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Periodico di matematiche - Mathesis

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M. CoCozza - a. russo<br />

75<br />

M. Cocozza, A. Russo 75<br />

Teorema <strong>di</strong> Peano - Sono equivalenti le seguenti affermazioni:<br />

1. Esiste un insieme infinito;<br />

2. Esiste una terna <strong>di</strong> Peano;<br />

3. Esiste un insieme naturalmente or<strong>di</strong>nato privo <strong>di</strong> massimo.<br />

3 La nostra indagine<br />

Come è stato rilevato da molti stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica della matematica, (cfr., ad<br />

esempio, (D’AMORE, 1996)), alcune peculiarità incontrate nella storia dell’infinito<br />

si ripresentano nella <strong>di</strong>dattica. È interessante notare come uno stesso in<strong>di</strong>viduo,<br />

dopo un primo incontro intuitivo con l’infinito potenziale nella scuola primaria, solo<br />

gradualmente ed in modo spesso <strong>di</strong>scontinuo, raggiunga una consapevolezza completa<br />

degli aspetti principali dell’infinito matematico. Peraltro, il più delle volte si rimane<br />

ancorati ai modelli intuitivi della fase iniziale. E ciò è stato riscontrato anche in<br />

insegnanti <strong>di</strong> matematica <strong>di</strong> scuola primaria e secondaria.<br />

Di seguito vengono elencate alcune delle convinzioni emerse da una serie <strong>di</strong> sperimentazioni<br />

(test, interviste) descritte nella tesi <strong>di</strong> dottorato <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> S. Sbaragli “Le<br />

convinzioni degli insegnanti sull’infinito matematico” (SBARAGLI, internet). Tali opinioni<br />

costituiscono dei veri e propri ostacoli <strong>di</strong>dattici nell’appren<strong>di</strong>mento dell’infinito<br />

matematico:<br />

• Infinito come indefinito (qualcosa che non si riesce a <strong>di</strong>re, che non si sa quanto sia,<br />

che non si può tradurre per iscritto).<br />

• Infinito come numero molto grande.<br />

• Infinito come illimitato (quin<strong>di</strong>, un segmento ha un numero “finito” <strong>di</strong> punti).<br />

• Dipendenza dal modello finito. Si trasferisce al caso infinito l’idea che le espressioni<br />

“avere lo stesso numero <strong>di</strong> elementi” ed “essere uguali” siano equivalenti (il<br />

problema si risolve usando l’aggettivo “equipotente” al posto <strong>di</strong> “uguale”). Questa<br />

convinzione viene supportata da errati modelli dei concetti primitivi della geometria:<br />

punto, retta (modello della collana). Si riesce con gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà a staccarsi da<br />

modelli sensibili che dovrebbero essere solo un ausilio <strong>di</strong>dattico per la concettualizzazione.<br />

(Paradosso <strong>di</strong> Duval (1993): “ [. . . ] da una parte, l’appren<strong>di</strong>mento<br />

degli oggetti matematici non può che essere un appren<strong>di</strong>mento concettuale e, d’altra<br />

parte, è solo per mezzo <strong>di</strong> rappresentazioni semiotiche che è possibile un’attività su<br />

degli oggetti matematici”).<br />

• Appiattimento (dopo aver superato la <strong>di</strong>pendenza dal modello finito si suppone<br />

l’equipotenza <strong>di</strong> tutti gli insiemi infiniti).<br />

• Scarsa accettazione dell’infinito attuale (“[. . . ] il concetto <strong>di</strong> infinito attuale è<br />

considerato contrario all’intuizione e tale da generare perplessità, pertanto non è<br />

facilmente acquisibile; per insegnarlo è necessaria una speciale sensibilità <strong>di</strong>dattica”<br />

(TSAMIR, 2000)).

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