FUTURISMI FU TU RIS MI Voli immaginifici e vorticosi. Ardite aerovedute. Un insolito sguardo su <strong>Forte</strong> dei Marmi nei geometrismi futuristi di Uberto Bonetti. Testo di Antonella Serafini
L ’entusiasmo futurista trovò nell’aeropittura una delle espressioni più feconde e adeguate per esprimere il dinamismo, le potenzialità del rovesciamento del punto di vista di osservazione del mondo. Nel 1930 Uberto Bonetti aveva 21 anni e Viareggio, <strong>Forte</strong> dei Marmi, la Versilia, erano da tempo luogo d’incontro di molti di coloro che rappresentavano l’avanguardia dell’espressione artistica in ogni campo. <strong>Il</strong> lago di Massaciuccoli non era più, o non era più solo il silenzioso sito del coro muto della Butterfly, il calmo specchio d’acqua tracciato appena, all’alba, dalle barchette dei cacciatori, ma un chiassoso idroscalo per i velivoli degli ardimentosi viaggiatori – turisti, avventurieri, professionisti del volo – sacerdoti del nuovo culto della velocità. <strong>Il</strong> giovane ma già affermato artista, che negli anni Trenta visse una delle sue stagioni creative più fertili e felici, contribuì allo sviluppo dell’aeropittura divenendone acuto interprete con la sua tecnica prediletta che gli era particolarmente congeniale. La freschezza dell’acquerello ben si addiceva infatti alla rappresentazione delle sovrapposizioni delle forme e dei volumi sotto l’effetto del movimento e della velocità. Gli acquerelli che Bonetti dedicò a <strong>Forte</strong> dei Marmi sono quasi come fotogrammi di una sequenza. Le immagini sembrano narrare il susseguirsi della scomposizione visiva della cittadina balneare man mano che il volo procede: il paesaggio, dapprima distinto nei suoi elementi, si fraziona in geometrie fluttuanti seppur definite, le montagne divengono piramidi e poi triangoli, gli edifici parallelepipedi e poi rettangoli, il vetusto fortino e il campanile si staccano dal suolo in vorticose ellissi colorate. <strong>Il</strong> sogno è lì, sotto lo sguardo eccitato ma razionale del futuro possibile, quello per cui la macchina da corsa è più bella (o bella come) la Nike di Samotracia e il chiaro di luna muore senza rimpianti nel fulgore dell’energia del sole. L’uomo dentro il velivolo, come il mago sull’ippogrifo, attraversa lo spazio e il tempo e l’aeropittura ne disegna il tracciato. Si ringraziano per la collaborazione gli antiquari Silvio Federigi di <strong>Forte</strong> dei Marmi e Matteo Alessio Lenci di Torre del Lago. L’ARTISTA PROSPETTIVE Perspectives Перспективы Divenuto famoso soprattutto per l’ideazione di Burlamacco, maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, Uberto Bonetti (Viareggio 1909-1993) ha svolto gran parte della sua attività creativa nell’ambito della grafica pubblicitaria (alla metà degli anni ’50 è stato il primo in Italia insieme a Enrico Carboni a curare per intero la campagna promozionale di un prodotto dalla sigla al marchio, alla confezione, allo slogan, alla pubblicità). Tuttavia non secondaria è stata anche la sua carriera di pittore legata al Futurismo, in particolare alla fase dell’aeropittura, e poi alla produzione di acquerelli; è stato inoltre scenografo, sia per il cinema che per il teatro, e caricaturista. A Viareggio è stato per oltre cinquant’anni, salvo rare eccezioni, l’autore dei manifesti ufficiali del Carnevale e di quelli di alcune edizioni del Premio Viareggio. 97