l numero 2 di Vdossier anno 2011 - Ciessevi
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dossier settembre <strong>2011</strong><br />
to da cui eravamo partiti come associazione: il lavoro <strong>di</strong> ri-definizione<br />
da parte della rete <strong>di</strong> soggetti che si era venuta a costituire<br />
ha portato nuove idee, nuovi contenuti e nuovi modelli<br />
»(Progetto Casa del sorriso). «Nella realizzazione del progetto ha<br />
assunto un ruolo fondamentale il lavoro <strong>di</strong> rete, il quale ha comportato<br />
tutta una serie <strong>di</strong> necessità “fisiologiche” per la costituzione<br />
<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro che, a <strong>di</strong>fferenza del “lavoro <strong>di</strong> gruppo”<br />
è maggiormente orientato alla promozione del senso <strong>di</strong><br />
appartenenza e alla con<strong>di</strong>visione degli obiettivi. Per la buona riuscita<br />
del lavoro <strong>di</strong> rete è stata fondamentale la nascita <strong>di</strong> una “fiducia<br />
realistica”, basata sul riconoscimento delle competenze<br />
personali, ma anche delle complementarità e quin<strong>di</strong> del bisogno<br />
<strong>di</strong> cooperare con l’altro » (Progetto AbitiamOvest).<br />
Case da conoscere o da far conoscere<br />
Due progetti h<strong>anno</strong> lavorato sulla messa in comune delle risorse<br />
sia materiali sia volontarie. In primo luogo, h<strong>anno</strong> operato un rafforzamento<br />
della rete attraverso la messa in comune <strong>di</strong> informazioni,<br />
che ha aumentato la conoscenza reciproca tra i vari no<strong>di</strong>, e<br />
avviato percorsi formativi comuni per i volontari delle <strong>di</strong>verse case.<br />
Un progetto, inoltre, ha compiuto un ulteriore passo avanti: dopo<br />
avere messo in rete otto organizzazioni operanti nell’area della<br />
Residenzialità per persone con <strong>di</strong>sabilità e gestori <strong>di</strong> nove case (residenze),<br />
ha allestito un magazzino/deposito <strong>di</strong> materiali da mettere<br />
a <strong>di</strong>sposizione delle case a seconda dei bisogni, in un’ottica <strong>di</strong><br />
collaborazione e economie <strong>di</strong> scala.<br />
In tre progetti parte dell’attività è stata orientata alla sensibilizzazione<br />
della citta<strong>di</strong>nanza a nuove forme dell’abitare promuovendo<br />
«la consapevolezza che essere citta<strong>di</strong>ni, abitare un territorio, ma soprattutto<br />
poter vivere in maniera solidale può essere fattibile da<br />
chiunque, anche da chi non fa una specifica scelta <strong>di</strong> vita comunitaria<br />
come quella proposta dalla nostra esperienza » (Progetto<br />
Abitare con la porta aperta).<br />
Un progetto ha promosso forme “or<strong>di</strong>narie” e solidali <strong>di</strong> abitare,<br />
intese come «cultura della convivenza a partire dalle concrete<br />
pratiche <strong>di</strong> un modo <strong>di</strong> abitare la casa e il territorio caratterizzati<br />
da apertura, accoglienza e solidarietà» valorizzando le esperienze<br />
<strong>di</strong> cinque comunità del milanese (Progetto Abitare con la porta<br />
Costruire<br />
aperta). Si tratta <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita fondati su una quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> convivenza<br />
orientata alla solidarietà e all’accoglienza, forme <strong>di</strong> vita comunitaria<br />
in cui il citta<strong>di</strong>no, l’abitante, si definisce un “volontario<br />
a tempo indeterminato”. Spostandoci sull’asse sempre più vicino<br />
al polo software troviamo tre progetti in cui sono state aperte alla<br />
citta<strong>di</strong>nanza le porte delle case, attraverso momenti culturali e lu<strong>di</strong>ci.<br />
«E’ stata una carovana <strong>di</strong> persone, idee, stili che ad ogni tappa<br />
si è trasformata restituendo la <strong>di</strong>versità e la ricchezza del territorio.<br />
Ogni casa ha spalancato le sue porte per accogliere un<br />
gruppo eterogeneo <strong>di</strong> viaggiatori: persone <strong>di</strong>sabili, familiari, volontari<br />
e operatori provenienti dalle <strong>di</strong>verse organizzazioni del territorio»<br />
(Progetto Salta a tempo, casa per casa).<br />
Aprire per creare reciproca conoscenza, rendere porosi i confini<br />
delle mura e incoraggiare lo scambio e l’interazione sono i no<strong>di</strong><br />
focali <strong>di</strong> queste esperienze progettuali che h<strong>anno</strong> aperto le porte <strong>di</strong><br />
quattro case e quattro servizi per persone con <strong>di</strong>sabilità.<br />
Case da colorare<br />
La promozione e formazione del volontariato <strong>di</strong> casa è un altro<br />
ambito in cui si sono sperimentati tutti i progetti con azioni finalizzate<br />
a:<br />
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reclutare nuovi volontari <strong>di</strong> casa/volontari <strong>di</strong> residenza<br />
rafforzare le competenze e la consapevolezza <strong>di</strong> questa figura<br />
sperimentare nuovi modelli <strong>di</strong> volontariato <strong>di</strong> casa: «Una forma<br />
<strong>di</strong> volontariato, per noi nuovo, fuori dalle comunità, dove<br />
il volontario porta il territorio in casa e viceversa la casa si apre<br />
ad un elemento nuovo »(Progetto Sempre più vicini).<br />
La costruzione <strong>di</strong> legami per un abitare comune è l’attività che<br />
si colloca maggiormente sul versante software, su una <strong>di</strong>mensione<br />
immateriale dell’abitare, ovvero quella che si crea attraverso le relazioni<br />
rafforzando il tessuto sociale <strong>di</strong> un territorio, favorendo l’incontro<br />
tra i citta<strong>di</strong>ni soprattutto in realtà frammentate quali i quartieri<br />
periferici (cosiddetti ex quartieri dormitorio) della cintura<br />
milanese. E’ quanto è stato fatto in un comune del sud Milano, attraverso<br />
un canale comunicativo <strong>di</strong> largo impatto quale il video.<br />
Un video in cui è stato chiesto agli abitanti <strong>di</strong> raccontarsi e <strong>di</strong> rac-<br />
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