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Merano Magazine 01 2013

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Dimitrios PanagiotoPoulos<br />

Sfilo precipitosamente la chiave dal blocco<br />

dell’accensione. Via subito le ballerine, infilo le<br />

Jimmy Choo color azzurro metallizzato, la portiera<br />

dell’auto che sbatte dietro di me. Vado di gran<br />

carriera sui tacchi alti in un parcheggio cosparso<br />

di ghiaia e a ogni passo che faccio avverto come<br />

una fitta al cuore. Ogni seppur minuscolo sassolino<br />

potrebbe infliggere una ferita al mio fragile<br />

tallone, e quindi a me stessa. Mi decido allora<br />

per un passo più ragionevole e attraverso tutta<br />

piazza della Rena sulle punte dei piedi, attirandomi<br />

gli sguardi incuriositi dei passanti. Non me<br />

ne importa poi tanto, dato che ho pur sempre un<br />

appuntamento con uno stilista di moda, e ci voglio<br />

andare con tutte le suole a posto. Mi fermo<br />

dopo aver raggiunto un cartello bianco che reca<br />

7 lettere nere. L’ho trovato: D I M I T R I. τέλειος<br />

(Perfetto!)<br />

Corro su per la stupenda scalinata in stile liberty e suono<br />

il campanello. La porta si apre e a stringermi la mano<br />

con fare gentile è un bell’uomo di corporatura magra. È lui<br />

in persona, lo stilista di moda altoatesino dal nome impronunciabile:<br />

Dimitrios Georgios Panagiotopoulos. Mi invita<br />

ad entrare nel suo atelier e mi presenta i suoi collaboratori,<br />

che senza sosta utilizzano chilometri di rotoli di carta per i<br />

loro schizzi, per tracciare le misure e ritagliare. “A più tardi!”,<br />

sento pronunciare da Dimitri con voce ben marcata. Peccato.<br />

Mi sarebbe piaciuto scambiare quattro chiacchiere con<br />

lui in mezzo a tutti quei rotoli di stoffa e manichini.<br />

“Dove vogliamo andare?”, mi chiede. Deve avere la mia<br />

età, reputo, e come per un senso di riguardo verso le mie<br />

scarpe mi viene di getto: “Un caffé qui vicino? Possiamo<br />

darci del tu?” Egli non può trattenere un sorriso mettendo<br />

in mostra la sua bella dentatura. “Naturalmente. Che ne<br />

dici del Rossini?” Penso a quei 25 metri da percorrere in<br />

linea d’aria e annuisco. Come se egli fosse conscio del mio<br />

problema, lo stilista per metà greco si incammina per farmi<br />

strada. Lo invidio per quei suoi comodi e al tempo stesso<br />

eleganti stivaletti marroni! Ma com’è che si veste uno stilista?,<br />

mi chiedo. Il mio sguardo si sposta all’insù: jeans blu<br />

dal look usato, camicetta blu scura, borsello. Essenziale ma<br />

armonico, a mio avviso!<br />

Ci sediamo e ordiniamo un caffè. Appoggio il mio registratore<br />

sul tavolino di legno. “Dimitri, come e dove ha avuto<br />

inizio la tua carriera di creativo?” Figlio di un albergatore<br />

di Naturno, il suo eloquio è rapido. “Da bambino, assieme<br />

a mia nonna, mi piacevano il bricolage ed il ricamo, ed ero<br />

io che dicevo a mamma quali scarpe si accompagnavano<br />

ad un certo vestito. Nei miei anni di gioventù ho frequentato<br />

tutte le scuole superiori di <strong>Merano</strong>, e devo riconoscere<br />

che in nessuna di esse mi sono sentito ben accolto.<br />

40 www.meranomagazine.com<br />

Ho deciso perciò di iniziare la mia formazione<br />

per diventare fashion designer<br />

a Milano, cui poi sono seguiti Monaco<br />

di Baviera e Parigi. Dopo vari tentativi<br />

ho iniziato a lavorare per Vivienne Westwood,<br />

successivamente per Jil Sander<br />

e Hugo Boss, finché nel 2007 è venuto il<br />

momento di aprire il mio shop a <strong>Merano</strong>.<br />

Non avevo intenzione di fermarmi a<br />

lungo, e pensavo che in qualsiasi momento<br />

me ne sarei potuto andare a Londra<br />

in quattro e quattr’otto, ma come<br />

potete ben vedere, sono ancora qui“.<br />

“Ti senti felice qui a <strong>Merano</strong>?” Silenzio.<br />

Dimitri non è tra quelli che per imbarazzo<br />

prende a gesticolare con le mani.<br />

Le sue mani sono rimaste ferme anche<br />

in occasione della scomoda domanda.<br />

“Che cosa significa sentirsi felici?” Pausa.

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