

con fragilità e promuove iniziative volte a <strong>di</strong>minuire i fattori <strong>di</strong><br />

debolezza con un riconoscimento morale e attraverso facilitazioni<br />

oggettive, ma non ritiene che sussistano veri e propri do-<br />

Focus<br />

63

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!