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RIVISTA DIOCESANA - Diocesi di Ventimiglia - San Remo

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Rivista Diocesana n°3 - 2011<br />

Ve s c O V O<br />

Documenti<br />

style c’est l’homme”, il genitore è per natura sua un educatore; altrettanto un<br />

sacerdote è l’uomo della relazione tra Dio e i suoi fedeli. I programmi che si<br />

potranno fare dovranno tutti avere un obiettivo <strong>di</strong> fondo comune: costruire<br />

l’uomo, costruire il cristiano. Tale obiettivo va raggiunto, al <strong>di</strong> là dei fenomeni<br />

del pluralismo, della secolarizzazione, del relativismo e dell’in<strong>di</strong>vidualismo,<br />

tenendo presente le due questioni focali: la tra<strong>di</strong>zione e l’identità.<br />

Da un lato, la sfida principale e strutturale dell’educazione è legata<br />

ai rapporti intergenerazionali e alla trasmissione dei valori, che avvengono<br />

all’interno della famiglia, in cui si genera e si trasmette la vita, e da<br />

qui si espandono nella società. Dall’altro va colto il processo <strong>di</strong> formazione<br />

dell’identità personale e dell’identità cristiana, nel contesto attuale, dove<br />

l’attenzione maggiore va posta alla sofferta scelta personale con cui si recepiscono<br />

determinati valori o visioni della vita. Ne consegue che la <strong>di</strong>namica<br />

fondamentale del processo educativo è la relazione educativa, l’attenzione<br />

all’altro, l’accoglienza e il servizio che si presta al singolo e alle comunità.<br />

Nella prolusione <strong>di</strong> apertura della Assemblea generale della CEI del maggio<br />

2010 il Card. Bagnasco affermava:<br />

«Educare è aiutare l’altro a introdursi in modo critico e responsabile<br />

alla realtà intera. Di questa realtà ognuno è parte integrante e irripetibile. I<br />

giovani «sentono l’esigenza <strong>di</strong> accostarsi ai valori autentici quali la centralità<br />

della persona, la <strong>di</strong>gnità umana, la pace e la giustizia, la tolleranza e la<br />

solidarietà. Ricercano anche, in mo<strong>di</strong> a volte confusi e contrad<strong>di</strong>tori, la spiritualità<br />

e la trascendenza, per trovare equilibrio e armonia» (Benedetto XVI,<br />

Saluto al Concerto per il V anniversario <strong>di</strong> Pontificato, 29 aprile 2010).<br />

Ma questo impegna noi adulti a superare incertezze e reticenze,<br />

per recuperare una nozione adeguata <strong>di</strong> educazione che si avvicini alla “paideia”,<br />

cioè ad un processo formativo articolato, ma mai evasivo rispetto alla<br />

verità dell’essere, ad una capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere ciò che è bene da ciò che è<br />

male, ad una concreta <strong>di</strong>sciplina dei sentimenti e delle emozioni. Bisogna, in<br />

altre parole, che si affermi una generazione <strong>di</strong> adulti che non fuggano dalle<br />

proprie responsabilità, siano <strong>di</strong>sposti a mettersi in gioco, a onorare le scelte<br />

qualificanti e definitive, a cogliere – loro per primi – la <strong>di</strong>fferenza abissale tra<br />

“il vivere e il vivacchiare» (Card. Bagnasco, Assemblea CEI, 24-28 maggio<br />

2010).<br />

Tutto questo premesso, dobbiamo agire con metodo “scientifico”:<br />

bando alle improvvisazioni. Per curare occorre conoscere l’anamnesi del paziente,<br />

fare delle analisi, formulare della <strong>di</strong>agnosi e trovare le cure.<br />

Inoltre, più che puntare sull’organizzazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> eventi, (se si<br />

faranno saranno pure benvenuti), occorrerà operare soprattutto con inter-<br />

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Ve s c O V O

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