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Periodico di matematiche - Mathesis

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64 <strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>matematiche</strong> 3/2011<br />

64 <strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>matematiche</strong> 3/2011<br />

della lunghezza della circonferenza e dell’area del cerchio, rappresentano inequivocabilmente<br />

gli esempi più concreti dell’esistenza fin dal V secolo a.C. <strong>di</strong> una tecnica <strong>di</strong><br />

ragionamento basata sul concetto <strong>di</strong> limite se anche in forma intuitiva. Oltre duemila<br />

anni più tar<strong>di</strong> tale concetto ha trovato la sua sistemazione quale fondamento dell’analisi<br />

matematica e la sua applicazione operativa risulta uno strumento straor<strong>di</strong>nariamente<br />

efficace per l’indagine nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande.<br />

Il passaggio al limite cui è sottoposta una funzione continua y = f (x) in un<br />

qualsiasi punto x0 del dominio, necessariamente <strong>di</strong> accumulazione (non vengono<br />

qui considerate funzioni il cui dominio è un insieme <strong>di</strong> punti isolati), si traduce<br />

nella semplice operazione del calcolo del valore finito dell’espressione y = f (x0), ma<br />

non è questa l’esigenza per la quale si utilizza tale operazione, che, invece, <strong>di</strong>venta<br />

in<strong>di</strong>spensabile per stu<strong>di</strong>are il comportamento <strong>di</strong> una funzione negli intorni <strong>di</strong> punti <strong>di</strong><br />

accumulazione non appartenenti al dominio oppure all’infinito e, in entrambi i casi,<br />

rilevare suoi eventuali rami asintotici. È proprio in queste situazioni che si verificano<br />

<strong>di</strong>fficoltà operative allorquando il primo approccio all’operazione <strong>di</strong> passaggio al<br />

limite si configura in uno dei risultati universalmente definiti con il nome ‘forme<br />

indeterminate’, come ad esempio il rapporto 0/0 che verrà qui esaminato per alcuni<br />

casi particolari. Per superare tali <strong>di</strong>fficoltà, almeno per quegli esercizi proposti agli<br />

studenti nelle prove d’esame e, quin<strong>di</strong>, necessariamente risolvibili, i cosiddetti esercizi<br />

ad usum delphini, oltre ai primi tentativi, ove si manipola opportunamente la funzione<br />

con l’obbiettivo <strong>di</strong> poter inserire l’utilizzo <strong>di</strong> limiti fondamentali o notevoli, si ricorre<br />

a strumenti <strong>di</strong> calcolo tanto efficaci quanto inelu<strong>di</strong>bili come il principio <strong>di</strong> sostituzione<br />

degli infinitesimi, la regola <strong>di</strong> de l’Hôpital oppure gli sviluppi in serie <strong>di</strong> Taylor o<br />

<strong>di</strong> MacLaurin. È altrettanto vero, però, che la risoluzione <strong>di</strong> un limite per via ‘non<br />

convenzionale’, cioè senza il ricorso a tali strumenti, è, in genere, soprattutto quando<br />

è attuabile, più apprezzata dal docente, insegnante oppure esaminatore che sia, perché<br />

attraverso questa via si riescono a cogliere capacità e preparazione dello studente più<br />

<strong>di</strong> quanto questi non <strong>di</strong>mostri con il meccanicismo degli altri meto<strong>di</strong> risolutivi.<br />

In questa breve nota si vuole mostrare come la risoluzione <strong>di</strong> particolari limiti,<br />

che si presentano nella forma indeterminata 0/0, non debba necessariamente fare uso<br />

degli strumenti suddetti, sviluppi in serie <strong>di</strong> MacLaurin, tanto meno invocando teoremi<br />

<strong>di</strong> non facile comprensione e <strong>di</strong> ardua applicabilità, ma ricorrendo a proce<strong>di</strong>menti<br />

elementari ed alle operazioni sui limiti. Quando il docente avrà <strong>di</strong>mostrato alcuni<br />

limiti fondamentali, prima <strong>di</strong> spiegare le derivate, potrà fare uso della tecnica esposta<br />

in questo lavoro per allargare l’orizzonte dei limiti risolvibili, non rimandando a dopo<br />

le derivate la soluzioni <strong>di</strong> alcuni interessanti limiti. D’altra parte, l’interesse scientifico<br />

per queste tecniche <strong>di</strong> soluzione è <strong>di</strong>mostrato da un lavoro del 2010 pubblicato da tre<br />

ricercatori dell’Università <strong>di</strong> Salerno (NOCERA ET AL., 2010).<br />

✐<br />

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