Il Forte - Forte magazine
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L<br />
’entusiasmo futurista trovò nell’aeropittura una delle<br />
espressioni più feconde e adeguate per esprimere il dinamismo,<br />
le potenzialità del rovesciamento del punto di vista<br />
di osservazione del mondo. Nel 1930 Uberto Bonetti aveva<br />
21 anni e Viareggio, <strong>Forte</strong> dei Marmi, la Versilia, erano da<br />
tempo luogo d’incontro di molti di coloro che rappresentavano<br />
l’avanguardia dell’espressione artistica in ogni campo.<br />
<strong>Il</strong> lago di Massaciuccoli non era più, o non era più solo il silenzioso<br />
sito del coro muto della Butterfly, il calmo specchio<br />
d’acqua tracciato appena, all’alba, dalle barchette dei cacciatori,<br />
ma un chiassoso idroscalo per i velivoli degli ardimentosi<br />
viaggiatori – turisti, avventurieri, professionisti del volo<br />
– sacerdoti del nuovo culto della velocità.<br />
<strong>Il</strong> giovane ma già affermato artista, che negli anni Trenta visse<br />
una delle sue stagioni creative più fertili e felici, contribuì<br />
allo sviluppo dell’aeropittura divenendone acuto interprete<br />
con la sua tecnica prediletta che gli era particolarmente congeniale.<br />
La freschezza dell’acquerello ben si addiceva infatti<br />
alla rappresentazione delle sovrapposizioni delle forme e dei<br />
volumi sotto l’effetto del movimento e della velocità. Gli acquerelli<br />
che Bonetti dedicò a <strong>Forte</strong> dei Marmi sono quasi<br />
come fotogrammi di una sequenza. Le immagini sembrano<br />
narrare il susseguirsi della scomposizione visiva della cittadina<br />
balneare man mano che il volo procede: il paesaggio,<br />
dapprima distinto nei suoi elementi, si fraziona in geometrie<br />
fluttuanti seppur definite, le montagne divengono piramidi<br />
e poi triangoli, gli edifici parallelepipedi e poi rettangoli, il<br />
vetusto fortino e il campanile si staccano dal suolo in vorticose<br />
ellissi colorate. <strong>Il</strong> sogno è lì, sotto lo sguardo eccitato<br />
ma razionale del futuro possibile, quello per cui la macchina<br />
da corsa è più bella (o bella come) la Nike di Samotracia e il<br />
chiaro di luna muore senza rimpianti nel fulgore dell’energia<br />
del sole. L’uomo dentro il velivolo, come il mago sull’ippogrifo,<br />
attraversa lo spazio e il tempo e l’aeropittura ne disegna<br />
il tracciato.<br />
Si ringraziano per la collaborazione gli antiquari Silvio Federigi di <strong>Forte</strong> dei Marmi e Matteo<br />
Alessio Lenci di Torre del Lago.<br />
L’ARTISTA<br />
PROSPETTIVE Perspectives Перспективы<br />
Divenuto famoso soprattutto per l’ideazione di<br />
Burlamacco, maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio,<br />
Uberto Bonetti (Viareggio 1909-1993) ha svolto gran<br />
parte della sua attività creativa nell’ambito della grafica<br />
pubblicitaria (alla metà degli anni ’50 è stato il primo in<br />
Italia insieme a Enrico Carboni a curare per intero la campagna<br />
promozionale di un prodotto dalla sigla al marchio,<br />
alla confezione, allo slogan, alla pubblicità). Tuttavia non<br />
secondaria è stata anche la sua carriera di pittore legata al<br />
Futurismo, in particolare alla fase dell’aeropittura, e poi<br />
alla produzione di acquerelli; è stato inoltre scenografo, sia<br />
per il cinema che per il teatro, e caricaturista. A Viareggio<br />
è stato per oltre cinquant’anni, salvo rare eccezioni, l’autore<br />
dei manifesti ufficiali del Carnevale e di quelli di alcune<br />
edizioni del Premio Viareggio.<br />
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