Merano Magazine 01 2013

Ancora non prende a muoversi e si
destreggia egregiamente. “Ho costruito
qui con le mie mani la mia piccola attività
aziendale. Con cinque collaboratori. A
loro non posso certo dire: mi trasferisco
all’estero. Qualcuno ha voglia di seguirmi?
Alcuni di loro hanno una famiglia e di
sicuro non mi seguirebbero“.
Vorrei sapere se fa effettivamente la
differenza la città in cui uno si mette a
fare lo stilista di moda. ”La differenza
sussiste nella misura in cui ti metti a camminare
in città e incontri per caso fotografi,
stilisti o modelle. A Merano non mi
capita di incontrare nessuno che faccia
il mio stesso mestiere, ma nemmeno a
Bolzano o a Brunico. Questo mi crea delle
difficoltà”. Quando Dimitri parla della
città, egli intende Milano. Lo scopro in
un secondo momento e non posso trattenere
un sorrisino.
”Per non parlare delle idee, ed è per
questo che ogni tre mesi volo a Londra,
a New York o in città. Questi luoghi sono
le mie vere fonti di ispirazione”.
Il suo modo frenetico di parlare non
mi dispiace, mi adeguo ai suoi ritmi e lo
incalzo con le domande. Lui mi ribatte
simpaticamente colpo su colpo. Mi svela
che gli piace andare da H&M, che a suo
avviso le catene di moda arricchiscono
l’immagine di Merano, che gli piacerebbe
creare una collezione Dimitri per
Topshop (come Lagerfeld o Stella Mc-
Cartney) che gli piace controllare personalmente
ogni singolo pezzo prodotto,
prima che sia posto in vendita. Che egli
raramente indossa un abito completo,
Il dinamismo che alimenta
la ricerca creativa è anche
il motore trainante
della strategia aziendale.
Nelle collezioni Dimitri
si presenta una continua
interazione tra conoscenza
e sviluppo
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