Numa revolução social nas favelas do Rio ... - Comunità Italiana

Fotos: Roberth Trindade
comunità
Tra risate
e applausi
Dopo 80 anni di esistenza, il Circo Orlando Orfei continua ad incantare
i bambini, carpisce sguardi perplessi, risate e conquista la simpatia del
pubblico. Sesta generazione della famiglia, Mario Orfei racconta la traiettoria
di suo padre, Orlando, e parla di cosa significa nascere sotto un tendone
Nel 1822, il sacerdote lascia
la tonaca e si innamora
di una giovane di
una famiglia famosa. I
due fuggono e cominciano a presentarsi
come saltimbanchi per le
vie dell’Italia e dell’Europa perché
la famiglia di lei è contro il
loro rapporto. No, questa non è
una favola. È l’inizio della traiettoria
della famiglia Orfei,
che mantiene circhi in tutto
il mondo, uno di essi portato
in brasile da Orlando,
che oggi ha 87 anni.
A 23 anni, Orlando
prese le redini del circo
in Italia e lo ha trasformato.
Ciò che prima aveva
un sapore regionale gli rese fama
internazionale. Nel 1968, ad un
imprenditore brasiliano piacque
ciò che vide in Italia e portò Orlando
in brasile. Il circo ha già
percorso tutta l’America Latina.
Ora è a Rio de Janeiro.
Orlando ha sei figli e tutti,
eccetto uno che si trova in Austria,
vivono in brasile. Uno di
essi, Mario Orfei, 55, la sesta generazione
della famiglia, è stato
allevato, così come il padre, sotto
il tendone.
La mia infanzia è stata come
quella di tutti i bambini del circo.
tutte le settimane eravamo in
un luogo diverso, studiavamo in
una scuola diversa. Qui, come in
nay r a garoFlE
Italia, era facile accettare bambini
nelle scuole. Facevo molte
amicizie e giocavo nel circo perché
il circo è il miglior cortile del
mondo per giocare ― dice l’italiano
della provincia di Modena, in
Emilia-Romagna.
Il patriarca Orlando vive per il
circo, e si è allontanato dal tendone
soltanto una volta, quando
“Il circo è il
miglior cortile
del mondo per
giocare”
un ictus cerebrale l’ha allontanato
per un anno. Prima di entrare
nelle gabbie delle belve per domarle
è stato pagliaccio, giocoliere,
ciclista acrobatico e mago.
Così come suo padre, Mario
ha messo il piede nel circo per la
prima volta a sei anni, come aiutante
di pagliaccio, ma il suo primo
numero come professionista è
stato a 11 anni, facendo acrobazie
a cavallo.
Il circo è una delle più antiche
arti di spettacolo del mondo.
La sua origine risale ai popoli
nomadi dell’Europa e dell’Asia.
L’universo circense è un insieme
di arti come quella dei giocolieri,
dei pagliacci, dell’acrobazia,
dell’addestramento di animali e
molte altre. Con il passare degli
anni, alcuni circhi si sono perfezionati
e hanno creato numeri
differenti. Il circo Orlando Orfei,
però, promuove la sensazione di
rivivere tempi passati, con numeri
antichi. Malgrado non detenga
tutta la tecnologia futurista
degli spettacoli presentati
dai concorrenti, come il Cirque
du Soleil, il circo Orfei ancora incanta
i bambini.
― Il circo deve viaggiare, avere
animali, pagliacci, acrobati.
Deve avere tutto ciò che rappresenta
il circo. È questo che piace
al pubblico ― afferma.
Nato e cresciuto nel mondo
Mario: sesta generazione della famiglia Orfei.
Il circo, con le sue innumerevoli presentazioni, incanta i bambini
dove il mestiere è quello di divertire
le persone, Mario dice di
non sapere cosa farebbe nella vita
se non fosse nato nel circo.
― Non so, sinceramente, cosa
farei se non lavorassi nel circo.
Cerco di immaginarlo, ma non ci
riesco. Ricevere applausi e riconoscimento
del pubblico è ciò
che dà piacere all’artista ― racconta
Mario a cui, da piccolo,
non piaceva studiare. Preferiva
giocare con i coetanei nel cortile
della sua casa, sotto il tendone.
Attualmente single, Mario è
già stato sposato due volte. Ha
avuto quattro figli, ma solo uno
lavora nel mondo circense.
Ho quattro figli ma nessuno
abita vicino. Sono tutti brasiliani,
ma ce n’è uno che è in Messico,
è l’unico artista di circo.
Uno in Argentina, uno in Italia
e l’altro qui in brasile, in Goiânia
― dice.
Dovuto all’età, Orlando alle
volte non si fa presente agli
spettacoli. Quando questo succede,
è Mario che prende il suo
posto per fare lo spettacolo delle
acque danzanti. La sua traiettoria
segue, in modo quasi identico,
quella del padre.
Ho vissuto tutta la mia vita
qui e ho lavorato con lui.
Visto che posso dare continuità
a tutto questo, spero di
“Non so cosa
farei se non
lavorassi nel
circo”
poter continuare, perché sarebbe
triste lasciare questo lavoro ― afferma
l’erede.
Esistono controversie sull’uso
degli animali nel circo e perfino
una legge statale, nel caso di
Rio, che proibisce la presentazione
di belve feroci o di animali
ammaestrati. Mentre c’è gente
che crede che gli animali subiscano
maltrattamenti, oltre allo
stress, altri pensano che il circo
senza animali non sia vero circo.
Gli animali sono nostri compagni,
amici, ci aiutano a lavorare.
Il mio elefante è morto a
62 anni, lavoravamo con lui da
54 anni. Era arrivato prima che
nascessi. Come dice mio padre, il
circo senza animali perde l’anima
― difende Orlando.
tra risate, applausi e occhi infantili
che brillano, Orlando Orfei
festeggia 80 anni di circo a Rio de
Janeiro. Mario, da più di 50 anni
sotto il tendone, segue i passi
del padre, divertendo e incantando
il pubblico.
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