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SJf_Wettbewerbs_Broschüre_2007 - Die Goldene Sonne am Calanda

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Il mondo su un soffitto: Zillis fra teologia e geografia meravigliosa<br />

Con questo lavoro indago un’opera svizzera di rara bellezza e di grande importanza artistica: il<br />

soffitto dipinto della chiesa di San Martino a Zillis, un paese del Canton Grigioni, non distante<br />

dal passo del San Bernardino. L’opera si compone di centocinquantatre tavole affisse al soffitto,<br />

di innegabili influssi di arte romanica. Un aspetto molto importante è la netta divisione delle formelle<br />

in due gruppi: il ciclo esterno e il ciclo interno. Ai margini sono poste quarantotto tavole<br />

rappresentanti esseri mostruosi (ciclo esterno), che fanno da cornice a quelle più interne, riservate<br />

alla narrazione di vicende religiose (ciclo interno). In ognuno dei due cicli si trovano delle<br />

scene che, stando a questa separazione, sembrerebbero anomale, ma in realtà richiedono sol<strong>am</strong>ente<br />

di essere analizzate più a fondo. L’obiettivo che mi sono posto consiste nel tentativo di<br />

avvicinarmi quanto più possibile alla comprensione dell’opera nel suo insieme, indagando in modo<br />

particolare le ragioni della separazione tra i due cicli e, ancor prima, la motivazione di insistere<br />

con tanta veemenza sulle figure mostruose. L’analisi si fonda sulla raccolta di dati riguardanti<br />

la cultura del tempo e, entro certi limiti, di quella specifica valle grigionese, al fine di addentrarsi<br />

nello studio della fonte iconografica, la quale, peraltro, si presta già per sua natura a<br />

questo tipo di lavoro, in quanto articola la sua storia in centocinquantatre tavole separate e quasi<br />

sempre indipendenti l’una all’altra. Mi occupo, infine, degli aspetti simbolici ed iconografici di<br />

queste immagini. Proprio come, partendo dalla cultura e dalla storia medievali, focalizzo<br />

l’attenzione sulla realtà di Zillis, la comprensione del messaggio di questo soffitto può espandersi<br />

ben oltre la valle di Sch<strong>am</strong>s, fino a mettere in luce ed approfondire altri aspetti del Medioevo.<br />

Uno dei tratti più sorprendenti ed ignoti delle rappresentazioni di Zillis è senza dubbio la vicinanza<br />

alle concezioni cartografiche: queste tavole formano una mappa mundi. Le rappresentazioni<br />

del mondo nel periodo medievale non guardavano tanto alla veridicità scientifica, quanto al senso<br />

di cui si facevano portatrici, un senso morale e religioso. Che si tratti di una mappa lo conferma<br />

la divisione tra il ciclo interno e quello esterno, che, attraverso degli artifici pittorici, si denotano<br />

come mondo terrestre, una sorta di “isola della Cristianità”, circondata da un mondo acquatico<br />

popolato da esseri mostruosi che la minacciano: questo espediente è chiar<strong>am</strong>ente ispirato<br />

alla tradizione cartografica. Quest’opera è stata e rimane essenzialmente un’opera di carattere<br />

religioso, ragione per cui deve aprirsi come un libro dinanzi al fedele, contribuendo alla sua maturazione<br />

interna. Ne consegue che coloro che hanno elaborato il progetto, lo hanno fatto su<br />

precise constatazioni teologiche e su una radicata visione del mondo. Il messaggio rivolto al fedele<br />

si articola come un monito a seguire con diligenza la via mostratagli dal Signore, o meglio<br />

dalla sua intermediaria sulla terra, la Chiesa. Di grande influenza a livello teologico deve essere<br />

stata la dottrina di San Bernardo da Chiaravalle, il quale, tra l’altro, aveva progettato per il suo<br />

monastero la pittura di una mappa mundi sorprendentemente vicina alla mappa della chiesa di<br />

San Martino.<br />

Literatur / Philosophie / Gesellschaft<br />

Marco Colombo<br />

6500 Bellinzona<br />

1988<br />

Liceo Cantonale di Bellinzona<br />

Valutazione del lavoro<br />

La ricerca di Marco Colombo prende in<br />

considerazione, con analisi e colleg<strong>am</strong>enti<br />

raffinati e pertinenti, una delle più<br />

affascinanti eredità del patrimonio culturale,<br />

religioso, sociale e artistico medievale<br />

del territorio alpino: il soffitto dipinto<br />

della chiesa di San Martino a Zillis.<br />

Con entusiasmo, curiosità ma anche<br />

acutezza, precisione e rigore metodologico<br />

il lavoro inserisce l’opera in un <strong>am</strong>pio<br />

quadro di riferimenti interdisciplinari,<br />

evidenziandone la ricchezza e la profondità<br />

del messaggio per il colto osservatore<br />

medievale e di oggi.<br />

Menzione<br />

Eccellente<br />

Premio speciale<br />

C<strong>am</strong>po scientifico presso l’Università<br />

di Basilea o una Università affiliata<br />

Esperta<br />

Cristina Martini, lic. phil. I<br />

Dipartimento Educazione,<br />

Cultura e Sport, cantone Ticino,<br />

storica dell’arte<br />

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