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Il Forte - Forte magazine

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osa) immerso nell’incantato<br />

paesaggio dai colori<br />

e odori forti e avvolgenti<br />

della pineta e del mare:<br />

un punto fermo per un<br />

animo sensibile e tormentato,<br />

che tutto aveva<br />

votato alla sacra fiamma<br />

dell’arte. Dapprima casa<br />

di vacanze, poi vera e propria<br />

residenza: un amore<br />

viscerale e profondo la<br />

legava a questa terra in<br />

riva al mare, dove finalmente era possibile riposare, ricaricarsi,<br />

ritrovare se stessi dopo tanto peregrinare, lottare, faticare<br />

per affermarsi e poter continuare a recitare, ovvero ‘donare se<br />

stessi ogni sera’.<br />

Maria Melato aveva cominciato a calcare i palcoscenici giovanissima,<br />

seguita dalla madre fin dalla sua prima scrittura<br />

teatrale del 1902 e poi per il lunghissimo tempo del suo<br />

duro apprendistato. Riuscì ad affermarsi soprattutto grazie<br />

alle esperienze maturate sotto l’attenta direzione del Maestro<br />

Virgilio Talli, il più importante ed esigente capocomico del<br />

momento. Artista di gran temperamento, instancabile perfezionista,<br />

fu diva al pari della Duse, osannata dal pubblico,<br />

sia nel repertorio classico, sia sperimentando testi delle nuove<br />

tendenze drammaturgiche. Fu interprete appassionata di<br />

Pirandello e D’Annunzio.<br />

Le sue memorie ci restituiscono una donna intelligente, sensibile,<br />

profonda, sincera, tormentata. Ci svelano l’altra faccia<br />

dell’attrice di successo, dai favolosi abiti di scena spesso creati<br />

personalmente con le più ambite case di moda. Mostrano<br />

come quell’oggetto di autentica venerazione (le sue spettatrici<br />

fondarono un ‘Comitato per le onoranze a Maria Melato’,<br />

quello che oggi si direbbe un fans club; in sei anni, dal ’19<br />

al ’25, le vennero dedicati cinque libri) fosse una creatura<br />

fragile e al tempo stesso matura e tenace, che nel suo rifugio<br />

e nella sua terra sul mare indaga, capisce se stessa, si spoglia<br />

di ogni maschera, riflette, ama, soffre e sogna.<br />

La strada che si fa col tram da <strong>Forte</strong> dei Marmi a Viareggio<br />

è bellissima tra il profumo dei pini, le graziose ville e il mare<br />

luminoso. Essa mi apparve come una visione in un pomeriggio<br />

lontano mentre sentivo la mia mano stretta da un’altra mano in-<br />

86<br />

namorata. Eravamo sulla piattaforma noi due soli e parlavamo<br />

piano, immersi in un sogno che ci portava in paradiso: sapevamo<br />

che non ci potevamo sposare, eppure ci inebriavamo parlando<br />

del nostro matrimonio, soffermandoci in tutti i più lievi particolari<br />

godendo in pieno la nostra illusione.<br />

Sogna l’amore, forse quell’amore cui aveva rinunciato in<br />

nome del suo lavoro, della ‘sacralità’ del teatro cui tutto aveva<br />

sacrificato, anche la crescita dell’adorato figlio Luciano. Gode<br />

della solitudine e del religioso silenzio degli infiniti spazi marini.<br />

Ogni cosa mi piace qui... Vado sulla spiaggia quando il sole si<br />

sta levando e corro coi piedi nudi sulla sabbia fredda: la mia<br />

casa è così vicina al mare che mi pare di vederlo entrare dalle<br />

finestre: non ho bisogno di andarlo a cercare, perchè l’ho in casa.<br />

Solamente la mattina all’alba mi piace camminare sulla spiaggia<br />

quando è ancora deserta, quando è tutta mia, soltanto mia...<br />

e la sera, quando tutti se ne sono già andati e il mare mi pare<br />

di madreperla tra il rosso del sole che tramonta e l’azzurro delle<br />

montagne. Allora, in quella solitudine, in quel silenzio, mi piace<br />

camminare, toccare l’acqua ancora tiepida, ripetere qualche<br />

brano delle mie commedie... E mi piace pregare ad alta voce...<br />

Mi pare che Dio stia lì ad ascoltarmi.<br />

In questa terra d’adozione affascinante e selvaggia, prescelta e<br />

frequentata dai nomi più noti della cultura e dell’arte, Maria,<br />

instancabile peregrina tra i più ambiti palcoscenici italiani,<br />

europei e sudamericani, rinnova e approfondisce affinità e<br />

corrispondenze elettive con i suoi autori più cari. In bicicletta<br />

arriva spesso fino alla bella villa ‘La Versiliana’, dove fantastica<br />

di scorgere D’Annunzio (che le dedicò lettere e gioielli) affacciato<br />

alle finestre: recita, inebriata e commossa, ‘La pioggia

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