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l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi

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dossier settembre <strong>2011</strong><br />

Aler<br />

Il Terzo settore favorisce<br />

il <strong>di</strong>alogo, le buone pratiche<br />

e la coesione sociale<br />

DI ALER è caratterizzato<br />

da un’attività<br />

«ILPASSATO<br />

massiccia nella costruzione<br />

<strong>di</strong> case. Dopotutto, dal dopoguerra<br />

in poi e fino agli anni<br />

’70–’80, c’è stata una grossa fame<br />

<strong>di</strong> alloggi. Essendo la richiesta<br />

molto forte, la risposta è stata <strong>di</strong><br />

tipo quantitativo più che qualitativo.<br />

Quartieri <strong>di</strong> Milano come<br />

Gratosoglio, Gallaratese, Missaglia<br />

ne sono un esempio. Erano<br />

Leonardo Cascitelli,<br />

manager dell’Aler, spiega<br />

che il volontariato ha<br />

un ruolo <strong>di</strong> congiunzione<br />

tra ente pubblico e realtà<br />

del Terzo settore<br />

una soluzione all’enorme domanda<br />

<strong>di</strong> casa dovuta alla forte<br />

immigrazione avvenuta a Milano<br />

nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra».<br />

Leonardo Cascitelli, urbanista,<br />

docente al Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />

e <strong>di</strong>rettore dell’area tecnica e<br />

marketing territoriale dell’Aler,<br />

guarda al passato per ragionare<br />

sul presente e provare a immaginare<br />

il futuro delle politiche abitative.<br />

«Oggi non è più così. Siamo<br />

in un periodo in cui Aler ha<br />

un forte problema <strong>di</strong> gestione del<br />

patrimonio, ma con scarse possibilità<br />

sia in termini economici,<br />

sia in termini <strong>di</strong> utilizzo del territorio<br />

per poter fare degli interventi<br />

significativi dal punto <strong>di</strong> vista<br />

della quantità».<br />

Dunque <strong>di</strong> fronte ad una seconda<br />

ondata <strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong> alloggi<br />

sociali, «le possibilità oggettive<br />

<strong>di</strong> un intervento sul territorio sono<br />

mortificate dalla questione<br />

economica. In più si aggiunge un<br />

patrimonio ormai centenario a<br />

cui bisogna far fronte in termini<br />

<strong>di</strong> manutenzione, non solo tecnica<br />

ma anche <strong>di</strong> rinnovamento degli<br />

inquilini, che spesso sono anziani,<br />

o persone sole, con una<br />

monocoltura sociale».<br />

Quin<strong>di</strong> le due risposte <strong>di</strong> Aler<br />

sulle politiche abitative «sono la<br />

valorizzazione del patrimonio in<br />

termini e<strong>di</strong>lizi ma anche sociali».<br />

Una questione che «ha sempre<br />

pesato tantissimo nelle politiche<br />

abitative è stata questa<br />

monocoltura sociale che ha creato<br />

una serie <strong>di</strong> problemi in termini<br />

<strong>di</strong> “desertificazione” del<br />

contesto, cioè una con<strong>di</strong>zione<br />

che non funziona nell’ambito urbano<br />

dello scambio, della reciprocità,<br />

delle relazioni. Avere<br />

questo patrimonio un po’ neutro<br />

dal punto <strong>di</strong> vista architettonico<br />

e<strong>di</strong>lizio, ha creato una serie <strong>di</strong><br />

problemi ed è su questo nodo<br />

che Aler deve lavorare nei prossimi<br />

anni. E qui entriamo nel<br />

problema dell’abitare».<br />

Preso atto che esiste un problema<br />

dell’abitare, quanto le vostre<br />

risposte prendono in considerazione<br />

anche la cosiddetta infrastruttura<br />

sociale?<br />

Nel territorio <strong>di</strong> Milano e dell’hinterland<br />

c’è il problema della<br />

gestione del patrimonio quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> un territorio saturo <strong>di</strong> residenze<br />

con una serie <strong>di</strong> immobili sotto-utilizzati.<br />

Dico sottoutilizzati<br />

perché spesso alloggi con metrature<br />

importanti (80-100 mq)<br />

spesso sono abitati da una sola<br />

persona con scarse possibilità <strong>di</strong><br />

gestire spazi eccessivi per le proprie<br />

necessità. Inoltre questa situazione<br />

<strong>di</strong>venta una con<strong>di</strong>zione<br />

omologante.<br />

Aler<br />

A questo riguardo potrebbe farci<br />

qualche esempio?<br />

Pren<strong>di</strong>amo il caso <strong>di</strong> Vimodrone,<br />

dove Aler ha circa 170 alloggi<br />

degli anni ’70, con una superficie<br />

<strong>di</strong> 80-100 metri quadri, che sono<br />

abitati per l’80-90% da una sola<br />

persona, quin<strong>di</strong> senza rapporti <strong>di</strong><br />

relazione con altre con<strong>di</strong>zioni sociali<br />

come nuclei familiari più<br />

giovani, single, studenti, o altre<br />

categorie che possano integrare<br />

quest’unico modello sociale. Le<br />

strategie per la valorizzazione <strong>di</strong><br />

Aler passano attraverso politiche<br />

che peraltro sono ancora da sviluppare,<br />

come per esempio l’abitare<br />

temporaneo, che è caratteristico<br />

degli studenti o dei<br />

lavoratori a tempo. Si tratta, quin<strong>di</strong>,<br />

<strong>di</strong> coniugare le nostre esigenze<br />

con quelli <strong>di</strong> altri soggetti e con<br />

funzioni <strong>di</strong> eccellenza, o strategiche<br />

per il territorio, che h<strong>anno</strong> bisogno<br />

<strong>di</strong> dare una risposta a chi<br />

cerca lavoro e proviene da altri<br />

territori e che a Milano non trova<br />

una casa soprattutto a prezzi accessibili.<br />

Per favorire questa politica è ne-<br />

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