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l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi

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dossier settembre <strong>2011</strong><br />

fermato: «Trattare il tema dell’abitare non é facile, ha una sua specificità<br />

e una sua complessità e per chi come noi abitualmente si<br />

occupa <strong>di</strong> persone, relazioni e servizi, ha la caratteristica <strong>di</strong>stintiva<br />

<strong>di</strong> avere a che fare, per la prima volta come organizzazione, con<br />

qualcosa <strong>di</strong> materiale - i muri, gli e<strong>di</strong>fici - e con tutto il mondo che<br />

<strong>di</strong> ciò si occupa, urbanistica, contratti <strong>di</strong> locazione, agenzie immobiliari.<br />

Questo da un lato è una <strong>di</strong>fficoltà e una sfida in più, ma dall’altro<br />

può anche essere una risorsa, un’apertura a un mondo in grado <strong>di</strong><br />

mobilitare anche nuove energie e nuove persone».<br />

Le organizzazioni <strong>di</strong> volontariato, attraverso i progetti “Far Casa”,<br />

testimoniano la capacità <strong>di</strong> saper cogliere questa sfida.<br />

Attraverso il percorso <strong>di</strong> accompagnamento “Far Casa”, il gruppo<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ha ambito a generare appren<strong>di</strong>menti che non si limitassero<br />

a impattare sull’azione, ma anche sulle coor<strong>di</strong>nate cognitive<br />

e sulle capacità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento stesse delle organizzazioni.<br />

L’obiettivo è stato quello <strong>di</strong> supportarle nel pensarsi come risorse<br />

anche all’interno <strong>di</strong> ambiti <strong>di</strong> azione ritenuti <strong>di</strong>stanti dall’or<strong>di</strong>nario<br />

operare socio-assistenziale.<br />

Coerentemente con questa prospettiva, riteniamo importante<br />

mettere in evidenza e valorizzare gli spostamenti che si sono generati<br />

nella fase <strong>di</strong> implementazione dei progetti e nel percorso <strong>di</strong><br />

accompagnamento alla realizzazione degli stessi al fine <strong>di</strong> mostrare<br />

le capacità del volontariato <strong>di</strong> confrontarsi anche con politiche<br />

nuove, mobilitando risorse ine<strong>di</strong>te o inespresse.<br />

Spostamenti che, sebbene spiazzanti per alcuni aspetti, proviamo<br />

qui <strong>di</strong> seguito a raccontare per metterne in evidenza il potenziale<br />

generativo.<br />

Tenendo lo sguardo rivolto verso gli elementi che producono innovazione<br />

sociale, proviamo quin<strong>di</strong> ad analizzare gli spostamenti<br />

generati dai progetti all’interno delle organizzazioni e dei target <strong>di</strong><br />

riferimento prendendo spunto dalla definizione <strong>di</strong> innovazione sociale<br />

presentata da Vicari Haddock - Moulaert: «L’innovazione più<br />

profonda è <strong>di</strong>versa dalla semplice correzione delle procedure, che<br />

pure a volte è quanto basta per far fronte ai problemi <strong>di</strong> routine in<br />

modo appropriato.<br />

1 S. Vicari Haddock, F. Moulaert, Rigenerare la città, Il Mulino, Bologna 2009, p. 115<br />

Costruire<br />

Essa infatti implica “nuove connessioni tra problemi e soluzioni<br />

e interpretazioni più spesse”. Perciò rinvia a quelle <strong>di</strong>namiche<br />

<strong>di</strong> cambiamento dei riferimenti normativi e cognitivi che sono alla<br />

base dell’appren<strong>di</strong>mento double-loop e comportano un qualche grado<br />

<strong>di</strong> riflessività, cioè la possibilità <strong>di</strong> riconoscere i propri schemi<br />

d’azione e le loro trasformazioni» 1 .<br />

Si tratta perciò <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>menti che investono: il contesto, l’oggetto<br />

<strong>di</strong> lavoro (tema), i soggetti (inclusi i destinatari), le strategie<br />

d’azione, le coor<strong>di</strong>nate cognitive e normative che le fondano, i criteri<br />

<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio rispetto a ciò che può essere definito desiderabile.<br />

Un primo elemento importante che abbiamo osservato attiene<br />

alla con<strong>di</strong>visione con la rete, nello specifico alla capacità del capofila<br />

<strong>di</strong> far circolare le informazioni tra i vari componenti.<br />

La con<strong>di</strong>visione con la rete è un elemento che è stato fortemente<br />

sollecitato durante il percorso e una delle ragioni che h<strong>anno</strong> spinto<br />

a intraprendere un percorso <strong>di</strong> accompagnamento, proprio allo<br />

scopo <strong>di</strong> favorire la possibilità <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care alle reti progettuali uno<br />

spazio <strong>di</strong> riflessività, <strong>di</strong> confronto con altre esperienze e scambio <strong>di</strong><br />

buone pratiche. Nello svolgimento del percorso, però, abbiamo<br />

constatato che la comunicazione resta un tasto dolente.<br />

Le reti <strong>di</strong> progetto, infatti, h<strong>anno</strong> generalmente in<strong>di</strong>viduato dei<br />

rappresentanti che h<strong>anno</strong> poi concretamente partecipato al percorso,<br />

ma in fase <strong>di</strong> valutazione abbiamo riscontrato che sovente gli<br />

spunti e le riflessioni emersi negli incontri <strong>di</strong> accompagnamento sono<br />

rimasti legati a poche persone e generalmente all’organizzazione<br />

capofila.<br />

Fatta salva questa criticità, comunque, il percorso ha prodotto<br />

degli esiti interessanti a livello sia <strong>di</strong> riflessione delle reti sul proprio<br />

operato, sia in termini <strong>di</strong> ricadute concrete, che proviamo sinteticamente<br />

a illustrare qui <strong>di</strong> seguito.<br />

In primo luogo, ha promosso la creazione nel territorio <strong>di</strong> un<br />

linguaggio comune e con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> vista, una co-costruzione<br />

conoscitiva più articolata e approfon<strong>di</strong>ta, dando vita a<br />

nuove forme <strong>di</strong> legame sociale<br />

In secondo luogo, ha consentito alle reti <strong>di</strong> strutturarsi maggiormente<br />

assegnandosi dei compiti, una struttura e dei tempi. In<br />

merito a questo, alcune associazioni h<strong>anno</strong> segnalato un processo<br />

<strong>di</strong> crescita nella capacità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per “fare rete meglio”.<br />

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